I tagli al budget costringono a terra 13 squadron dell’USAF

La cosiddetta ‘sequestration’, i tagli automatici al bilancio federale scattati a partire dal primo marzo, non hanno risparmiato nemmeno i famosi Rocketeers, lo storico squadrone da caccia dell’Air Force statunitense istituito nel 1942 ed erede del 133° squadron istituito dalla RAF britannica e composto da piloti statunitensi . Dopo una missione di sei mesi in Medio Oriente e dopo aver superato, proprio a marzo, una valutazione operativa con il massimo del punteggio, i piloti del 336° squadrone da caccia all’inizio di aprile hanno ricevuto l’ordine di rimanere a terra. La ventina di F-15E Strike Eagle restano parcheggiati ai margini della pista della Base Aerea Seymour Johnson, in North Carolina. Semplicemente, non ci sono i soldi necessari per farli volare e questa condizione perdurerà probabilmente per il resto dell’anno fiscale in corso. Una situazione accolta con fastidio dal colonnello Jim Howard, il 41enne comandante dello squadrone: “In questo momento abbiamo zero reattività e zero capacità di combattimento ed è molto frustrante fare il paragone tra l’unità che eravamo due mesi fa e quella che siamo oggi”. Il destino dei Rocketeers è analogo a quello di altri 13 squadroni da combattimento, dislocati sia negli USA che all’estero, costretti dai tagli al budget della Difesa a rimanere a terra. Le misure di taglio al bilancio non colpiranno però le forze schierate nel Pacifico, ha garantito i segrertario alla Difesa Chuck Haghel.  La “sequestration” impone di risparmiare i 600 milioni di dollari tra i fondi destinati all’addestramento e all’attività di volo degli squadron dell’Usaf che ha comunque mantenuto un numero sufficiente di unità da combattimento per fronteggiare i propri impegni a livello globale, compresi l’Afghanistan e la Penisola coreana. Ma oltre questa. Secondo gli standard dell’Air Force, per ogni mese in cui uno squadrone come quello dei Rocketeers rimane a terra, ne occorre un altro per recuperare l’addestramento dei piloti e far recuperare loro le necessarie capacità di reattività e combattimento. Se i Rocketeers rimangono a terra per sei mesi, ne occorreranno altrettanti per farli tornare a volare. E quello che si risparmia ora potrebbe tradursi in maggiori costi in futuro. I piloti costretti a terra, come quelli distaccati nella base Seymour Johnson, trascorrono ora molto tempo all’interno dei sofisticati simulatori di volo a loro disposizione. Ma non è esattamente la stessa cosa che trovarsi ai comandi di un caccia in grado di volare due volte e mezza alla velocità del suono. “E’ completamente diverso. L’odore, le sensazioni, il caldo, tutto”, dice il capitano Kevin Murphy, un 27enne texano, tra i piloti più esperti dei Rocketeers. “Se non voli per un mese, è difficile perfino avviare di nuovo il motore di un caccia”. Per le stesse ragioni di bilancio il Pentagono ha iniziato a mandare le notifiche di “riposo forzato” ai 652mila dipendenti civili del Pentagono che dovranno a partire dall’11 luglio rinunciare a 11 giorni di paga. La misura, che interesserà’ l’85 per cento dei dipendenti civili del Pentagono, ma nessun militare, è resa necessaria dai tagli al bilancio della Difesa imposti dal sequester, il taglio di 85 miliardi della spesa federale. In questo modo il Pentagono conta di risparmiare 1,6 miliardi di dollari.

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