«La solitudine della Francia dimostra che l’Europa della Difesa non esiste»

di Francesca Pierantozzi   da Il Messaggero del 29 gennaio 2013
L’INTERVISTA
PARIGI L’ex ministro degli Esteri francese Hubert Védrine è categorico: l’Europa della Difesa vive oggi un momento terribile. E inspiegabile: «Un intervento accanto alla Francia in Mali non presenta né grosse difficoltà né grossi rischi per nessun paese europeo. C’è una risoluzione dell’Onu. Cosa si aspetta?». Ufficialmente l’Eliseo accoglie «con soddisfazione» i sostegni «politici» che arrivano dalle capitali europee. Nei fatti, sul campo, la Francia continua a essere militarmente sola. «L’ho scritto in ottobre in un rapporto al presidente Hollande – continua Védrine – l’Europa della Difesa non esiste, dobbiamo smetterla di raccontarci favole e guardare la realtà in faccia. Avevo anticipato che il test per la difesa europea sarebbe stato il Sahel».
E il test è fallito miseramente?
«Quanto accade, con la Francia sola sul campo accanto agli africani, è crudelmente significativo del fatto che gli europei non hanno né la capacità né la volontà di intervenire insieme. E’ molto strano, inconcepibile direi: il Mali non è un problema o un’invenzione francese. La più alta istanza mondiale, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, lo definisce un problema per la sicurezza internazionale, Cina e Russia sono d’accordo. Se i paesi europei non hanno una scossa, l’intervento in Mali resterà come un momento terribile per l’Europa e in futuro sarà ridicolo voler parlare di difesa europea».
Quali conseguenze può avere il non intervento dei partner della Francia?
«Intanto potrebbe costringere gli africani ad accelerare la loro mobilitazione comune. Questo sarebbe positivo: nel caso del Mali le forze africane non erano assolutamente pronte nonostante l’intervento fosse chiaramente inevitabile. Sul piano europeo, vedo per ora solo effetti negativi. Sarà la prova che gli europei non vogliono esistere sul piano della difesa. Che pensano di poter lasciar fare agli altri».
Gli altri sono le superpotenze? Gli Stati Uniti?
«No, l’idea di superpotenza è finita. Gli Usa intervengono quando i loro interessi sono direttamente in gioco. Ci saranno potenze regionali, ma di fatto si creerà un vuoto, con tutti i rischi che ne derivano».
L’Italia non ha raggiunto un accordo per inviare tre aerei di sostegno logistico. Un colpo alla credibilità europea del paese?
«Di certo non è positivo. Ed è un peccato. Anche se si è in campagna elettorale, su un tema che riguarda la sicurezza europea e internazionale, dovrebbe essere possibile arrivare a un accordo tra maggioranza e opposizione. Non mi pare sia difficile, non si tratta di prendere un rischio terribile. Magari una decisione è ancora possibile».

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