Congo: i ribelli di M-23 smobilitano

Adnkronos – Il governo della Repubblica democratica del Congo ha annunciato di aver ottenuto una “vittoria totale” sulla ribellione del movimento M23. “Gli ultimi residui degli M23 hanno appena abbandonato le loro roccaforti di Chanzu e Runyonyi sotto la pressione dell’esercito congolese, ha indicato il ministro delle Comunicazioni e portavoce del governo congolese Lambert Mende in un comunicato ricevuto dall’ Afp spiegando che i ribelli, compreso il loro comandante Sultani Makenga, sono fuggiti in Ruanda.
L’annuncio della resa dei ribelli M23 apre speranze di pace per la Repubblica Democratica del Congo. “Abbiamo deciso di mettere fine alla rivolta e di cercare una soluzione solo con mezzi politici”- si legge in una dichiarazione firmata dal leader dei ribelli, Bertrand Bisimwa – ” i comandanti delle maggiori unità devono prepararsi al disarmo, la smobilitazione e la reintegrazione sulla base dei termini concordati con il governo del Congo”. “La cessazione delle ostilità da parte di M23 é buon primo passo. Deve seguire una dichiarazione della fine della rivolta. La guerra deve finire”, ha twittato Martin Kobler, capo della missione Onu di peacekeeping in Congo. La dichiarazione dei ribelli é’ giunta poco dopo che le forze armate di Kinshasa hanno annunciato di aver conquistato l’ultima roccaforte dell’M23 al termine di un’offensiva militare sulle colline di Runyonyi e Chanzu nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo.

L’offensiva segue una rottura avvenuta venerdì ai colloqui di pace che si svolgono a Kampala, capitale dell’Uganda. L’M23 (movimento 23 marzo) si è formato all’inizio del 2012 quando circa 300 soldati congolesi, in gran parte di etnia Tutsi, si sono ribellati accusando il governo di aver rotto i patti in base al quale erano stati integrati nell’esercito nel 2009. La rivolta ha riacceso le violenze nella regione mineraria del Nord Kivu al confine con Ruanda e Uganda, due stati accusati di sostenere i ribelli con armi e denaro. Dall’aprile 2012 oltre 10mila persone sono fuggite dalla regione e dalla città di Goma, brevemente occupata dai ribelli, per sfuggire al conflitto. Persone che si sono aggiunte ai 2,6 milioni di sfollati delle precedenti violenze, iniziate con il genocidio del 1994 in Ruanda. Oltre 800mila tutsi e hutu moderati furono allora massacrati da estremisti di etnia Tusti, in 100 giorni di violenze che poi si estesero al vicino Congo dando via ad una sorta di guerra civile strisciante.

Altre milizie -come le Forze Democratiche di Liberazione del Ruanda e le Forze democratiche Alleate dell’Uganda- operano in Congo e minacciano la sua sicurezza. Ma il governo promette di continuare l’azione militare per pacificare la regione. “E’ la prima volta che il governo congolese é riuscito a sconfiggere un’importante rivolta, ed é la prima volta dal 1996 che un grosso gruppo armato legato al Ruanda non é più presente in Congo”, nota l’americano Jason Stearns, esperto del paese africano, che definisce “storica” la resa dell’M23. “E’ un passo nella giusta direzione, che deve essere seguito dal disarmo e la smobilitazione di altri gruppi armati così come da un ampio dialogo politico”, aggiunge l’inviato americano in Congo, Russell Feingold.

Foto AFP

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