Bomba talebana uccide un capitano dei bersaglieri

Il capitano Giuseppe La Rosa (nella foto) del Terzo reggimento Bersaglieri è il 53mo caduto italiano dall’inizio della missione afghana nel 2002. E’ stato ucciso da una granata lanciata all’interno del blindato Lince non lontano dalla base di Farah.  L’attacco ai militari italiani è avvenuto ieri mattina alle 10.30  (le 7 italiane) contro un convoglio di tre Lince di un reparto di consiglieri militari italiani (Military Advisor Team- MAT) che affianca le truppe afghane. L’unità italiana guidata dal capitano La Rosa rientrava da un’attività in appoggio all’esercito afghano, particolarmente provato in quella provincia “calda”. La granata è penetrata all’interno del Lince dalla botola occupata dal mitragliere (la cosiddetta “ralla”) posta sopra il veicolo cadendo sul sedile posteriore destro occupato dal capitano La Rosa. L’ordigno era probabilmente a basso potenziale dal momento che il veicolo ha poi potuto raggiungere autonomamente la base di Farah e ha ferito in modo non grave gli altri tre militari subito trasportati nel vicino ospedale da campo statunitense.

L’attacco è stato rivendicato dal portavoce talebano  Qari Yousef Ahmadi secondo il quale “un ragazzo coraggioso di 11 anni” ha lanciato la granata che ha colpito gli italiani ma il portavoce del governo provinciale di Farah, Abdul Rahman Zhawandai, ha parlato di un adulto che è stato visto lanciare la granata per poi dileguarsi tra la folla di un vicino mercato. Altre voci avevano riferito che a lanciare l’ordigno era stato un militare o un poliziotto afghano ma fonti militari italiane hanno smentito sia l’ipotesi del bambino sia quella del militare afghano confermando di fatto la versione fornita dalle autorità afghane.

I MAT sono tra i reparti più esposti al fuoco talebano sia perché si muovono in piccole colonne sia perché operano al fianco delle forze di sicurezza afghane tra le quali si registra un numero crescente di rinnegati che colpiscono i consiglieri militari della Nato. La situazione in tutta la provincia di Farah è tornata ad essere incandescente dopo il ritiro degli italiani dai distretti orientali di Bakwa e Gulistan. Il mese scorso i talebani hanno effettuato uno spettacolare assalto al tribunale di Farah City e il 27 maggio un’autobomba è esplosa contro un Lince ferendo due bersaglieri. La situazione in Afghanistan sembra destinata a peggiorare nei prossimi mesi e la missione dell’Onu a Kabul (Unama) ha registrato nelle ultime settimane un aumento degli attacchi talebani del 24 per cento rispetto all’anno scorso.

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