Rasmussen resta al vertice della NATO. Completerà il ritiro dall’Afghanistan

mandato del Segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, è stato prolungato oggi di un anno con scadenza il 31 luglio 2014, cioè pochi mesi prima della prevista conclusione delle missione dell’Alleanza Atlantica in Afghanistan. Lo hanno deciso i  28 Paesi membri  prolungando così il mandato quadriennale dell’ex primo ministro di Danimarca.”Sono onorato della fiducia e del sostegno che i governi alleati mi hanno dimostrato” ha commentato Rasmussen che ha ricordato come i primi anni del suo mandato “hanno presentato molte sfide” sottolineando quelle ancora da risolvere. “il completamento del processo di transizione in Afghanistan secondo il calendario che abbiamo fissato, il rafforzamento della nostra rete di partner e il mantenimento di un’Alleanza adatta per il futuro”. Rasmussen ritiene che il primo agosto 2014 sia ”un momento appropriato per il cambio di leadership” alla Nato perché il nuovo segretario generale ”potrà così sorvegliare l’implementazione della nuova missione che dispiegheremo in Afghanistan a partire dal 2015”. Il cambio di guardia a pochi mesi dalla conclusione della missione di combattimento in Afghanistan per Rasmussen non rappresenta un problema. Al contrario ”la tempistica si sposa molto bene con la road map generale”, ha detto in un incontro stampa. La Nato prevede di terminare la missione di combattimento in Afghanistan a fine 2014 e di avviare dal gennaio 2015 una missione limitata alla formazione e all’assistenza delle forze locali afghan ma ieri in un’intervista al quotidiano britannico Guardian, Rasmussen ha ipotizzato che il ritiro delle truppe possa avvenire in tempi più rapidi del previsto,  prima della fine del 2014 e che una decisione in proposito dovrebbe essere annunciata entro i prossimi tre mesi. “Da adesso e fino alla fine del 2014 potremo assistere a un adattamento della nostra presenza. Le nostre truppe possono ridispiegarsi, assumere altri incarichi o ritirarsi, oppure ridurre i loro effettivi”, ha spiegato Rasmussen. “Da adesso e fino al 2014 ci saranno annunci su ridispiegamento dei militari, ritiri o tagli. E se le condizioni della sicurezza lo permetteranno, non escluderei la possibilità che in certe aree questo processo possa subire un’accelerazione”. Secondo Rasmussen, “non ci sono dubbi” sul fatto che i recenti attacchi di afgani in divisa militare hanno minato “la fiducia”. “Fanno parte della tattica dei talebani”, ha detto. Ed hanno lo scopo di alimentare i movimenti anti-guerra nei paesi che contribuiscono alla missione Isaf. “I leader politici dei paesi contributori sanno bene che tutto questo fa parte della tattica e della strategia dei talebani che punta a minare il supporto politico e dell’opinione pubblica. L’obiettivo reale sono i politici stessi, i media, gli opinionisti nei paesi partner e alleati”, ha sottolineato Rasmussen .

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