Seul sceglie l’F-35 e punta alle portaerei
Seul si riarma e punta su F-35 e portaerei. Dopo un lungo dibattito circa la scelta del nuovo cacciabombardiere il Ministero della Difesa della Corea del Sud ha modificato i requisiti operativi enfatizzando la capacità di penetrare nello spazio aereo avversario senza essere visto dai radar. Alla decisione ha fatto seguito venerdì l’annuncio della commessa di “40 cacciabombardieri stealth ad elevata capacità” in un comunicato che non induca il nome del velivolo selezionato che giocoforza sarà l’F-35A realizzato da Lockheed Martin, a differenza degli altri due velivoli in gara (il Boeing F-15 Silent Eagle e l’Eurofighter Typhoon) progettato come velivolo con spiccate caratteristiche “stealth”. La decisione, che dovrà essere ratificata dal governo e contrattualizzata con l’azienda statunitense entro l’anno prossimo, mette fine alla lunga e non priva di polemiche gara per il nuovo jet di Seul in cui due mesi or sono venne annunciata la vittoria dell’F-15, unico dei tre concorrenti in grado di rispettare i parametri iniziali della gara ristretta a tre concorrenti: la possibilità di acquisire 60 velivoli al costo di 7,8 miliardi di dollari, cifra messa a disposizione da Seul per rimpiazzare oltre un centinaio di vecchi F-4 ed F-5 nei ranghi dell’aeronautica (guarda il video).
Con grande sorpresa di Boeing, a fine settembre Seul rimise in discussione l’aereo selezionato a causa delle “limitate capacità stealth dell’F-15”, anticipando così la successiva modifica dei requisiti che infatti ora prevedono solo 40 velivoli con capacità “stealth”: caratteristiche tagliate su misura per l’F-35 che è più costoso dei suoi due concorrenti. Certo il Ministero della Difesa sudcoreano ha giustificato la modifica dei requisiti con la priorità di dotarsi di velivoli “stealth” da impiegare in caso di guerra con i nordcoreani per attacchi in profondità in particolare contro le basi nucleari e missilistiche di Pyongyang e con la considerazione che Cina e Giappone stanno dotandosi di aerei a bassa visibilità radar. Condizioni già note da tempo ma inizialmente non contemplate nei requisiti richiesti al nuovo velivolo.
A influenzare la selezione dell’F-35 hanno contribuito anche le forti pressioni di Washington (che in Corea del Sud schiera ancora 28 mila militari a garanzia contro attacchi dal Nord) a favore del velivolo di Lockheed Martin e l’acquisizione dello stesso tipo di aereo da parte di Tokyo. I jet statunitensi dovrebbero entrare in servizio in due squdroni delle forze aeree sudcoreane tra il 2018 e il 2024 ed è prevista nel 2023 un’opzione per altri 20 cacciabombardieri. Le compensazioni ottenute da Lockheed Martin riguardano un satellite per comunicazioni militari, un centro di addestramento per il cyber warfare e supporto tecnologico per lo sviluppo del nuovo cacciabombardiere sudcoreano KF-X, il velivolo da combattimento indigeno ora in fase di sviluppo. La scelta dell’F-35 potrebbe inoltre avere a che fare anche con il potenziamento navale ora che Seul ha deciso di giocare un ruolo non certo secondario nella corsa al riarmo scatenata da Pechino e allargatasi ormai a tutte le marine asiatiche.
Il programma di nuove costruzioni sudcoreano prevede entro i prossimi 20 anni l’acquisizione di due portaerei di dimensioni simili all’italiana Cavour (circa 30 mila tonnellate) che potranno imbarcare elicotteri e cacciabombardieri a decollo corto e atterraggio verticale (Short take off vertical landing- Stovl). Esistono solo due modelli di velivoli con simili caratteristiche: gli AV-8B Harrier utilizzati da molti anni dai marines statunitensi e la versione B dell’F-35 con la quale gli stessi marines intendono nei prossimi anni rimpiazzare gli Harrier. Non si può quindi escludere che in futuro i sudcoreani potenzino gli ordini di F-35 o esercitino l’opzione di 20 ulteriori esemplari puntando proprio sulla versione B, la stessa in acquisizione in Italia anche per l’impiego a bordo della portaerei Cavour. Le esigenze sudcoreane in tal senso potrebbero inoltre risultare a più breve scadenza rispetto ai tempi richiesti dalle nuove portaerei considerato che sulla seconda e terza portaelicotteri da assalto anfibio da 19mila tonnellate classe Dokdo (nella foto sopra) verranno installate rampe “sky jump” per il decollo di cacciabombardieri Stovl. Lo stato maggiore sudcoreano starebbe valutando la possibilità di acquisire Harrier di seconda mano e successivamente i nuovi F-35. Del resto Seul sembra interessata ad acquisire anche 18 S-3 Viking, velivoli antisommergibile prodotti sempre da Lockheed Martin e ampiamente disponibili sul mercato dell’usato statunitense dopo che la Us Navy li ha radiati nel 2009 dalle sue portaerei.
Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli
Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.