Il programma europeo ESOCA per un sostituto degli Antonov An-124 ucraini

 

La Commissione Europea ha lanciato il programma Esoca (“European eco-System for Outsized Cargo Airlift”, in italiano “eco-sistema europeo per un aereo da trasporto strategico”), stanziando per la sua attuazione una prima tranche di 20 milioni di euro dal Fondo Europeo per la Difesa.

Nell’ambito di questo progetto si prevede chiaramente di realizzare un grande aereo da trasporto militare con la prima fase del programma dedicata all’R&S (Ricerca e Sviluppo) che dovrebbe durare un anno e mezzo per essere completata.

Sono necessarie, secondo i parametri ufficiali contenuti nel programma, capacità di trasporto aereo strategico per spostare in modo rapido ed efficiente un gran numero di personale, attrezzature pesanti e carichi di grandi dimensioni per soddisfare le esigenze militari dei paesi europei e dei paesi alleati e pertanto la possibilità del trasporto aereo strategico al fine di garantire la proiezione operativa su lunghe distanze in tutto il mondo.

L’Europa è dunque alla ricerca di una propria alternativa agli Antonov An-124 ucraini da cui dipende (fino a pochi anni fa anche di quelli russi considerando che l’operatore Volga Dnepr effettuava voli per il consorzio NATO “Ruslan Salis” che li impiegava soprattutto per traasferire materiale in Iraq, Afghanistan e Africa fino a quando nel 2018, in seguito all’inasprimento delle sanzioni contro la Russia decise di non rinnovare più il contratto con l’Alleanza Atlantica).

Tra i paesi penalizzati da questa dipendenza ricordiamo certamente in primis la Francia che degli An-124 dei due principali operatori (Antonov Airlines e Volga Dnepr) ha costantemente usufruito negli ultimi anni soprattutto per i trasferimento di mezzi e materiale presso i propri contingenti dislocati in Africa.

Come se non bastasse l’An-124 resta ad oggi il più grande aereo da trasporto operativo da quando il gigantesco An-225 è andato distrutto all’inizio della guerra tra Mosca e Kiev.

Sembra evidente che l’UE sia costretta a cercare una via d’uscita dall’impasse in cui si trova: rivolgersi agli operatori russi dopo l’attacco all’Ucraina è praticamente impossibile, mentre Kiev ad ogni modo non potrà mantenere ancora a lungo l’aeronavigabilità della propria flotta di An-124 e com’è noto allo stato attuale non esiste alcun fornitore di servizi al mondo che abbia la capacità sufficiente per soddisfare le esigenze degli Stati membri dell’UE

Al nuovo progetto parteciperanno aziende di Italia, Francia, Germania, Francia, Spagna, Grecia, Paesi Bassi, Polonia e Finlandia e a quanto pare, i principali driver del programma saranno Airbus e Leonardo.

Il tutto in contraddizione con gli aiuti europei all’industria della Difesa di Kiev che riguardano un po’ vari settori (in primis quello dei droni) ma ad esclusione, manco a dirlo, dell’azienda per antonomasia che realizza(va) aerei da trasporto e che avrebbe l’esperienza più consistente per realizzare un progetto simile, cioè JSC Antonov.

Nonostante le belle parole sembra che davvero nessun protagonista politico e industriale occidentale intenda realmente aiutare questa grande azienda in sempre più evidenti difficoltà. Al contrario, l’impressione è che in Occidente si voglia favorirne la crisi e l’uscita dal mercato.

Foto Antonov

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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