SIRIA: GLI SVILUPPI SUI FRONTI DI ALEPPO E MANBIJ

(aggiornato alle ore 10)

La Coalizione delle opposizioni siriane ha annunciato il 6 agosto che forze ribelli sono riuscite a rompere l’assedio lealista alla parte di Aleppo nelle mani degli insorti, dove 250.000 civili sono allo stremo. Ma la situazione rimane confusa, con le forze governative che affermano di avere respinto l’offensiva dei ribelli, uccidendone “centinaia”.

L’offensiva lanciata da alcuni giorni dagli insorti di Aleppo per cercare di rompere l’assedio ha avuto come epicentro la base militare che ospita l’Accademia di artiglieria nel quartiere sud-occidentale di Ramousah. Ahrar al Sham, una delle fazioni islamiste che combattono contro l’esercito governativo e le milizie sciite libanesi di Hezbollah – appoggiati da bombardamenti aerei siriani e russi – ha affermato di essere riuscita ad impossessarsi della base e ha postato in Internet alcuni video in cui si vedono suoi combattenti all’interno della struttura accanto a mezzi militari e pezzi di artiglieria.

La base sarebbe caduta dopo un rapido attacco portato dalle milizie ribelli con l’impiego massiccio di veicoli bomba e tunnel che avrebbero fatto esplodere dal sottosuolo le postazioni delle truppe di Assad.

Ingente il bottino catturato dai ribelli islamisti che riferiscono di aver messo le mani su una decina di cannoni da 122 millimetri, sette veicoli corazzati di fanteria BMP, venti carri armati, altri veicoli militari e lanciarazzi Grad BM-21.

Un deposito di armi sarebbe stato fatto saltare in aria da un missile russo prima che venisse saccheggiato dai miliziani.

Lo stesso Ahrar al- Sham ha affermato che dopo la conquista della base gli insorti sono riusciti a spezzare l’assedio in atto dal mese scorso della parte est di Aleppo, nelle loro mani, ricongiungendosi con le milizie che occupano il territorio all’esterno del centro abitato.

Da parte sua, il presidente della Coalizione delle opposizioni, Anas Alabdah, ha ringraziato i combattenti anti-Assad che, ha affermato, “stanno scrivendo un nuovo capitolo della storia siriana con il loro sangue”.

Della coalizione di ribelli che combattono i governativi fa parte anche Jabhat Fatah al-Sham, l’ex Fronte al Nusra che nelle scorse settimane ha cambiato nome annunciando la sua separazione da al-Qaeda.

Gli scontri nella periferia meridionale di Aleppo sono continuati anche ieri e i media governativi siriani smentiscono che l’assedio sia stato interrotto.

“I gruppi terroristici stanno subendo ingenti perdite e non sono stati in grado di rompere l’accerchiamento dei quartieri orientali”, riferisce l’agenzia di stampa ufficiale Sana, citando una fonte militare.

“L’esercito siriano in coordinamento con le forze alleate continua a combattere a sud di Aleppo”, ha aggiunto la “Sana”, secondo cui almeno dieci civili sono rimasti uccisi in bombardamenti dei ribelli in due distretti controllati dal governo.

Ahrar al-Sham ha dichiarato che i ribelli hanno preso il controllo di Ramussa, nella parte sudoccidentale della città, “aprendo la strada per Aleppo” ma la televisione di Damasco ha detto che l’esercito regolare ha ripreso il controllo di diversi punti chiave che erano stati conquistati dai ribelli.

Oggile forze governative siriane hanno lanciato una massiccia campagna di bombardamenti aerei contro i ribelli.  Fonti di Damasco hanno diffuso alcuni video in cui si vedono mezzi dell’aviazione centrare “obiettivi nemici” nel settore sud-ovest della seconda città per importanza della Siria.

I raid dell’aviazione siriana sono confermati anche da testimoni locali e fonti della stampa presenti nella zona e sono concentrati nelle aree controllate dai ribelli.

Agli attacchi avrebbero partecipato anche i caccia russi, sebbene non vi siano al momento conferme ufficiali da parte di Mosca.

Intanto la coalizione che si oppone al presidente Bashar al-Assad annuncia di aver raddoppiato il numero dei combattenti, con l’obiettivo di lanciare una nuova offensiva e assumere il completo controllo di Aleppo. Proclami respinti al mittente dai governativi, secondo cui i ribelli non hanno compiuto alcun passo in avanti significativo.

Secondo quanto racconta Rami Abdel Rahman, capo dell’Osservatorio siriano sui diritti umani (Organizzazione vicina agli insorti con base a Londra e una fitta rete di informatori sul terreno) l’attacco dei ribelli ha causato una delle peggiori battute d’arresto per le forze governative dall’inizio del conflitto nel marzo 2011.

“Nonostante gli oltre 600 raid aerei dell’aviazione russa – ha aggiunto – i reparti governativi non sono riusciti a mantenere le loro posizioni”.

I media ufficiali di Stato siriani in queste ore hanno negato a più riprese la rottura dell’assedio da parte dei ribelli, pur ammettendo un ridispiegamento delle forze su posizioni difensive per evitare di essere circondate nelle aree che sono sotto il loro controllo.

Inoltre, le aree di Aleppo sotto il controllo di Damasco cominciano a registrare la mancanza di generi alimentari e prodotti di prima necessità.

In vista di un possibile assedio le famiglie dei quartieri occidentali si sono affrettate a fare scorte di cibo e acqua, mentre i prezzi delle derrate hanno già registrato aumenti vertiginosi.

L’”Esercito della Conquista”, che riunisce le maggiorui milizie islamiste siriane, ha annunciato l’inizio della battaglia per riprendere l’intera Aleppo.

In un comunicato l’alleanza ribelle ha dichiarato che “verrà raddoppiato il numero dei combattenti per questa prossima battaglia”.

Si tratta di una “nuova fase per liberare tutta Aleppo”, ha aggiunto il gruppo. “Non ci fermeremo finché non innalzeremo la bandiera della conquista sulla cittadella di Aleppo”.

Notizie contraddittorie arrivano anche da Manbij, roccaforte dell’Isis un’ottantina di chilometri a nord-est assediata da oltre due mesi dalle cosiddette Forze democratiche siriane (Sdf), una coalizione di combattenti in maggioranza curdi sostenuta dagli Usa.

L’Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus) afferma che le milizie anti-Isis hanno preso oggi il controllo di tutta la città, situata sulla principale via di rifornimento dal confine turco per Raqqa, la ‘capitale’ dello Stato islamico in Siria.

Ma Servan Darwish, portavoce del locale consiglio militare, ha smentito la notizia, mentre un attivista curdo, Mustafa Bali, ha detto all’agenzia Ap che i miliziani del Califfato continuano a controllare alcune aree del centro abitato, compreso l’importante quartiere nord-occidentale di Sarab.

Foto: AP, Ministero Difesa Russo, Reuters, SANA e Stato islamico

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