Il dibattito sulle torrette per i Lince in Afghanistan

(aggiornato il 14 giugno ore 13,00)

La morte del capitano La Rosa a causa di una bomba a mano lanciato dentro la botola di un veicolo Lince ha riproposto il tema della vulnerabilità della postazione del mitragliere, la cosiddetta “ralla”. Già nel 2008 l’uccisione e il ferimento di numerosi mitraglieri aveva indotto l’Esercito a optare per due soluzioni. In tempi rapidi vennero approntate ralle blindate con scudature che offrivano maggiore protezione al mitragliere ma non risolvevano il problema del possibile lancio di ordigni all’interno della botola e soprattutto, a causa di un peso di ben 350 chili, sbilanciavano il Lince favorendone il ribaltamento quando si muoveva su terreno scosceso o in pendio.

Un Lince con ralla blindata in Afghanistan

Più a lungo termine vennero ordinate a Oto Melara per 20 milioni di euro 81 torrette a controllo remoto dotate di mitragliatrice e gestibili con un joystick restando all’interno del mezzo senza imporre ai militari di esporsi o di tenere portelloni aperti. Torrette simili a quelle già impiegate a bordo dei Lince di altri Paesi che hanno acquisito il mezzo italiano, come la Royal Air Force britannica che impiega torrette prodotte da Bae Systems proprio in Afghanistan (nella foto). Le torrette Hitrole di Oto Melara, la cui consegna era attesa nel 2010, sono state sottoposte dalla Difesa a lunghi test prima di entrare in servizio. A oggi, ha reso noto Segredifesa (ente responsabile dell’acquisizione degli equipaggiamenti per le forze armate) 41 torrette Hitrole sono state installate su VTLM Lince, collaudate e consegnate. Di queste, 10 sono attualmente impiegate Afghanistan dal luglio 2012, 10 sono in trasferimento verso Herat. Altre 20 torrette sono già installate su altrettanti veicoli e sono in fase di collaudo e saranno pronte all’impiego entro fine giugno 2013 e infine 20 torrette sono in fase di installazione a fronte dell’ultima rata contrattuale.

Un Lince britannico (Panther) con torretta remotizzata Bae Systems

Circa il contratto con Oto Melara fonti di Segredifesa hanno reso noto che “l’approvvigionamento di 81 torrette remotizzate Hitrole Mod. L e relativo supporto logistico su VTLM Lince sta avvenendo regolarmente e, naturalmente, a seguito di una regolare gara (procedura ristretta accelerata in ambito U.E., aggiudicata alla Società OTO MELARA – Contratto n. 1130 di rep. del 14.10.2009 e successivo atto aggiuntivo). Inoltre, in ragione dell’evidente urgenza di far giungere quanto prima i mezzi in teatro, il generale Gianfranco Giglio, Direttore degli Armamenti Terrestri, ha esercitato a suo tempo un’opzione che ha consentito l’anticipata esecuzione del quinto contrattuale (relativa all’atto aggiuntivo). L’attività posta in essere da Segredifesa ha consentito all’esercito di inviare in teatro afghano i primo 10 esemplari già dal luglio 2012”. Fonti dell’Esercito hanno aggiunto che entro l’estate saranno in Afghanistan circa 60 esemplari di Lince equipaggiati con torretta Hitrole e nei mesi successivi ne saranno acquisite ulteriori 33 per un totale di 93 torrette remotizzate mentre è in corso di valutazione (soprattutto in base alle disponibilità finanziarie) l’approvazione di una Esigenza Operativa Urgente (MNUR) per acquistare ulteriori 100 Hitrole.

Un Lince con ralla scoperta in Afghanistan

Sulla scelta della torretta idonea alle necessità un’inchiesta di Repubblica firmata Giampaolo Cadalanu ha rivelato che la Fabbrica d’armi di Terni (ribattezzato Polo di mantenimento delle armi leggere) aveva indetto nel 2010 una gara per acquisire una torretta a controllo remoto vinta, per la componente elettronica, dal progetto dell’ingegner Paolo Roncella della società Telemetrik mentre la componente meccanica è stata realizzata dallo stabilimento dell’Esercito di Terni. Si tratta di un prodotto meno sofisticato ma molto più economico della Hitrole: 40 mila euro contro 250 mila. In pratica con i 20 milioni di euro spesi nel contratto con Oto Melara per dotare di Hitrole 81 veicoli si sarebbero potuti equipaggiare 500 Lince, cioè la metà dei mezzi in servizio nell’Esercito e il doppio di quelli impegnati oggi oltremare. Secondo il quotidiano nonostante i test avessero dimostrato l’affidabilità del prodotto, elogiato in diverse occasioni, la torretta non è mai stata ordinata.

 

Un Lince dell’esercitio austriaco con torretta remotizzata

Una fonte militare riferisce ad Analisi Difesa che il progetto della Telemetrik ha in realtà molte limitazioni. “E’ priva di sistemi di girostabilizzazione che ne consentono l’impiego con la necessaria precisione durante il movimento del veicolo sul quale è installata essenziali per ingaggiare bersagli con precisione, evitare danni collaterali. Il sistema risulta inoltre intrusivo riducendo lo spazio a disposizione dell’equipaggio all’interno del veicolo e quindi la capacità di operare e di reagire da bordo del personale, inibendo inoltre la possibilità di accedere al tetto del veicolo dalla botola. La torretta Hitrole – continua la fonte – o torretta remotizzata invece è girostabilizzata e consente un tiro selettivo anche con il mezzo in movimento. Non è intrusiva e permette di mantenere intatto lo spazio della botola per l’accesso al tetto del veicolo. Quindi consente ai soldati in numerose situazioni tattiche e soprattutto in aree urbanizzate di osservare il terreno circostante per una corretta percezione della situazione esterna e una migliore capacità di reagire in termini di intero dispositivo.” Sulle caratteristiche e prestazioni delle Hitrole fonti industriali hanno riferito ad AD che  “le differenze con il prodotto di Terni non si limitano alla sola stabilizzazione poiché la Hitrole è dotata di una scatola sensori molto più complessa: sensore all’infrarosso, laser e calcolatore di tiro, dispositivo di svincolo per mantenere l’arma in posizione non minacciosa e indipendente dal sensore elettroottico che può quindi continuare le operazioni di osservazione essendo la canna puntata altrove, sicurezze customizzate al veicolo Lince per evitare che l’arma possa sparare se un portello è aperto”.

La torretta Hitrole su un Lince dell’Esercito italiano

Secondo queste fonti “solo la Hitrole può operare in ogni condizione di luce, può anche essere gestita manualmente, con operatore fuori portello e quindi consente esattamente gli stessi ruoli operativi delle ralle attualmente installate sui Lince che qualcuno sembra preferire in talune circostanze, anzi facendosi preferire anche in tale tipo di utilizzo grazie ad alcuni originali accorgimenti tecnici. La Hitrole è stata progettata e costruita per operare in condizioni ambientali estreme, reggere alle accelerazioni indotte dal veicolo in ogni condizione di guida, funzionare entro precisi limiti di emissione elettromagnetica. Per ogni Hitrole sono consegnate tre armi diverse con rispettivo kit di integrazione. Le differenze di costo, 250 mila euro contro 40mila, sono ampiamente giustificate.”

Fonti militari hanno sottolineato che le torrette a controllo remoto sono utilissime ma non potrebbero rimpiazzare in tutte le circostanze il militare in “ralla” il cui addestramento consente in molti casi di individuare segni sul terreno che possono indicare la presenza di ordigni improvvisati. In alcuni contesti tattici nessun visore può rimpiazzare l’occhio umano specie quando un errore di valutazione può mettere a repentaglio la vita di civili anche se un esperto che opera in ambiente industriale fa notare che “i nostri militari hanno usato con successo il sistema ottico della Hitrole per scoprire con il sensore all’infrarosso di cui è dotato segnali impercettibili all’occhio nudo, scoprendo per esempio dove il terreno era stato smosso di fresco per nascondere pericolosissimi IED”.

La valutazione dei requisiti operativi ha portato l’esercito a definire la necessità di disporre di torrette remotizzate nella proporzione di uno a tre Lince. Fonti dell’Esercito hanno riferito che “questi sistemi consentono l’impiego dell’arma dall’interno del veicolo attraverso un pannello di controllo e joystick, limitando comunque la visuale del mitragliere a quella fornita dalle ottiche del sistema d’arma e quindi inadatta ad affrontare tutte le situazioni tattiche. Per tale motivo i sistemi verranno utilizzati in combinazione con Lince con armamento non remotizzato”.

La torretta remotizzata Oto Melara Hitrrole

 

 

Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli

Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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