Operativa la base italiana a Gibuti

dell’inviato Vincenzo Sinapi – ANSA – Gibuti
Nasce su una superficie di 5 ettari, nel bel mezzo del deserto di Gibuti (“il Paese piu’ caldo del mondo”), in un’area che prima era un cimitero di automobili e camion, la “prima vera base logistica operativa” delle forze armate italiane fuori dai confini nazionali. Sarà il quartier generale dei marò impegnati nella protezione dei cargo dagli attacchi dei pirati, la base di team di forze speciali pronti a vari tipi di interventi, dall’antiterrorismo alla liberazione di ostaggi. Un “avamposto permanente” in un’area di “enorme importanza strategica”, come ha detto il capo di Stato maggiore della Difesa, Luigi Binelli Mantelli, che oggi ha di fatto tenuto a battesimo l’infrastruttura. “Un’area destinata ad essere più importante e strategica di Suez e di Gibilterra”, ha spiegato l’ammiraglio Binelli Mantelli, ricordando le rotte attuali, e soprattutto future, dei traffici mercantili mondiali. “Non è un caso, del resto, se molti Paesi, dal Giappone alla Francia, agli Stati Uniti, hanno istallato qui delle loro basi militari. Ora ci siamo anche noi. E ci saremo per molti anni”. E i soldi? Secondo Binelli Mantelli per una volta non sono un problema. E l’investimento, comunque, vale la pena. “La nostra presenza qui è di fondamentale importanza, e costa tre milioni l’anno. Se non possiamo permetterci nemmeno questi tanto vale che andiamo a fare i ferrovieri”. La realizzazione della base interforze italiana di Gibuti e’ stata affidata al 6/o Reggimento Genio pionieri di Roma (la Task force Trasimeno) che nell’arco di un paio di mesi ha bonificato l’area, predisposto i servizi idrici ed elettrici e costruito i primi alloggi che proprio da oggi ospiteranno un centinaio di militari. I lavori saranno ultimati nei prossimi mesi.

 

 

 

 

 

 

 

 

La Somalia dista un tiro di scoppio (6-7 chilometri in linea d’aria dalla base) ma a Gibuti la situazione “è tranquilla”, assicura il colonnello Cesare Canicchio, comandante della task force. “Per ora i problemi sono altri: il gran caldo, l’umidità e la polvere, la non puntualità dei fornitori locali, le aspettative da parte della gente del posto: molti sono poverissimi, vengono da noi per chiedere un lavoro e sono possibili ‘vivaci’ rimostranze”. In ogni caso, la base sarà “pienamente operativa entro la fine dell’anno ed allora – ha detto l’ammiraglio Binelli, che ha ringraziato i genieri per il ‘miracolo’ che sono riusciti a fare in così poco tempo – avremo un avamposto prezioso in un’area nevralgica. Da qui il controllo, la sorveglianza dei traffici e la capacità di reazione saranno di gran lunga maggiori.”

 

 

 

 

 

 

 

 

L’ammiraglio Binelli Mantelli ha spiegato come questa infrastruttura sia “enormemente strategica ora e lo sarà ancora di più nei prossimi anni”. Gibuti, infatti, è nevralgica “sia per quanto riguarda l’antipirateria, sia per il contrasto al terrorismo” a ridosso com’é sia della Somalia sia dello Yemen, “sia per la sorveglianza dei traffici mercantili. Sarà più importante di Suez e Gibilterra” ha detto l’ammiraglio. “Non a caso molti Paesi, dal Giappone (che ha speso 40 milioni di dollari per realizzare la sua base –NDR) agli Usa, hanno qui loro installazioni militari”. La capacità massima complessiva della base sarà di circa 300 persone. A Gibuti faranno base, tra gli altri, i marò dei Nuclei militari di protezione, che proteggono i cargo dagli attacchi dei pirati, e team di forze speciali pronti ad interventi di vario tipo, dall’antiterrorismo alla liberazione di ostaggi.

 

Foto SMD

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