LE ARMI LIBICHE ALIMENTANO I CONFLITTI IN AFRICA E MEDIO ORIENTE
Un flusso di armi saccheggiate nelle caserme in Libia durante la rivoluzione che ha travolto il regime di Muammar Gheddafi si va diffondendo ad un ”ritmo allarmante” verso l’Africa Occidentale e il Mediterraneo orientale, alimentando i conflitti in Mali, in Siria e nella striscia di Gaza, e anche gli arsenali di gruppi terroristi. A lanciare l’allarme sono le Nazioni Unite, in un dettagliato rapporto di oltre 90 pagine presentato al Consiglio di sicurezza da cinque esperti incaricati di monitorare l’embargo sulle armi imposto alla Libia nel 2011. ”Casi provati o ancora sotto indagine di illeciti trasferimenti dalla Libia in violazione dell’embargo coprono oltre 12 Paesi e includono armi pesanti e leggere, sistemi di difesa antiarea portatili, piccole armi e relative munizioni, esplosivi e mine”, si legge nel documento. E ancora: ”Negli ultimi 12 mesi, la proliferazione di armi dalla Libia e’ continuata ad un ritmo allarmante e si Š diffusa in nuovi territori: in Africa occidentale, nel Levante e potenzialmente nel Corno d’Africa”. Un flusso ”illecito” che sta ”alimentando i conflitti in corso in Africa e nel Levante e stanno arricchendo gli arsenali di una gamma di attori non statali, tra cui gruppi terroristi”. Nel documento si parla di un flusso regolare verso Egitto e Sahel, e di trasferimenti meno regolari verso Siria e Ciad. Dall’Egitto, dove di per se le armi rappresentano una sfida alla sicurezza interna, le spedizioni, che comprendono sistemi di difesa anticarro, in parte proseguono verso la Striscia di Gaza, che e’ sotto il controllo di Hamas. Gli esperti hanno anche documentato che Qatar e Emirati Arabi Uniti hanno infranto l’embargo fornendo armi e munizioni ai ribelli nel 2011 e attualmente una parte di quel ”materiale” rimane al di fuori del controllo delle autorita’ libiche, contro cui il rapporto in qualche modo punta peraltro il dito. ”Le significative dimensioni delle spedizioni e della logistica – si legge – suggeriscono che i rappresentanti locali delle autorita’ libiche siano stati quanto meno a conoscenza dei trasferimenti, se non direttamente coinvolti”. Tuttavia, il vero problema e’ dovuto al fatto che civili e milizie ”mantengono il controllo su gran parte nelle armi nel Paese, mentre la mancanza di un effettivo sistema di sicurezza rimane uno degli ostacoli principali per mettere in sicurezza il materiale militare e il controllo dei confini”
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