A Venezia l’esercitazione Joint Small Operation 2018

Il Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano, ha assistito congiuntamente al suo omologo austriaco, il generale Othmar Commenda, alle fasi salienti dell’esercitazione Joint Small Operation 2018 (JSO 2018) che si è svolta a fine marzo al Lido di Venezia.

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Il presupposto addestrativo era rappresentato da una Non-combatant Evacuation Operation (NEO), ossia un’operazione di evacuazione di nostri connazionali da un paese ad alto rischio, caratterizzato da instabilità politica, tensioni e violenze sociali.

L’esercitazione, interforze ed interministeriale, era ovviamente finalizzata alla verifica ed al mantenimento della capacità di intervento in simili scenari e poneva particolare attenzione nella cooperazione tra le varie Forze Armate in vista del fine sinergico e vedeva l’intervento di personale e mezzi dell’Esercito, della Marina, dell’Aeronautica, dei Carabinieri e della Croce Rossa Italiana.

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Risultavano infatti impiegati un plotone fucilieri del Reggimento Lagunari Serenissima, un team Recon dello stesso reparto, una squadra fucilieri del 1° Reggimento San Marco della Brigata di Marina, una squadra di Fucilieri dell’Aria, una di Carabinieri del 13° Reggimento Friuli Venezia- Giulia, assetti del genio, dell’artiglieri contraerea (Stinger), 4 elementi cinofili (2 dell’Esercito e 2 dell’Aeronautica), un team CIMIC ed uno della CRI.

I mezzi aerei utilizzati appartenevano a tutte le Forze Armate ed includevano 1 CH47F e 2 A129 Mangusta dell’EI, 1 HH101 dell’AMI, 1 EH101 della Marina ed un AB412 dei Carabinieri. 2 AMX del 51° Storrno di Istrana effettuavano missioni di sorveglianza e di Close Air Support.

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Iniziata presso l’aeroporto del Lido con l’inserimento dei team incaricati di recuperare e raccogliere il personale civile da evacuare, l’esercitazione è proseguita con la messa in sicurezza dell’aerea da parte di altri assetti aeronavali.

Gli sfollati sono stati quindi avviati, dopo un sommario controllo di sicurezza, agli elicotteri per essere evacuati presso il Forte di S. Andrea sull’Isola delle Vignole, dove era collocato il Comando della Task Force incaricata di condurre l’operazione.

Qui i profughi sarebbero stati nuovamente controllati, censiti e, se necessario, sottoposti a cure mediche. In questa sede era presente un forte nucleo del Multinational Cimic Group di Motta di Livenza, incaricato di gestire, tra l’altro, i rapporti con le ONG evacuate.

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Le fasi dinamiche sul terreno hanno visto tra l’altro l’esordio operativo, tra le fila dei Lagunari, del nuovo fucile per Tiratore Esperto Beretta ARX-200 munito della sofisticata ottica di tiro Steiner ICS 6×40 (foto a lato), che integra un telemetro laser ed un computer balistico, e di una piccola ottica reflex MRS per il puntamento ravvicinato.

I due Capi di Stato Maggiore hanno sottolineato l’alto livello di coordinamento raggiunto dai reparti impiegati e la perfetta integrazione tra le varie componenti.

Il generale Graziano ha rimarcato l’importanza rivestita dalla capacità di proiezione dal mare per garantire la tutela degli interessi nazionali e la sicurezza del nostro Paese, capacità che dovrà evolversi per dare vita ad una vera Brigata Anfibia Interforze, sulla base di un progetto già a suo tempo considerato ma colpevolmente abbandonato.

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Il generale Commenda, ad una nostra domanda sulla possibile integrazione di reparti austriaci nella MLF, la brigata multinazionale italo-sloveno-ungherese su framework della brigata alpina Julia, ha sottolineato l’ottimo livello di integrazione già raggiunto in varie esercitazioni e missioni congiunte tra gli eserciti dei due Paesi, pur non formalizzando, almeno al momento, un impegno specifico.

Foto: Alberto Scarpitta e Difesa.it

 

 

Alberto ScarpittaVedi tutti gli articoli

Nato a Padova nel 1955, ex ufficiale dei Lagunari, collabora da molti anni a riviste specializzate nel settore militare, tra cui ANALISI DIFESA, di cui è assiduo collaboratore sin dalla nascita della pubblicazione, distinguendosi per l’estrema professionalità ed il rigore tecnico dei suoi lavori. Si occupa prevalentemente di equipaggiamenti, tecniche e tattiche dei reparti di fanteria ed è uno dei giornalisti italiani maggiormente esperti nel difficile settore delle Forze Speciali. Ha realizzato alcuni volumi a carattere militare ed è coautore di importanti pubblicazioni sulle Forze Speciali italiane ed internazionali.

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