Siria: i razzi della strage di Ghouta

(aggiornato il 23 settembre)

Al termine dell’ispezione in Siria il team dell’Onu guidato dallo svedese Ake Sellstrom ha scritto: “I campioni raccolti forniscono prove chiare e convincenti che sono stati utilizzati razzi contenenti gas sarin”. In particolare, gli ispettori Onu ritengono che nell’attacco del 21 agosto a Ghouta, periferia di Damasco, “sono state usate, in una scala relativamente ampia, armi chimiche contro civili, inclusi bambini” e che “i campioni ambientali, chimici e medici ….. forniscono chiare e convincenti prove sull’impiego di razzi terra-terra contenenti l’agente nervino sarin”. Tra gli elementi raccolti sono state identificate la traiettoria dei razzi, la quantità di gas scaricato sulla popolazione civile (350 litri di sarin) e le scritte in cirillico su alcuni missili.

Bashar al-Assad, che non ha mai negato il possesso di armi chimiche, reclama comunque l’estraneità del suo del suo esercito nell’attacco del 21 agosto, e forte del sostegno russo, di fronte alle telecamere, definisce il rapporto Onu “irreale”, invitando gli Stati Uniti ad assumersi l’onere economico e materiale dello smaltimento del suo arsenale chimico, un’arsenale che nega di aver mai utilizzato. Ad accusare Assad però non sono solo gli ispettori delle Nazioni Unite. Esistono altri rapporti che identificano nel rais il mandante della strage di Ghouta, da rapporto della Cia e quelli francese, britannico e turco.
E ci sono poi i rapporti agenzie non governative chesul campo hanno raccolto prove e testimonianze di chi ha vissuto quelle tragiche ore. Uno dei più accreditati è certamente quello di Human Right Watch (HRW) che In un report di 22 pagine parla di prove che “mostrano con forza come quella terribile mattina le truppe governative siriane abbiano lanciato sulla popolazione civile missili armati con testate chimiche”. Per il direttore dell’organizzazione statunitense che di occupa di diritti umani, Peter Bouckaert, “quel tipo di missile sarebbe in possesso, e usato, soltanto dalle forze governative siriane”. A colpire gli abitanti di Ghouta, e più esattamente quelli del quartiere orientale di Zamalka e di quello occidentale di Moadamiya, due tipi di razzi: l’MS-14 da 140 millimetri il Fajr-5 da 330 millimetri.

Il primo, identificato dalle dimensione, dagli ugelli del motore e da alcuni elementi dell’elettronica, oltre che dal caratteristico contrassegno “179”, tipico dei razzi fabbricati a Novosibirsk in era sovietica, sarebbe stato sparato dai uno dei 200 lanciatori BM-14 che Mosca consegnò alla Siria tra il 1967 e il 1969. Nell’attacco al quartiere di Zamalka i missili sarebbero partiti dall’Aeroporto militare di Mezzeh e dalla vicina base delle 4^ Divisione corazzata, che distano rispettivamente quattro e circa sei chilometri dal luogo del bombardamento e che rientrano perfettamente nel range dell’MS-14 che è di 3,8-9,8 km. Utilizzato per la prima volta dall’inizio del conflitto, il razzo da 144 mm può essere armato con testate a frammentazione (M-14-OF), fosforo bianco ((M-14-D) o chimiche (MS-14) che hanno un carico utile di 2,2 Kg di Sarin.

I razzi da 330 millimetri armati con 60 litri di gas nervino, sarebbero invece compatibili con i missili iraniani sparati dal lanciatore Falaq-2. Utilizzati in diversi attacchi – a Daraya e Adra, sobborghi di Damasco, e a Khalidiya, località nel governatorato di Homs – sarebbero stati rinvenuti con una numerazione rossa simile a quella presente in razzi trovati equipaggiati con una spoletta per il caricamento dell’agente chimico sulla testata. La Siria dispone in quantità significative di due agenti nervini, il Sarin e il VX. Il primo,che in genere colpisce se inalato, è un agente tossico non persistente che degrada piuttosto rapidamente e si disperde nell’atmosfera; il secondo è 5-10 volte più tossico, è mortale e in genere aggredisce attraverso l’inalazione, la pelle, gli occhi o le mucose

Fonte: ITlog Defence

RETTIFICA del 23 settembre 2013

Nell’articolo “Siria: i razzi della strage di Ghuta” è stato erroneamente indicato il quartiere orientale di Zamalka come target dei razzi partiti dall’Aeroporto militare di Mezzeh e dalla vicina base delle 4^ Divisione corazzata; in realtà le testimonianze raccolte da Human Right Watch indicano come obbiettivo il quartiere occidentale di Moadamiya.
Ad integrazione di quanto riferito si precisa che il 21 agosto nell’area di Ghouta, ed in particolare su Zamalka e nelle zone confinanti, sarebbero caduti almeno otto razzi da 330mm,  Secondo quanto riportato da HRW due razzi avrebbero centrato al-Mahariq Street, uno sarebbe esploso non lontano dalla Moschea Hamza, tre nei pressi della Moschea al-Tawfiq e accanto alla vicina scuola elementare e uno su al-Tahoun Street. Nel quartiere Moadamiya un razzo da 140mm avrebbero centrato un’abitazione che sorge a poche decine di metri dalla Moschea Rawda e altri tre, sempre da 140mm,sarebbero caduti tra Qahweh Street e Zeytouneh Street.

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