La Francia chiude la missione afghana
(aggiornato il 21 novembre) – Ultimo atto per le truppe francesi che lasciano l’Afghanistan dopo avervi combattuto dal 2002 con le forze speciali assegnate all’operazione americana Enduring Freedom e con un piccolo contingente schierato a Kabul, poi dal 2008 con una forza di 4 mila soldati schierata tra la capitale e la provincia di Kapisa. L’ultima colonna francese ha lasciato ieri mattina alle 10 locali la base di Nijrab, ultimo avamposto nella provincia calda di Kapisa dopo che il 30 settembre era stata ceduta alle truppe afghane la base di Tagab dando il via al disimpegno di Parigi che Nicolas Sarkozy aveva previsto per la fine del 2013 ma che Francois Hollande aveva promesso di anticipare a quest’anno in campagna elettorale. L’ultimo battaglione da combattimento di 700 soldati verrà rimpatriato in dicembre ma a Kabul resteranno altri 1.500 militari francesi. Un migliaio, appartenenti a reparti logistici, se ne andranno tra qualche mese dopo aver gestito il rimpatrio dei 600 mezzi e di molte tonnellate di materiali del contingente mentre gli altri 500 resteranno per un periodo indefinito ad addestrare le truppe di Kabul. La Francia lascia la missione ISAF di cui è stata quinto contributore (dietro Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania e Italia) con due anni di anticipo rispetto agli alleati della Nato ma non è il primo partner dell’Alleanza a ritirarsi da Kabul, strada già percorsa negli ultimi due anni da olandesi e canadesi. I talebani non hanno perso tempo per utilizzare l’opportunità propagandistica del ritiro francese e il portavoce Zabihullah Mujahed ha invitato anche gli altri Paesi della Nato a seguire l’esempio francese e “a mettere fine all’occupazione dell’Afganistan per lasciare che siano gli afghani a decidere il proprio destino”. Le truppe francesi lasciano Kapisa al controllo di 4.700 poliziotti e militari afghani affiancati da 250 soldati statunitensi che dovranno fare i conti con le milizie talebane e del gruppo Hezb-i-Islami la cui forza è stimata tra i 250 e i 500 miliziani che controllano ampie porzioni di due dei sei distretti della provincia. Una zona difficile dove i francesi hanno combattuto duramente come ricordava ieri Le Monde sottolineando che qui in quattro anni sono stati uccisi 54 degli 88 caduti francesi registrati in Afghanistan dal 2002. Ben 400 militari reduci da Kapisa sono seguiti da team psichiatrici per traumi da combattimento ma il numero reale dei casi di stress post traumatico tra i veterani dell’Afghanistan potrebbe essere molto più alto come ammette un portavoce dell’esercito, forse vicino a quel 7 per cento indicato da un recente studio medico. “Al di là dei comunicati ufficiali che sottolineano i successi conseguiti dai francesi il ritiro da Kapisa ha un sapore amaro per l’esercito” ha scritto Isabelle Lasserre su Le Figaro. Un’amarezza che secondo l’esperta di questioni militari è determinata dal ritiro anticipato rispetto agli altri eserciti alleati, dalla percezione che la guerra afghana è perduta dalle potenze occidentali (“non ci vogliono occhiali i n 3D per vederlo”) e dalla consapevolezza che i tagli alla Difesa impediranno in futuro dispiegamenti prolungati di truppe francesi in zone di guerra.
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