Prende corpo l’operazione navale italiana in Libia
Dopo il via libera del Parlamento alla missione navale italiana a supporto della Guardia costiera libica lo Stato Maggiore della Difesa annuncia che nave Comandante Borsini, già impiegata nell’ambito del dispositivo dell’operazione “Mare Sicuro”, è entrata nelle acque territoriali libiche, dopo aver ricevuto le necessarie autorizzazioni, facendo rotta verso il porto della città di Tripoli.
A bordo è stato imbarcato il nucleo di ricognizione, costituito da Ufficiali del Comando Operativo di Vertice Interforze e della Squadra Navale, che ha ricevuto il compito di condurre, congiuntamente con i rappresentanti della Marina e della Guardia Costiera libiche, le necessarie attività di ricognizione e di definire le ultime modalità di dettaglio per quanto attiene alle misure di coordinamento delle successive attività di supporto e di sostegno, che avverranno su richiesta della controparte.
Poco dopo il portavoce della Marina libica, colonnello Ayub Gassem ha annunciato all’agenzia di stampa libica Lana l’arrivo a Tripoli della nave italiana.
Gassem ha precisato che l’attività italiana durerà cinque giorni e che l’arrivo della nave rientra nella “cooperazione tra Libia e Italia per rafforzare le capacità della Marina libica e delle forze della Guardia costiera”.
Gassem ha anche riferito della visita nel quartier generale della Marina libica a Tripoli di una delegazione dell’Unione europea, composta dall’ambasciatore Ue, dal Comandante dell’operazione Sophia, del Capo della missione europea di assistenza ai confini in Libia EUBAM e dell’attaché militare Ue.
Secondo quanto riportato dalla Lana, la delegazione Ue ha informato la controparte libica della proroga dell’operazione Sophia fino al 1° dicembre 2018, discutendo anche di come rafforzare le capacità libiche, in particolare Marina e Guardia costiera, nel contrasto a traffico di esseri umani e contrabbando di combustibile, merci e droga.
Il parlamento libico di Tobruk, che sostiene il generale Khalifa Haftar, ha condannato ieri la missione navale italiana come una violazione della sovranità nazionale, affermando di non riconoscere la validità dell’accordo raggiunto dal governo di accordo nazionale di Fayez al Sarraj con le autorità italiane.
Stando a quanto riportato dal Libya Herald, la Camera dei rappresentanti ha sollecitato un intervento delle Nazioni Unite per scongiurare una crisi con l’Italia.
Il generale Khalifa Haftar, noniostante l’intesa firmata in Francia con al-Sarraj, avrebbe ordinato alle sue forze aeree di bombardare qualsiasi nave militare italiana entri nelle acque territoriali libiche su richiesta di Sarraj. Lo riferisce la rete degli Emirati Arabi Uniti (tra i più importanti sponsor di Haftar) al-Arabiya ma fonti del governo italiano citate dall’agenzia AGI hanno definito la notizia “inattendibile” e “infondata”.
La stretta dell’Italia nei confronti delle Ong e l’avvio della missione navale in Libia coincidono con il primo calo nei flussi mensili di migranti illegali registrati dall’inizio dell’anno: 95.215 ad oggi contro i 97.892 del 2016 con un -2,73%.
Mentre nei mesi tra gennaio e giugno i migranti giunti in Italia sono stati molti di più rispetto agli stessi mesi del 2016, in luglio i flussi si sono dimezzati con 1.183 i migranti approdati in Italia rispetto ai 23.552 dello stesso mese del 2016 (-52,5%).
Più delle misure italiane, finora solo annunciate ma ancora da attuare sembra, aver influito l’impegno della Guardia costiera libica che nelle ultime settimane, impiegando anche le 4 motovedette recentemente fornite da Roma, ha riportato in Libia oltre 10 mila migranti illegali intercettati a bordo di gommoni e barconi i gaggia do con successo i motoscafi dei trafficanti.
Foto: EPA, Marina Miliare e Libya Herald
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