SAMP/T italiani per difendere Amman? La Difesa smentisce

(aggiornato alle ore 15,25)

Roma potrebbe varare a fine settembre una nuova missione oltremare con il rischieramento a difesa della capitale giordana di due batterie di missili antimissile Aster 30 (sistema SAMP/T) del 4° reggimento artiglieria contraerea “Peschiera” di Mantova. Fonti ben informate hanno confermato la messa a punto della missione di appoggio alla Giordania (che ha chiesto aiuto per difendersi da potenziali rappresaglie che Damasco potrebbe attuare con missili balistici) che non avrebbe ancora avuto il via libera definitivo. Dopo l’invio del cacciatorpediniere Andrea Doria nelle acque libanesi per proteggere i caschi blu italiani nel sud del Libano, l’Italia potrebbe quindi incrementare presto il suo coinvolgimento militare nella crisi siriana pur limitandosi a schierare assetti difensivi senza partecipare ad azioni contro il territorio siriano.Pur in tempi di ristrettezze e di spending review l’Esercito ha stanziato ingenti fondi per approntare le batterie e perfezionare l’addestramento del 4° reggimento che ha acquisito con alcuni mesi di anticipo sui tempi previsti la Full Operational Capability (Foc), cioè la completa capacità operativa. Attività culminate nel marzo scorso quando militari francesi e italiani si addestrarono congiuntamente lanciando una serie di missili Aster-30  simulando l’intercettazione di missili balistici e velivoli presso il Centro Sperimentazioni Missilistiche di Biscarrosse, in Francia. A possibile conferma che qualcosa “bolle in pentola” si registra la visita, il 5 settembre, al 4° reggimento del comandante delle Forze Terrestri, generale Roberto Bernardini, il quale “ha potuto verificare lo stato di avanzamento dell’addestramento del personale che opera con il nuovo sistema d’arma SAMP/T” come si legge in un comunicato dell’Esercito. Da quanto appreso da Analisi Difesa il generale Bernardini dovrebbe tornare a far visita al reparto tra una ventina di giorni. Forse in concomitanza con la partenza per Amman? Di certo due visite del vertice di Confoter a distanza così ravvicinata non sono usuali.

Il sistema antiaereo e antimissile balistico mobile SAMP/T è stato acquisito dalle forze aeree francesi in 10 batterie e dall’Esercito italiano in 5 batterie (più una per addestramento) assegnate al 4° reggimento che si è distinto in un’esercitazione nel novembre scorso allestendo in soli 21 minuti una batteria pronta al lancio. I missili Aster 30 (utilizzati anche dal sistema PAAMS impiegato dalla Marina) sono concepiti per intercettare bersagli aerei in un raggio di 100 chilometri e missili balistici a corto raggio (come quelli siriani). L’intero programma ha un costo previsto per l’Italia di 1,7 miliardi di euro ma assicura per la prima volta una capacità nazionale di difesa contro i missili balistici.

 

 

 

 

 

 

Uno degli aspetti militari che finora hanno ostacolato un intervento internazionale in Siria è costituito dalle decine di lanciatori di missili balistici (Iskander russi, Scud e derivati di origine nordcoreana e iraniana) di cui dispone il regime di Bashar Assad e che potrebbero venire impiegati per scatenare rappresaglie contro i Paesi vicini (Israele, Turchia e Giordania) anche impiegando testate chimiche. Dall’autunno scorso batterie di missili antimissile Patriot forniti da Stati Uniti, Olanda e Germania sono stati dislocati, su richiesta di Ankara, lungo il confine tra Siria e Turchia. Due batterie di Patriot americani sono state trasferite in aprile da Kuwait e Qatar in Giordania dove sono poste a difesa della base di Mafraq (che ospita i jet F-16, forze speciali e un migliaio di marines) e dei campi d’addestramento nei quali consiglieri militari statunitensi addestrano i miliziani dell’esercito Siriano Libero.

I giordani hanno manifestato preoccupazione per le conseguenze di un intervento militare internazionale in Siria durante il summit dei capi di stato maggiore dei Paesi arabi e Occidentali tenutosi ad Amman a fine agosto. Un incontro incentrato sulle “questioni legate alla sicurezza nella regione tra cui la ripercussione della crisi siriana, oltre a mezzi di cooperazione militare in modo da garantire la sicurezza della Giordania” come ha riferito un responsabile del governo. All’incontro ha partecipato anche il Capo di stato maggiore della Difesa italiana, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli e del resto la  cooperazione militare tra Roma e Amman è solida e vede da alcuni anni la partecipazione di forze speciali italiane ad esercitazioni negli ampi poligoni giordani. Nell’estate 2005 l’intera brigata aeromobile Friuli si rischierò in Giordania con truppe, blindati ed elicotteri per un ampio ciclo addestrativo con le forze del regno Hashemita.

La missione delle batterie missilistiche italiane in Giordania è stata seccamente smentita da fonti ufficiali della Difesa, interpellate dall’Adnkronos, come “priva di fondamento”. Eppure, secondo quanto risulta ad Analisi Difesa, della missione del 4° reggimento ad Amman è informata anche la Turchia, a conferma che l’operazione è stata concordata da Roma con gli alleati della Nato e i Paesi arabi in prima linea nella crisi siriana.  Non si può escludere che eventuali proigressi nel negoziato in corso per il disarmo chimico delle forze di Damasco scongiurino l’iintervento militare franco-statunitense e quindi i rischi di rappresaglie sulla Giordania, rendendo così superfluo il rischieramento delle batterie italiane di SAMP/T. Se la missione dovesse concretizzarsi si può ipotizzare l’impegno nei dintorni di Amman di almeno 200 militari italiani tra artiglieri, unità logistiche e forze di sicurezza quanto mai necessarie in un’area che potrebbe diventare zona di guerra da un momento all’altro.

Oltre al 4° reggimento, per la missione in Giordania sarebbero già state coinvolte le aziende del consorzio Eurosam (composto in quote uguali da MBDA Italia, MBDA France e Thales) chiamate a fornire supporto tecnico-logistico al rischieramento e ovviamente interessate al primo impiego operativo del SAMP/T, l’unico sistema europeo di difesa contro i missili balistici, in  gara per la commessa del sistema antimissile turco e oggetto di interesse da parte di molti altri Paesi anche in Asia Orientale. Nessuna fonte ha saputo precisare se alle batterie italiane verranno affiancati nella difesa antimissile della Giordania anche SAMP/T francesi mentre voci non confermate hanno riferito di un interesse turco a ospitare batterie antimissile italo-francesi che entrano così da protagoniste non solo nel teatro bellico siriano ma anche sul mercato della difesa contro i missili balistici he finora è stato in mano ai Patriot statunitensi prodotti da Raytheon.

Lo speciale di Silvio Lora-Lamia sul SAMP/T e il 4° reggimento “Peschiera”

Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli

Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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