PECHINO AUMENTA IL BUDGET DIFESA DEL 10,7 PER CENTO
Il bilancio della difesa in Cina aumenterà del 10,7 per cento nel 2013 per arrivare a 720,2 miliardi di yuan, pari a 116 miliardi di dollari e 88,6 miliardi di euro al cambio attuale. Gli aumenti saranno destinati a migliorare le condizioni di lavoro e di vita dei militari, a rendere le forze armate più meccanizzate e informatizzate e a proteggere la sicurezza nazionale, precisa il documento di previsione. Nel 2012 il bilancio della difesa si era assestato sui 650,6 miliardi di yuan, l’11,6 per cento in più rispetto all’anno precedente. Secondo il Pentagono e gli esperti occidentali, le spese militari effettive di Pechino oltrepasseranno largamente la cifra ufficiale già di per sé superiore alle previsioni di crescita del PIL indicata intorno al 7,5$ per cento. “Dobbiamo portare avanti in fretta la modernizzazione della difesa del Paese e dell’Esercito – ha detto questa mattina il premier uscente Wen Jiabao accomiatandosi dai 3mila delegati dell’Assemblea nazionale popolare – dobbiamo garantire la sovranità, la sicurezza e l’integrità territoriale del territorio e lo sviluppo pacifico del nostro stato”. Wen ha anche lodato il successo del varo della Liaoning, la prima portaerei della Cina le cui necessità e aspirazioni strategiche crescono con il progredire della sua economia. La Cina è infatti divenuta da pochi mesi il primo importatore di petrolio al mondo superando gli Stati Uniti, che detenevano questo primato dalla metà degli anni settanta e che stanno diventando autosufficienti nella produzione di gas e petrolio. A dicembre le importazioni di petrolio, greggio e prodotti raffinati, degli Stati Uniti sono calate a 5,98 milioni di barili al giorno, segnando il livello più basso da febbraio 1992 secondo i dati preliminari del dipartimento dell’energia Usa. Nello stesso mese le importazioni della Cina sono schizzate a 6,12 milioni di barili al giorno, secondo le stime della dogana cinese. Anche se il dato ha una minore visibilità internazionale Pechino spenderà di più per l’apparato di polizia e di controllo interno che per le forze armate. Il governo cinese ha stanziato quest’anno per la sicurezza interna ben 769 miliardi di yuan (94,7 miliardi di euro e 123,5 miliardi di dollari), più della spesa militare. Le rivolte etniche, le sommosse popolari contro la corruzione dilagante, le pessime condizioni ambientali e di lavoro di gran parte dei cittadini cinesi, gli abusi del regime e gli espropri di terreni si sono moltiplicati negli ultimi anni creando un malumore sociale che si affianca ai moti indipendentisti del Tibet e del Sinkiang. L’incremento del bilancio militare ha determinato l’Immediata reazione del Giappone che ha fatto sapere di “voler continuare a sorvegliare da vicino la politica di difesa e la potenza militare della Cina”, secondo le parole del ministro degli Esteri, Fumio Kishida.
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