“Bocca larga”, principe dei pirati, annuncia il ritiro dalla “professione”
di Maria Novella Topi – ANSA – Mohamed Abdi Hassan, detto ‘Afweyne-Bocca larga’, l’inventore della pirateria in Somalia, l’autore di clamorosi sequestri, il razziatore di favolosi riscatti, si ritira a vita privata. Lo ha annunciato a sorpresa lui stesso ad Adado, una localita’ interna celebre per dare ricetto alle ciurme piu’ aggressive della Somalia. ”Basta arrembaggi – ha detto Bocca Larga, cosi’ soprannominato per la capacità di inghiottire ingenti riscatti -. Sono stato pirata per otto anni ma adesso ho deciso di ritirarmi e ho in animo di convincere a fare lo stesso molti dei miei seguaci”. Appesa la bombarda al chiodo, gettate alle ortiche le veloci barche che inseguono petroliere e cargo, Afweyne non ha spiegato le ragioni dell’imprevista decisione che di fatto ha decapito la dirigenza della filibusta somala, anche se non mette di certo la parola fine alle azioni al largo del Corno d’Africa. Per molti e’ stata la concomitanza di numerose circostanze a indurre il Jack Sparrow somalo a fare un passo indietro e abbandonare, come ha specificato, ”le azioni criminali”. Innanzi tutto la secca diminuzione degli atti di pirateria al largo del Corno d’Africa che secondo dati della Forza navale europea hanno portato al sequestro di 46 navi nel 2009, 47 nel 2010 e che dopo l’impennata dei 176 nel 2011, ha visto un crollo a una settantina quest’anno. Un trend negativo negli affari, di cui qualunque azienda dovrebbe tener conto. ”Siamo testimoni di una significativa diminuzione degli attacchi nei mesi recenti – ha confermato Jaqueline Sherriff, portavoce della Forza navale della Ue – i dati parlano chiaro”. Poi c’e’ il ruolo delle missioni navali internazionali che pattugliano l’area da quando nel 2008 la Nato ha approntato una flotta ad hoc che e’ piu’ volte stata rafforzata e il cui ultimo mandato, Operation Ocean Shield e’ stato recentemente confermato fino al 2014. Il contributo dell’Alleanza, nato per combattere la pirateria, si e’ ampliato alla scorta del traffico mercantile nel Golfo di Aden e a quella della navigazione di unita’ per Onu e Pam per le operazioni Allied Provider. Uno sforzo che evidentemente, oltre ad aver funzionato da deterrente e aver disinnescato attacchi piu’ imponenti, ha sottratto forza e spinta ai bucanieri dei barchini. Curiosamente l’Italia e’ tre volte coinvolta nel fenomeno: come comando della missione navale Ue e Nato contro la pirateria, come nazionalita’ di molte delle navi vittime di abbordaggi, attacchi e sequestri, come personale militare impegnato a bordo di navi per il pattugliamento di quel tratto dell’Oceano Indiano (e’ tra gli altri il caso dei due maro’ ancora detenuti in India). Sono insomma molte le ragioni che potrebbero aver indotto Bocca Larga a rinunciare a ghiotti bottini come ad esempio i due sequestri a lui attribuiti con certezza: nel 2008 l’arrembaggio alla superpetroliera saudita Sirius Star, 330 m. di lunghezza e due milioni di barili di greggio, e quello al cargo ucraino Faina che aveva a bordo armi, sistemi anti missile, lanciarazzi e carri armati. Azioni spettacolari sullo sfondo di spiagge da sogno che hanno fruttato al principe dei pirati svariati milioni di dollari. Secondo stime americane della Fox, l’anno scorso i pirati straccioni avrebbero incassato 160 milioni di dollari di riscatti e uno studio prevede che se le cose dovessero continuare con questa cadenza, entro il 2015 il guadagno potrebbe attestarsi sui 400 milioni. Afweyne, che appartiene al clan habergidir-soleyman ed e’ descritto come un uomo che non sa leggere ne’ scrivere, nonostante un suo naturale ed elegante portamento, rinuncia quindi a cospicui guadagni e ad un forte potere e spariglia le carte della filibusta somala.
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