La guerra afghana ha provocato oltre 100mila morti
Il costo in vite umane del conflitto afghano dall’invasione statunitense del 2001° tutto il 2014 è l’obiettivo di uno studio, ora reso pubblico, condotto dal Watson Institute for International Studies della Brown University e intitolato “Costs of War”.
Secondo tale studio, nel Paese asiatico ci sono stati 100mila morti e altrettanti sono coloro che sono stati feriti in modo serio. Insieme al Pakistan, gli uccisi di civili e militari sono quasi 149.000 e 162.000 i feriti gravi.
Lo studio, basato anche su dati delle Nazioni Unite, dimostra che in Afghanistan il numero delle vittime civili è aumentato del 16 per cento nei primi quattro mesi del 2015, con 974 morti e 1.963 feriti. Ciò dimostra, secondo Neta Crawford, autrice del rapporto, che la guerra in Afghanistan non sta finendo, ma “sta peggiorando”.
Al di là delle valutazioni circa l’efficacia dell’intervento occidentale va considerato che in termini numerici la guerra ha avuto perdite non paragonabili all’impatto mediatico che ha registrato in questi 13 anni. Tutto considerato 100 mila morti in 13 anni significa meno di 7mila all’anno tenuto conto che tra i caduti vi sono anche talebani e insorti, militari e poliziotti afghani oltre ai caduti alleati che, nello stesso periodo, sono stati 3.500 tra i quali circa 2.360 statunitensi.
In realtà il numero di afghani uccisi dal conflitto è stato molto limitato tra il 2002 e il 2006 per poi aumentare progressivamente soprattutto dopo il 2011 con il ritiro delle truppe della NATO/ISAF/USA.
Foto: DPA e Tolo News
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