Intesa Giappone-Usa per la nuova base dei Marines a Okinawa
Ansa – Gli Stati Uniti hanno oggi incassato il consenso del governatore di Okinawa allo spostamento della loro base militare da una parte all’altra dell’isola giapponese, simbolo della Seconda guerra mondiale. Ma la strada per realizzare un passo avviato oltre 15 anni fa e ritenuto di grande importanza per le forze Usa nella strategica regione Asia-Pacifico sembra in realtà ancora tutta in salita. “Il raggiungimento di questa pietra miliare è una chiara dimostrazione alla regione che l’alleanza (tra Usa e Giappone) è in grado di gestire problemi complessi per affrontare le sfide di sicurezza del 21/mo secolo”, ha subito commentato il segretario alla Difesa Usa Chuck Hagel. Per gli Usa, così come per il premier giapponese Shinzo Abe, l’approvazione da parte del governatore Hirokazu Nakaima rappresentata di fatto una risposta alla crescente influenza militare cinese, che da tempo sta causando un aumento della tensione nella in Estremo Oriente. Una tensione peraltro apparsa ben chiara dopo la visita compiuta ieri da Abe allo Yasukuni Shrine, il ‘Santuario della pace nazionale’ dedicato ai soldati che morirono combattendo al servizio dell’Imperatore. La mossa ha immediatamente innescato le reazioni di Pechino e anche di Seul, che considerano il santuario un simbolo dell’occupazione e dell’aggressione militarista nipponica del passato.
Per Washington lo spostamento nel nord di Okinawa della Marine Corps Air Station Futenma, che attualmente sorge accanto alla popolosa città di Ginowan (come si evince facilmente dalla foto d’apertiura), rientra nel progetto di un più ampio ridispiegamento di forze nel Pacifico. Le forze Usa ad Okinawa dovrebbero infatti scendere da diciottomila a diecimila mentre il loro numero dovrebbe aumentare sull’isola di Guam (+5.000), in Australia (+2.500) e alle Hawaii. Non è però detto che il progetto vada in porto in questi termini. Contro l’accordo tra Usa e Giappone per spostare la base di Okinawa da Ginowan a Henoko Bay, che risale originariamente al 1996, si batte infatti una gran parte della popolazione dell’isola, adducendo motivi di sicurezza, d’inquinamento ambientale e di criminalità; ricordando come ad esempio nel 2004 un elicottero militare si fosse schiantato su un edificio di un’università locale e citando il precedente criminale dello stupro di gruppo commesso su una ragazzina nel 1996 da un ‘branco’ di soldati americani. Non a caso, subito dopo l’annuncio della firma da parte del governatore, circa duemila persone si sono radunate in segno di protesta davanti alla sede del governatorato. E lo stesso governatore Nakaima ha ammesso di considerarsi scettico sul futuro dell’accordo. “Ho dato il mio consenso legale, ma lo spostamento non sarà facile -ha affermato – non credo che la fattibilità sia molto alta. Spostare la base da Okinawa sarebbe un piano migliore”.
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