Afghanistan: ultimo round per l’accordo militare con gli USA

Il segretario di Stato Usa John Kerry è giunto a Kabul per colloqui con il presidente afghano Hamid Karzai.. La visita non era stata annunciata e arriva a pochi giorni dalla ‘deadline’ del 31 ottobre posta da Barack Obama per chiudere i negoziati sull’accordo bilaterale sulla sicurezza per il dopo 2014. L’intesa, nota come Bsa (Bilateral Security Agreement), serve per definire la natura della presenza militare statunitense in Afghanistan dopo il prossimo anno. L’accordo bilaterale, in fase di negoziazione, tra Afghanistan e Stati Uniti sulla sicurezza sta mettendo a dura prova la pazienza di Washington. Lo scorso giugno Barack Obama ha dato il 31 ottobre come ‘deadline’ per la chiusura dell’intesa. Nel caso non dovesse essere definita, la ‘minaccia’ è che gli Usa sarebbero pronti a ritirare tutte le truppe alla fine del prossimo anno. Il presidente afghano Hamid Karzai, che nel 2014 lascerà la presidenza, ha già risposto che Kabul ”non ha fretta” e ha annunciato che intende convocare una Loya Jirga, una ‘grande assemblea’, per discutere dell’intesa.

Con l’avvicinarsi della ‘deadline’ e il persistere delle divergenze, la Casa Bianca appare sempre più intenzionata ad abbandonare il progetto di una costosa partnership a lungo termine con l’Afghanistan. Nonostante gli appelli alla pazienza del Pentagono, la maggior parte dell’amministrazione è stanca di Karzai, al potere di fatto dal 2001, e considera l’Afghanistan sempre meno una priorità rispetto ad altri dossier. “Il 31 ottobre è il nostro obiettivo – ha detto un funzionario di alto livello dell’amministrazione di Washington – Il presidente è stato chiaro”. E, ha aggiunto, l’unica ragione per far saltare l’accordo può essere “il fatto che gli afghani non vogliano quel che stiamo offrendo”. I negoziati sul Bsa (Bilateral Security Agreement) sono iniziati lo scorso anno. Su alcuni punti è stato raggiunto l’accordo, ma sul tavolo ci sono ancora diverse questioni spinose. Tra le condizioni poste da Kabul, secondo la stampa afghana, la stabilizzazione dell’Afghanistan, l’equipaggiamento delle forze di sicurezza afghane e il rafforzamento dell’economia. Durante i colloqui Karzai ha anche manifestato preoccupazione per le vittime civili dei raid aerei Usa. Un oggetto del contendere resta l’insistenza degli Usa ad avere libertà di condurre operazioni di intelligence e antiterrorismo, mentre Kabul preme per la condivisione delle informazioni d’intelligence. E c’è la richiesta di Karzai di un impegno americano per la difesa del Paese da interventi esterni.

La richiesta va letta in chiave Pakistan.L’accordo Bsa è ritenuto cruciale per l’impegno della comunità internazionale nel finanziamento del governo di Kabul, nel sostegno alle sue forze di sicurezza e per il futuro della presenza delle truppe straniere, non solo statunitensi. La comunità internazionale si è già impegnata a ‘investire’ almeno quattro miliardi di dollari l’anno dopo il 2014 per l’equipaggiamento e l’assistenza alle forze di sicurezza afghane e altri quattro per l’assistenza allo sviluppo. Ma senza l’accordo difficilmente si andrà avanti, anche perché la maggior parte dei fondi sono Usa. Sulla base dell’intesa, gli Usa contano di lasciare i propri militari in Afghanistan – molto probabilmente tra i cinquemila e i diecimila – per l’addestramento e il supporto alle forze di sicurezza locali. Attualmente nel Paese sono dispiegati 52mila soldati americani. Alcune settimane fa a suscitare le ire di Karzai, già infuriato per i negoziati tra gli Usa e i Talebani, è stato il blitz nella provincia di Logar – denunciato da Kabul – in cui le forze Usa hanno preso in custodia un leader dei Talebani pakistani mentre l’intelligence afghana lavorava da mesi per ‘reclutarlo’. Per gli ufficiali afghani il ‘lavoro’ con Latif Mehsud era una delle operazioni più importanti in corso delle forze di sicurezza. Secondo il portavoce di Karzai, Aimal Faizi, dopo mesi di trattative Mehsud aveva acconsentito a incontrare agenti dei servizi afghani (Nds), ma è stato invece preso dagli americani che ”lo hanno portato a Bagram”.

Neanche una parola è arrivata dal Pentagono e dalla Cia, ma due ufficiali americani – coperti da anonimato – hanno confermato che Mehsud e’ sotto la custodia dei militari Usa.- Non solo, ma a far infuriare Karzai c’è anche la vicenda del mullah Abdul Ghani Baradar, ‘numero due’ dei Talebani afghani. Il mullah Baradar era stato liberato il mese scorso dal Pakistan, dopo essere stato catturato nel 2010 quando era probabilmente coinvolto in trattative con il governo afghano. Il mullah Baradar, ritenuto una pedina importante per il processo di riconciliazione in Afghanistan, questa settimana è stato però posto agli arresti domiciliari a Karachi. Karzai ha immediatamente sospettato che dietro la mossa ci fosse lo zampino degli americani. Anche in questo caso, neanche una parola dalla Cia e dal Dipartimento della Difesa. A spiegare il fastidio di Washington per l’atteggiamento di Karzai è un funzionario dell’amministrazione Usa, coperto da anominato, secondo il quale “alcune” delle preoccupazioni espresse da Karzai durante i colloqui per l’accordo Bsa “sono francamente qualcosa tra il frustrante e l’offensivo”. Resta aperta la possibilità che gli Usa debbano discutere dell’intesa con il nuovo presidente afghano che verrà eletto il prossimo aprile. La ‘deadline’ di ottobre è ritenuta cruciale anche per evitare che i negoziati sul Bsa diventino argomento di campagna elettorale in Afghanistan in vista delle presidenziali del 5 aprile. In ogni caso, secondo un funzionario americano, a tutti i dipartimenti Usa con una presenza in Afghanistan è stato chiesto di definire piani per l’eventuale ruolo degli Usa nel Paese in caso non venga concluso il Bsa.

Per il Dipartimento di Stato, la possibile assenza delle truppe americane e di altri contingenti alleati significherebbe la chiusura del consolato a Herat e l’archiviazione dei progetti per l’apertura di sedi diplomatiche a Mazar-e Sharif e Kandahar. Per un alto funzionario della Difesa, invece, gli Usa “stanno pianificando solo opzioni considerando la firma del Bsa”. Il confronto politico con Karzai ha del resto preso una piega sempre peggiore negli ultimi tempi. L’8 ottobre  il presidente afghano ha attaccato duramente la missione militare internazionale. “L’intervento della Nato in Afghanistan ha causato solo sofferenze, molte perdite di vite umane e nessun profitto perché il Paese non è più sicuro di prima” ha detto Karzai alla Bbc. “Quello che volevamo era la sicurezza assoluta e non una guerra contro il terrorismo, perché anche i talebani sono afghani e dovrebbero avere la possibilità di partecipare alle elezioni”.

Con fonte Adnkronos

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