La Cavour guida la campagna “Sistema Paese in movimento”

Alla presenza del ministro della Difesa, Mario Mauro, si è svolta presso il Circolo Ufficiali delle Forze Armate d’Italia in Roma la conferenza stampa di presentazione della campagna navale “Sistema paese in movimento” incentrato sul gruppo navale costituito dalla portaerei Cavour, dalla fregata Bergamini, dal pattugliatore Comandante Borsini e dall’unità di supporto logistico Etna. Lo scopo di questa  campagna navale che si svilupperà dal prossimo 17 novembre da Civitavecchia per concludersi a Taranto il 7 aprile 2014 è quello di promuovere il made in Italy in tutte le sue sfaccettature sia industriali che commerciali inserite in una cornice di un’operazione umanitaria. Si tratta di una vetrina delle eccellenze imprenditoriali montata per offrire una visione globale delle nostre capacità a 20 paesi che verranno toccati dal gruppo navale, 13 paesi africani e 7 del Golfo Arabico. I lineamenti della campagna navale sono stati esposti dal Capo di stato maggiore della Marina, ammiraglio De Giorgi, che ha sottolineato come la missione si prefigge tre obbiettivi in particolare.

Il primo è quello dell’addestramento delle nostre unità in scenari lontani dai nostri mari con tutte le implicazioni che ne derivano, operando con gruppi navali alleati o dei paesi amici dove per questi ultimi si offre loro la possibilità di incrementare la loro capacità operativa con la finalità ultima di acquisire l’autonomia necessaria per contrastare le diverse tipologie di minacce asimmetriche, non ultima la pirateria. Il secondo aspetto riguarda il concetto della sicurezza marittima offerta dal deterrente rappresentato dal gruppo navale con una portaerei e infine il terzo punto è quella dell’assistenza umanitaria nei confronti delle popolazioni, specie quelle africane: un’attività che conferisce alla missione un valore aggiunto di spessore. Ricordiamo che nel 2010 proprio la portaerei Cavour venne impiegata nell’operazione White Crane per aiutare la popolazione di Haiti colpita da un violento terremoto; quell’operazione segnò il battesimo del mare per l’ammiraglia della Marina Militare. I costi della missione dovrebbero aggirarsi sui 20 milioni di euro dove 10 milioni sono per i carburanti e 3 milioni per le attività di supporto nei porti che verranno toccati dalla missioni. Una spesa coperta integralmente dagli sponsor della campagna come ha sottolineato De Giorgi.I restanti 7 milioni sono a carico dell’amministrazione Difesa per le indennità di imbarco e di missione.

La campagna navale si avvale della partecipazione di diversi sponsor industriali cui Beretta, Gruppo Ferretti, Blackshape, Federlegno Arredo, Elettronica, Intermarine, Mermec Group mentre le aziende del gruppo Finmeccanica sono presenti in toto presentando a bordo della Cavour e sul ponte di volo la loro produzione più aggiornata: AgustaWestland (NH90 e AW.101), OTO Melara (sistema d’arma 127/64 LW Vulcano e relativa famiglia di calibri, STRALES evoluzione dei cannoni navali da 76 mm, munizione guidata DART), Selex ES (fornitore e integratore di sistemi radar e di combattimento tra cui i sistemi imbarcati sulle fregate FREMM una delle quali partecipa alla campagna), WASS (siluro pesante Black Shark, siluro leggero A244/S Mod.3, contromisure e sonar), Telespazio (comunicazioni integrate e geoinformazione) e MBDA. Quest’ultima parteciperà alla campagna navale presentando i missili Aspide 2000, Aster 15 e 30, Marte MK2/S e Teseo/Otomat. Saranno presentati anche i sistemi d’arma missilistici che compongono il weapon package dell’Eurofighter come il Marte ER (Extended Range), lo Storm Shadow, il Meteor e il Brimston DM (Dual Mode). Tra le aziende che partecipano alla campagna navale “Sistema paese in movimento non potevano essere assenti, tra le altre, Fincantieri e Elettronica.

Il capo di Stato maggiore della Difesa ammiraglio Binelli Mantelli, ha rilevato che “tutte le operazioni militari hanno un costo, ma sono anche un investimento per il Paese ed è dunque bene approfondire tutti gli aspetti prima di fare facili critiche”.
Il ministro della Difesa, Mauro, ha sottolineato come questa campagna navale contribuisca “al recupero della competitività del nostro paese”. Produrre sicurezza vuol dire anche dare ad un Paese come il nostro la possibilità di inserirsi nello scenario globale con prodotti di eccellenza che in alcuni casi sono prodotti di nicchia. Tra i partner della campagna navale sono presenti i ministeri degli Esteri, dello Sviluppo Economico, dei Beni Culturali, l’Istituto per il Commercio Estero e la Croce Rossa che imbarcherà 60 infermiere volontarie.

Una iniziativa, come spiega il capo unità di coordinamento del ministero degli Esteri, Luigi Maria Vignali, per la “promozione del sistema paese e per il coinvolgimento delle nostre ambasciate per dimostrare quello che è il valore aggiunto della cosiddetta diplomazia della crescita”. Per il presidente dell’ICE, Riccardo Monti, “i paesi che toccheremo oltre a essere importanti dal punto di vista politico e militare, sono per noi dei nuovi mercati.  La cosa unica di questa iniziativa è che in molte di queste città dove la Cavour si fermerà questo sarà l’evento dell’anno, dovunque andremo si ricorderanno per molto tempo dell’Italia e delle cose che l’Italia può fare”.

La campagna “Sistema Paese in movimento” non convince l’onorevole Gian Piero Scanu, capogruppo Pd in commissione Difesa della Camera. “Chiediamo al ministro della Difesa Mario Mauro di chiarire in commissione Difesa la natura della missione. Tra le unità impegnate in questa iniziativa, al quanto insolita e sicuramente senza precedenti, ci sono la portaerei Cavour, la Fregata Bergamini e la nave Etna”. Secondo Scanu, “è per lo meno discutibile che a bordo della nave Cavour ci siano, come abbiamo appreso da recenti anticipazioni di stampa, una ventina di espositori, anche istituzionali, come l’Istituto per il commercio estero, Expo Milano 2015, la Fincantieri, la Finmeccanica, la società missilistica Mbda e quella elicotteristica Augusta Westland oltre ad Eni, Federlegno e Gruppo Ferretti, produttore di Yacht e motoscafi. Non avremmo mai pensato di arrivare al punto in cui navi militari, tutt’al più impiegabili al sostegno della protezione civile, come già accaduto dopo il terremoto di Haiti, venissero utilizzate per la promozione del ‘made in Italy’, ospitando a bordo stand di espositori come in una qualsiasi fiera campionaria”.

Federico CerrutiVedi tutti gli articoli

Nato a Roma, dove risiede e lavora, ha iniziato la sua carriera giornalistica nel 1965 con la rivista Oltre il Cielo occupandosi di spazio sia civile che militare e con la testata Ali Nuove. Nel 1971 ha iniziato a lavorare con Alata e dal 1979 con Difesa Oggi della quale divenne caporedattore lavorandovi fino al 1998. Ha collaborato con Rivista Aeronautica, il quotidiano Europa, il Centro Militare Studi Strategici (Cemiss) e svolto alcune attività con il SIOI. Dal 2001 è defence editor di Analisi Difesa.

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