L’ITALIA “DISPERSA” IN SOMALIA
La seconda Conferenza di Londra conclusasi pochi giorni or sono ha evidenziato che senza un vasto piano di aiuti la Somalia non potrà mai risollevarsi. Lo ha sottolineato l’ammiraglio Fabio Caffio in un suo recente articolo sul sito dell’Istituto Affari Internazionali. Il summit londinese (al quale ha preso parte il ministro degli Esteri Emma Bonino) ha però anche mostrato brutalmente come l’Italia sia ormai tagliata fuori o ridotta ad avere un ruolo decisamente “periferico” nella sua ex colonia africana dove gli affari legati a ricostruzione, sicurezza, stabilizzazione e sfruttamento delle immense risorse presenti vedrà protagonisti ben altri Paesi. Come ha sottolineato l’articolo di Caffio “il presidente somalo, nel suo saluto di apertura Londra, ha esplicitamente ringraziato per il generoso sostegno Stati Uniti, Gran Bretagna, Turchia (la prima a riaprire l’ambasciata a Mogadiscio e a finanziare la costruzione di infrastrutture civili) e Norvegia (che si è ritagliata, grazie alla diaspora somala ad Oslo, un ruolo come consulente per le questioni offshore). Spiace che l’Italia non sia stata citata.”
Sono soprattutto gli anglo-americani a mostrare un intenso attivismo a Mogadiscio. La private military company Banctroft Corporation, che da anni ha un contratto con ONU e Dipartimento di Stato per addestrare le truppe della missione africana in Somalia, ha aperto un resort che ospita uomini d’affari garantendo loro scorte, comunicazioni e sicurezza. Il governo britannico ha messo in campo un impegno finanziario concreto a sostegno delle forze di sicurezza di Mogadiscio e per istituire una rete di telecomunicazioni indispensabile per la lotta contro la pirateria.Si tratta di 10 milioni di sterline (circa 12 milioni di euro) per lo sviluppo delle forze armate somale più altri 14,5 milioni (circa 17 milioni di euro) per raddoppiare il numero degli agenti di polizia e per la formazione di giudici e avvocati. Superfluo aggiungere che gli investimenti di Londra coinvolgeranno in Somalia consiglieri militari, contractors e aziende favorendo la già consistente penetrazione economica britannica.
Nel suo articolo Caffio non rinuncia all’ottimismo e offre qualche consiglio per riavviare la cooperazione italiana con Mogadiscio. “Il nostro paese, nonostante tutte le incertezze, gli errori, e le contraddizioni degli ultimi decenni, ha ancora titolo per presentarsi come il miglior amico della Somalia. Ora che la Somalia è pronta a prendere nuovamente il mare è il momento di dimostrarlo coi fatti, magari iniziando proprio dal sostegno alla pesca ed alla sorveglianza marittima.”
Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli
Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.