L’INDIA COMPRA ARMI ITALIANE…. MA I MARO’ NON C’ENTRANO NULLA
Nonostante politici, analisti e commentatori abbiano messo in relazione il ritorno a Nuiva Delhi dei fucilieri Salvatore e Girone e Massimiliano Latorre con la minacciata chiusura delle relazioni commerciali tra Italia e India (tema utilizzato anche dal governo Monti per giustificare il voltafaccia di rimandare i due marò a Delhi dopo aver detto che sarebbero rimasti in Italia) emergono elementi per sostenere che, almeno nel settore della Difesa, il business tra Roma e Delhi non dipende dalla vicenda marò.
Il 20 marzo scorso, il giorno prima che l’Italia annunciasse il ritorno in India dei due fucilieri di Marina, il periodico statunitense Defense News rese noto che la Marina Indiana aveva scelto i siluri pesanti Black Shark per equipaggiare i nuovi sottomarini del modello francese Scorpène. I siluri sono prodotti dalla WASS, Società del Gruppo Finmeccanica e sono considerati da molti esperti i migliori al mondo nella loro categoria sbaragliando in questo caso la concorrenza della tedesca Atlas Elektronik. Il contratto da 300 milioni di euro verrà finalizzato a breve ma il Black Shark è stato favorito anche dagli accordi di cooperazione italo-francesi nel settore industriale subacqueo, gli stessi che anni fa fecero valutare la nascita di società congiunte in questo campo specifico, accordi poi non messi a punto a causa (pare) di disaccordi su chi dovesse detenere il pacchetto azionario di maggioranza. Di fatto il Black Shark è quindi il siluro ideale per i sottomarini tipo Scorpène perché è stato integrato e attagliato alle specifiche del mezzo subacqueo francese. Il contratto prevede di fornire all’India 98 siluri, 20 prodotti in Italia e 78 da realizzare su licenza nell’azienda di Stato indiana Bharat Dynamics grazie al trasferimento di tecnologie italiane. La vicenda sembra quindi dimostrare che di fronte alle proprie necessità militari gli indiani acquistano pragmaticamente e senza difficoltà il “made in Italy” senza curarsi troppo di eventuali dispute politico-giudiziarie in corso tra i due Paesi. In pratica fanno i loro interessi. Loro.
Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli
Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.