Ma gli USA hanno più armi chimiche della Siria

Il Premio Nobel per la pace attribuito  all’Organizzazione per la proibizione della armi chimiche (Opac) ha offerto una buona occasione per fare il punto sulla presenza residua di questi arsenali. Nonostante 189 Paesi abbiano firmato e ratificato la Convenzione dell’Aja del 1997 sulla proibizione delle armi chimiche (la Siria sarà il 190mo) solo tre hanno completato la distruzione dei loro arsenali: Albania, India e corea del Sud. Tutti gli altri procedono con molta lentezza nel costoso  smaltimento delle armi C, incluse le grandi potenze. Poco o nulla si sa degli arsenali cinesi, Francia e Gran Bretagna hanno dismesso e stoccato in aree sicure le armi chimiche ma secondo i dati dell’OPAC non le avrebbero ancora distrutte tutte. Washington ha smantellato il 90 per cento delle 30 mila tonnellate di armi chimiche in suo possesso ma il restante 10 per cento, pari a 3 mila tonnellate di armi, costituisce almeno il triplo di quelle che si ritiene siano in dotazione alle forze siriane. Soprattutto per ragioni di costo, Mosca ha distrutto solo il 57 per cento delle 40 mila tonnellate di gas e conta di completare il processo solo  entro il 2020.

La Birmania ha firmato la Convenzione ma non l’ha ratificata e in passato ha impiegato i gas contro i ribelli Karen. Anche Israele, che di certo ha sviluppato sofisticati nervini,  non ha ratificato la convenzione per evitare le ispezioni dell’OPAC nell’area segreta di Dimona sede del suo arsenale atomico. Cinque Paesi non hanno neppure firmato la Convenzione dell’Aja. L’Angola ha avuto a disposizione armi chimiche sovietiche negli anni ’80. Il Sud Sudan è nato due anni or sono e la Somalia è tornata ad esistere come entità statale solo da pochi mesi m entrambi i Paesi hanno eserciti raffazzonati che difficilmente potrebbero impiegare armi chimiche. L’Egitto invece è stato il, primo Paese arabo a dotarsi di queste armi e a impiegarle nel conflitto yemenita degli anni ’60. Oggi dispone di un’ampia dotazione di fosgene, Vx e Sarin. L’arsenale chimico più rilevante resta quello nordcoreano accreditato di 5 mila tonnellate di armi pronte all’uso e di una capacità produttiva annua di 4.500 tonnellate di aggressivi chimici.

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