I dubbi afghani del generale Dunford

I progressi fatti in Afghanistan sulla strada della democrazia possono essere messi in pericolo dalla fine delle operazioni di combattimento delle truppe internazionali. “La lotta per i diritti degli afghani non è finita”. Lo dice il generale Joseph Dunford, comandante delle forze statunitensi e della missione Isaf in Afghanistan che in un’intervista alla Bbc ammette che, nonostante le forze di sicurezza afghane stiano raggiungendo un livello “sufficiente” di operatività ed efficienza per combattere la guerra, prima o poi il dialogo con i talebani sarà essenziale. “A questo punto abbiamo fatto progressi significativi, ma non siamo ancora arrivati al punto in cui possono essere completamente mantenuti”, sostiene Dunford, intervistato a Kunduz, nel nord dell’Afghanistan. Mantenere i progressi fatti, quindi, per il generale Usa dovrebbe essere “al centro dello sforzo da compiere nei prossimi 18 mesi”. Per questo, Dunford preferisce tracciare un orizzonte temporale più ampio, il “2018” e non il 2014, per vedere consolidati i risultati ottenuti finora. Questo periodo di tempo consentirà a di mantenere i passi avanti che sono stati fatti”. Dunford lancia il suo monito alla luce della recente ondata di violenze che ha nuovamente colpito l’Afghanistan. Ieri, un attacco suicida davanti alla Corte suprema di Kabul ha causato la morte di almeno 16 persone . Il giorno prima, un gruppo di insorti, compresi degli attentatori suicidi, ha tenuto sotto assedio per ore l’aeroporto della capitale, prima di essere uccisi. Del resto in tutte le aree abbandonate dalle truppe alleate i talebani o hanno ripreso in grande stile le loro attività o hanno addirittura assunto il controllo del territorio.

Con fonte adnkronos

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