La Russia congela il programma missilistico Bulava
Dopo il test fallito lo scorso 6 settembre la Russia congela il programma di sviluppo del missile balistico intercontinentale RSM-56 Bulava (SS-NX-30) e annulla le prove in programma per l’SSBN Alexander Nevsky e l’SSBN Vladimir Monomakh, i due sottomarini classe Borey a propulsione nucleare progettati e costruiti per il lancio di questo tipo di vettori. Partito dal Mar Bianco il missile avrebbe dovuto raggiungere il Kura Test Range, area d’impatto situata nella zona settentrionale della penisola della Kamchatka, nell’estremo oriente russo. Il lancio del 6 settembre è l’ottavo test fallito su venti eseguiti dal 24 giugno 2004 e il primo effettuato dall’SSBM Alexander Nevsky, compromesso al secondo minuto di volo per problemi di instabilità riscontrati nel terzo stadio. In questi nove anni i tecnici sono stati costretti ad attivare la procedura di auto-distruzione cinque volte; il vettore è andato fuori-rotta in tre occasioni ed è esploso al primo lancio a causa di problemi con il propellente solido, mentre il terzo stadio è risultato fatale nel 2006, 2009 e lo scorso 6 settembre. Nonostante i problemi, lo Stato Maggiore russo è comunque convinto che al Bulava non esista alcuna alternativa e per questo preme affinché le commissione d’inchiesta identifichino al più presto i malfunzionamenti tecnici che fino ad oggi hanno minato il progetto.
Sviluppato dal Moscow Institute of Thermal Technology, il Bulava è un missile a tre stadi a propellente solido, progettato per essere lanciato da sottomarini nucleari in movimento e in immersione; trasporta fino a 10 testate nucleari multiple indipendenti (MIRV – Multiple Independently targetable Reentry Vehicle) da 100-150 kilotoni di potenza e ha un range di oltre 8.000 chilometri. I cantieri navali russi fino ad ora hanno costruito tre sottomarini della classe Borey, i citati Nevsky e Monomakh e l’SSBM Yuriy Dolgorukiy. A questi entro il 2015 si dovrebbero aggiungere il Knyaz Vladimir, l’Alexander Suvorov e il Mikhail Kutuzov, tutti ancora in costruzione, e secondo i piani entro il 2020 la Flotta dovrebbe raggiungere le 20 unità.
Fonte ITblog Defence
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