Giakarta contrasta l’espansionismo di Pechino nel Mar Cinese Meridionale

L’Australia, pur non facendo parte del gruppo di 10 nazioni dell’ASEAN (Association of South-East Asian Nations), ne ha ospitato lo “Special Summit”, in quanto interessata al rafforzamento di legami politici e commerciali in una regione dove l’influenza della Cina è sempre più crescente.

Ufficialmente, il vertice dell’ASEAN si concentra sulla promozione di legami economici più stretti tra i membri dell’Associazione e dell’Australia, e su come contrastare la minaccia del ritorno dei militanti islamici nella regione dal Medio Oriente.

Il ministro degli esteri australiano ha riferito che l’Australia avrebbe preso “seriamente” in considerazione qualsiasi invito formale a unirsi al gruppo, una mossa sostenuta dal presidente indonesiano Joko Widodo.

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Secondo The Jakarta Post, Widodo auspica che l’Australia diventi membro a pieno titolo dell’ASEAN, con un ruolo regionale più ampio in materia di difesa, commercio e sicurezza.

A margine dell’incontro, il ministro della difesa indonesiano Ryamizard Ryacudu ha riportato che l’Indonesia ha esercitato pressioni sugli altri paesi del sudest asiatico al fine di effettuare pattugliamenti marittimi nel Mar Cinese meridionale per rafforzare la sicurezza nei confronti di una Cina che ne rivendica la maggior parte.

L’Indonesia si è scontrata con la Cina per i diritti di pesca intorno alle Isole Natuna e ha ampliato la presenza militare, rinominando anche le zone settentrionali della sua zona economica esclusiva, ribadendone così la rivendicazione marittima.

Per decenni, la politica ufficiale dell’Indonesia è stata quella di non essere parte in dispute territoriali con la Cina, nel Mar Cinese Meridionale, a differenza dei suoi vicini come Brunei, Malesia, Filippine e Vietnam.

Nel 2016, tuttavia, l’Indonesia e la Cina hanno avuto tre scontri marittimi all’interno della zona economica esclusiva indonesiana di 200 miglia nautiche al largo delle sue isole Natuna, che si trovano a nord-ovest del Borneo  (il Mare di Natuna, ricco di risorse, si trova a nord dell’Indonesia vicino alla zona economica esclusiva del Vietnam).

Isole

Dopo il terzo scontro, nel giugno 2016, il Ministero degli Affari Esteri cinese ha rilasciato una dichiarazione in cui affermava per la prima volta che la controversa nine-dash line includeva “zone di pesca tradizionali” all’interno della zona economica esclusiva dell’Indonesia.

Il mare è molto pescoso e sotto i suoi fondali marini, sarebbero custodite considerevoli riserve di idrocarburi. L’area si trova nella zona economica esclusiva (EEZ) indonesiana, ma si sovrappone anche alla rivendicazione cinese.

Ryacudu ha riferito ai giornalisti in una conferenza stampa congiunta “di aver parlato con gli altri ministri della difesa dei paesi dell’ASEAN – affinché ogni paese che si affaccia sul Mar Cinese Meridionale effettui pattugliamenti fino alle 200 miglia nautiche”. Il Ministro indonesiano ha detto che l’Indonesia si sta concentrando su tre aree, in particolare il Mare di Sulu, lo Stretto di Malacca e i mari intorno alla costa della Thailandia, riferendosi all’esistente cooperazione con Tailandia, Malesia, Singapore, Vietnam, Cambogia e Filippine.

La Cina rivendica la maggior parte del Mar Cinese Meridionale, un’importante rotta commerciale, dove ha costruito isole artificiali sulle barriere coralline, alcune con porti e piste per aerei, estensioni che hanno irritato i paesi membri dell’ASEAN.

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La Cina ha anche aumentato rapidamente il suo dispiegamento militare nel Mar Cinese Meridionale e il mese scorso, caccia cinesi hanno preso parte a un pattugliamento sulla rotta navigabile.

Anche Brunei, Malesia, Vietnam, Filippine, tutti membri dell’ASEAN, e Taiwan hanno rivendicazioni nel mare in questione. In passato, la Cina aveva considerato provocatorio il pattugliamento nel Mar Cinese Meridionale da parte di navi degli Stati Uniti.

L’Australia – che afferma di non prendere parte alle controversie sul Mar Cinese Meridionale ma ha sostenuto le attività di “libertà di navigazione, guidate dagli Stati Uniti – aveva precedentemente affermato di non avere intenzione di prendere parte alle pattuglie congiunte.

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La spesa totale per la difesa degli Stati membri dell’ASEAN sarebbe raddoppiata negli ultimi 15 anni, con paesi come Indonesia e Thailandia che hanno registrato tassi di crescita della spesa militare del 10% su base annua.

I paesi litoranei del Mar Cinese Meridionale hanno impegnato gran parte del budget per le spese militari per migliorare la loro capacità navale, incluso l’aviazione marittima, i sistemi mobili missilistici anti-nave e la sorveglianza marittima.

Secondo quanto riportato dal The Jakarta Post nel mese di agosto dello scorso anno, l’Indonesia aveva annunciato che la società commerciale statale PT Perusahaan Perdagangan Indonesia e la holding di difesa statale russa Rostec avevano firmato un memorandum d’intesa, che prevedeva la fornitura di 11 aerei da combattimento russi Sukhoi SU-35 Flanker E.

Attualmente, il Mar Cinese Meridionale è uno dei mari più contesi al mondo con reali possibilità di scontri bellici tra i paesi contendenti, che lo porterebbero a diventare, probabilmente, un futuro campo di battaglia.

Fotio Marina Indonesiana e Marina Indiana

 

Nato a Cassino nel 1961, militare in congedo, laureato in Scienze Organizzative e Gestionali. Si occupa di Country Analysis. Autore del Blog 38esimoparallelo.com, collabora con il Think Tank internazionale “Il Nodo di Gordio”. Alcuni suoi articoli sono stati pubblicati su “Il Giornale.it", “Affari Internazionali”, “Geopolitical Review”, “L’Opinione”, “Geopolitica.info”.

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