Armi sudanesi ai ribelli siriani?

Adnkronos/Aki – Armi e munizioni starebbero arrivando dal Sudan ai ribelli che combattono in Siria contro il regime di Bashar al-Assad. E’ quanto rivela il ‘New York Times’, citando alcune fonti occidentali e siriane, secondo le quali negli ultimi tempi il governo di Khartoum avrebbe venduto al Qatar armi di fabbricazione sudanese e cinese, che attraverso la Turchia sarebbero poi finite nelle mani dei ribelli. Una ricostruzione – quella del quotidiano Usa – che viene smentita dal Sudan, Paese sotto embargo per quanto riguarda la vendita di armi. Stando comunque al ‘Nyt’, tra le armi arrivate ai ribelli figurano razzi anti-aereo e casse di munizioni per armi leggere. “Il Sudan si e’ posizionato come uno dei maggiori fornitori di armi a livello globale. Le sue armi sono arrivate in diverse zone di conflitto e anche ai ribelli siriani”, ha spiegato un ufficiale americano a cui e’ noto il traffico di armi attraverso la Turchia. A confermare la notizia e’ anche un comandante dei ribelli siriani, Abu Bashar, che coordina alcuni gruppi tra le province di Aleppo e Idlib e che si dice scontento delle armi consegnate dal Sudan, a suo parere di qualita’ scadente. “La maggior parte degli Fn-6s (missile antiaereo spalleggiabile cinese, derivato dallo Sa-7 Strela russo e riprodotto in Sudan- Ndr) non funzionano – ha affermato – Due sono esplosi al momento del lancio, uccidendo due ribelli e ferendone quattro”. Alcuni analisti militari sospettano, inoltre, che il Sudan abbia venduto ai ribelli alcuni particolari modelli di fucili d’assalto e missili anti-tank che sono apparsi per la prima volta quest’anno sui campi di battaglia in Siria e la cui origine e’ incerta. Khartoum, tuttavia, ha smentito con fermezza questa ricostruzione, sostenendo che si tratta di una “montatura” per mettere a repentaglio i suoi rapporti politici ed economici con Iran e Cina, due Paesi che appoggiano il regime di Bashar al-Assad. “Il Sudan non ha inviato armi in Siria”, ha precisato Imad Sid Ahmad, uno dei portavoce del presidente sudanese, Omar al-Bashir. “Non abbiamo interesse nel sostenere le parti in conflitto in Siria, soprattutto se l’esito della guerra e’ ancora incerto”, ha aggiunto il portavoce delle forze armate sudanesi, al-Sawarmi Khalid Saad, che ha concluso: “Queste accuse mirano a mettere a repentaglio le nostre relazioni con Paesi con cui abbiamo buone relazioni”.

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