Siria: Putin valuta l’opzione Iran

In Russia c’è chi spinge perché il Cremlino autorizzi l’invio di aiuti militari all’Iran; secondo la stampa moscovita la richiesta sarebbe legata al teatro siriano e più precisamente alla decisione di Washington di attaccare le forze leali al presidente Bashar Al-Assad. Una ritorsione confermata martedì scorso dallo stesso quotidiano Kommersant che citando fonti anonime parla della recente iniziativa del presidente russo Vladimir Putin, il quale avrebbe già ordinato la stesura di un nuovo accordo da sottoporre a Teheran per la fornitura di sistemi di difesa missilistica S-300 VM Antei-2500 (codice NATO SA-23 Gladiator). Il sostegno militare sarebbe giustificato dalla mancata vendita degli S-300 PMU-1 (codice NATO SA-20 Gargoyle) congelati nel 2010 a fronte dell’affare sottoscritto tre anni prima dai due paesi.
Sempre attraverso il Kommersant,  il portavoce del Cremlino, Dmitry Peslov, ha confermato che Putin parlerà di Antei-2500 e di nucleare con la controparte iraniana Hassan Rouhani al prossimo meeting dell’ Organizzazione di Shanghai per la cooperazione, riunione che questo anno si terrà in Kyrgyzstan. Ma quale potrebbe essere la reale destinazione degli Antei? C’è chi scommette che una volta arrivate in Iran, le batterie missilistiche  verrebbero spedite in Siria per essere consegnate all’esercito siriano. Negli ultimi 60 anni la Russia è stata il principale fornitore militare della Siria e quando non ha potuto farlo direttamente lo ha lasciato fare ad uno dei paesi satellite o ad uno agli alleati più fedeli.Tra il 1950 e il 2000 Mosca ha venduto ai regimi di Hafiz al-Assad e di suo figlio Bashar centinaia di aerei, elicotteri e sistemi di difesa aerea: L-39, MiG-23, S-22, Mi-24 ed S-200. Secondo i dati pubblicati dal Stockholm International Peace Research Institute (Sipri) nel 1970 negli anni Novanta è stata la Corea del Nord ad alimentare l’arsenale missilistico siriano, mentre tra il 2008 e il 2011  l’import di armamenti è arrivato per il 71% dalla Russia, per il 14% dall’Iran e per l’11% dalla Bielorussia.

Fonte:  ITlog defence

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