Più efficienza e competitività per l’industria europea della Difesa

La Commissione Ue ha presentato oggi un piano d’azione contenente misure per migliorare l’efficienza del sistema di difesa e sicurezza europeo, rilanciare la competitività delle imprese del settore e rispondere all’imperativo ‘spendere meno, spendere meglio’. Un piano che, per essere tradotto in realtà, dovrà essere accompagnato da un salto di qualità nella cooperazione tra Stati membri in materia di difesa senza per questo venir meno agli impegni assunti con la Nato. ”E’ indispensabile unire le forze per ridurre i costi e diventare più competitivi, soprattutto in tempo di crisi”, ha sottolineato il presidente dell’esecutivo comunitario Josè Manuel Barroso (nella foto). La Commissione, ha poi aggiunto ”non ha competenze militari e non le vuole avere”. Ma le proposte di oggi rientrano nei limiti delle sue responsabilità e possono essere un contributo ”importante”. Saranno poi i leader europei, in occasione del vertice del prossimo dicembre, a dover dire se e come procedere sulla strada indicata, su loro stessa richiesta, dall’esecutivo europeo. La decisione di oggi, ha osservato dal canto suo il vicepresidente della Commissione responsabile per la politica industriale, Antonio Tajani, è ”certamente un passo avanti verso una difesa europea, ma anche un segnale forte all’industria”. Di cui si vuole rilanciare la competitività anche sul piano internazionale cogliendo una ”straordinaria opportunità”. Del resto, ha osservato ancora Tajani, non si può delegare agli Stati Uniti la sicurezza dei cittadini europei. E anche le vicende belliche in Libia, si ricorda nel documento di Bruxelles, hanno dimostrato importanti carenze nell’efficienza della difesa europea. Oggi il ‘sistema-difesa’ europeo – che impegna direttamente circa 400 mila persone per un giro d’affari di 96 miliardi – soffre di un’eccessiva frammentazione e rischia di perdere le sue capacità industriali e tecnologiche. E nel 2011 le spese militari dei Paesi Ue sono scese a circa 180 miliardi contro i 200 di cinque anni prima. La ricetta messa a punto da Bruxelles punta a fissare standard comuni per le industrie degli armamenti Ue, garantire una maggiore apertura degli appalti pubblici, creare un vero mercato unico della difesa, realizzare maggiori sinergie nel campo della ricerca tra il settore civile e militare, favorire raggruppamenti tra le piccole e medie imprese.

Con fonte Ansa

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