Modifiche e qualche ritocco per le FREMM

Modifiche agli equipaggiamenti e armamenti imbarcati e soprattutto un allungamento dello scafo di almeno tre metri per consentire di aumentare spazi per personale e carburante e bilanciare meglio le unità. Le fregate multi-missione FREMM (Fregate Europee Multi Missione) della marina Militare italiana subiranno modifiche già concordate tra la forza armata e Fincantieri per rispondere alle esigenze di messa a punto espresse dalla Marina e, secondo voci insistenti, per compensare alcuni problemi emersi durante le prove in mare della prima fregata, la Carlo Bergamini.  In particolare negli ultimi tempi sono circolate indiscrezioni circa un pronunciato “appruamento” delle navi (prua troppo bassa) che verrebbe risolto con l’allungamento della poppa, problematica circa la quale Analisi Difesa non ha potuto trovare conferme o dettagli. “L’assetto delle fregate non presenta aspetti di particolare attenzione ed è gestito nell’ambito del normale sviluppo del progetto e delle varianti progettuali che si sono succedute nel tempo, durante la realizzazione delle fregate, e che sono ancora in corso” ha detto ad Analisi Difesa l’ammiraglio Ernesto Nencioni, Direttore Generale degli Armamenti Navali a Segredifesa.
L’allungamento delle unità viene motivato con la necessità di consentire un più agevole impiego di grandi elicotteri quali l’EH-101 e incrementare le dotazioni in termini di carburante e personale. Fonti militari mettono in relazione i lavori aggiuntivi alle FREMM  “con l’esigenza di maggiori volumi e di maggior flessibilità operativa che hanno richiesto la misura correttiva dell’allungamento delle unità all’altezza del ponte di volo, che consentirà altresì un miglioramento delle performance in termini operativi e logistici”.
I lavori riporteranno sugli scali non solo le prime due unità (Bergamini e Fasan) già varate ma anche le altre 4 ordinate e in prospettiva tutte le 10 fregate previste poiché, da quanto emerso da ambienti industriali, è più conveniente realizzare le modifiche successivamente al varo delle unità rispetto all’inserimento delle variazioni nella fase di costruzione. “L’allungamento della poppa, in primo luogo, consentirà con maggiore flessibilità anche l’impiego di elicotteri medi e pesanti in condizioni estreme” ha aggiunto l’ammiraglio Nencioni. “Per quanto detto prima è chiaro che l’evoluzione del progetto, a seguito dell’allungamento, terrà in adeguato conto tutti i parametri che ne saranno coinvolti, per confermarne correttezza e coerenza”.
L’ampliamento e le modifiche apportate alle FREMM tra il 2007 e oggi includono l’aumento di 21 posti letto per l’equipaggio, maggiori scorte di carburante per incrementare l’autonomia, l’adozione dei nuovi lanciatori Sylver, radar multifunzione EMPAR e del sistema missilistico SAAM-ESD per la difesa antiaerea e antimissile (missili MBDA Aster 15 e Aster 30). Verrà migliorato il sistema di stabilizzazione e timonaggio, quello di movimentazione automatica dei siluri, di messa a mare e recupero della motobarca e di trattamento dell’aria e condizionamento. Le FREMM imbarcheranno il radar di scoperta di superficie SELEX SI RASS e disporranno di depositi automatici per il munizionamento da 127/64 che alimenta il cannone sulle fregate in versione multiruolo mentre verrà adottato un sistema di movimentazione integrato a ponte per il secondo elicottero. La lunga serie di modifiche include poi l’adozione dell’iniezione di tipo common-rail sui gruppi generatori, del NOVEC1230 come agente estinguente anti-incendio in sostituzione dell’anidride carbonica e la realizzazione di una seconda stazione di rifornimento in mare (RAS) sul lato destro.
L’allungamento delle FREMM comporterà un incremento di peso valutato in 250 tonnellate rispetto alle 6 mila di stazza prevista, compensato parzialmente dalla sostituzione di parte delle sovrastrutture originariamente in acciaio con lega leggera con l’obiettivo, come rilevano fonti militari, ”di conseguire un miglior bilanciamento delle unità”. Le modifiche apportate al progetto originale sono già state a suo tempo ripartite nel costo totale del programma e pertanto non comportano costi aggiuntivi per la Marina Militare. I lavori saranno quindi a carico di Fincantieri che sembra puntare sulla messa a punto delle FREMM della Marina Militare per promuovere con maggiori chanches di successo le fregate sul mercato estero dove indiscrezioni rilevano un forte interesse della Marina algerina confermato nell’ultimo vertice bilaterale  del 14 novembre  scorso al quale ha partecipato anche il premier Mario Monti, il Ministro della Difesa Giampaolo Di Paola e il suo omologo algerino Abdelmalek Guenaizia.
Finora le FREMM previste sono le 11 della Marina francese (originariamente 17), le 6 ordinate dall’Italia (su 10 previste) e una fregata per la marina del Marocco realizzata nei cantieri francesi DCNS. Nate per rimpiazzare le fregate Lupo e Maestrale in Italia e quelle francesi classe Tourville e Montcalm, le FREMM rappresentano la prosecuzione della cooperazione italo-francese in questo settore dopo il programma Orizzonte per i cacciatorpediniere classe Doria anche se le fregate italiane e francesi differiscono per allestimenti ed equipaggiamenti imbarcati.  Delle 10 Unità destinate alla Marina Militare 6 avranno compiti multiruolo (GP)  e 4 saranno specializzate nella lotta antisommergibile /ASW); delle 11 destinate alla Marine Nationale 9 saranno in configurazione antisommergibile e 2 di difesa aerea. Tutte le unità italiane avranno anche una migliorata capacità di difesa aerea estesa grazie ai missili Aster mentre i lavori previsti potranno provocare un ritardo di pochi mesi nella consegna delle unità. La tabella riporta lo stato di avanzamento del programma per la Marina Militare nel quale manca ancora l’ordine ufficiale per le ultime 4 unità. Secondo quanto previsto dalla Nota Aggiuntiva al Bilancio della Difesa 2013 i fondi che verranno stanziati nel prossimo triennio per il programma FREMM prevedono 321 milioni nel 2013, 261 l’anno successivo e 268 nel 2015.

 

Foto Marina Militare Italiana

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Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli

Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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