Il caos libico porta altri marines a Sigonella

Alla vigilia del dodicesimo anniversario degli attentati alle Torri Gemelle e al Pentagono e del primo anniversario dell’attacco contro il consolato statunitense di Bengasi il Pentagono ha rafforzato la task force di intervento rapido schierata da mesi nella base siciliana (Naval Air Station) di Sigonella (nella foto). Dopo i primi 200 militari  trasferiti nel maggio scorso dalla base spagnola di Moròn, altri 250 marines della Special Purpose Marine Air Ground Task Force hanno raggiunto in questi giorni la base siciliana. Una forza specializzata nell’evacuazione di civili dotata di aerei cargo C-130 e convertiplani MV-22 Osprey in grado di raggiungere Tripoli nell’arco di 3-4 ore. Circa altri trenta marines, secondo fonti citate dalla CNN, sono stati dislocati in diverse ambasciate della regione, altri 300 marine sono dislocati sulla nave da guerra San Antonio che si trova da giorni nelle acque del Mediterraneo orientale (la sua presenza è stata messa in relazione a possibili operazioni in Siria)  mentre altri 250 marines rimangono nella base di Moròn, pronti per qualsiasi evenienza. Si tratta di forze predisposte essenzialmente per l’evacuazione di civili (missioni del tipo NEO – Non combatant Evacuation Operations) ma che potrebbero venire coinvolte anche in operazioni offenssive come l’eventuale attacco ai jihadisti in Cireinaica responsabili dell’uccisione dell’ambasciatore Chris Stevens e di altri tre americani. In questo caso i marines verrebbero affiancati da una componente aerea (inclusi probabilmente droni Global Hawk e Reaper) e unità di forze speciali schierati sempre a Sigonella.

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