Al-Qaeda rilancia la rivolta sunnita in Iraq
![](https://www.analisidifesa.it/wp-content/uploads/2016/11/iraqi-soldiers-m-16-arab-states_net-10.jpg)
Si inasprisce pericolosamente la rivolta sunnita delle regioni occidentali irachene, confinanti con la Siria in guerra, contro il governo del premier sciita Nuri al Maliki: centinaia di miliziani qaedisti hanno preso parte oggi alle battaglie in corso a Falluja e Ramadi, teatri da quattro giorni di scontri armati seguiti alla sanguinosa repressione delle forze governative contro manifestanti locali. I battaglioni delle forze d’élite e unitòà corazzate di Baghdad sono stati dispiegati dentro e attorno alle due città simbolo della resistenza irachena all’invasione anglo-americana del 2003, dopo che gruppi armati composti da consigli tribali e membri dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isis) hanno preso possesso di alcuni quartieri di Ramadi e Falluja.
Da oltre un anno Ramadi, capoluogo della turbolenta provincia di al Anbar, confinante con quella orientale siriana di Dayr az Zawr, è diventata il centro della contestazione sunnita contro Maliki, sostenuto dall’Iran e dagli Stati Uniti e accusato da più parti di voler marginalizzare politicamente ed economicamente la comunità sunnita. Lunedì scorso lo stesso Maliki aveva ordinato all’esercito di sgomberare il sit-in permanente a Ramadi, definito dai media governativi come “un assembramento di al-Qaeda”. Ma l’azione di forza di lunedì scorso aveva fatto scattare la scintilla: migliaia di abitanti di Ramadi e di altre località vicine, tra cui Falluja, erano scesi in strada, mentre altri avevano imbracciato le armi per resistere a quella che è stata definita “l’invasione delle forze sciite di Maliki”. Il bilancio di tre giorni di scontri è stato di 14 morti e oltre 50 feriti, tutti tra i manifestanti e gli insorti.
Su pressione di diversi deputati del parlamento, Maliki ha poi fatto marcia indietro, ordinando all’esercito di ritirarsi e lasciando alla polizia il compito di mantenere la sicurezza. Ma ieri mattina decine di camion hanno trasportato dai remoti campi di addestramento dell’Isis – operativo in Siria ma nato in Iraq – centinaia di miliziani qaedisti a Ramadi e Falluja. L’esercito di Baghdad è allora tornato all’azione e ha circondato con carri armati Falluja ed è intervenuto, con truppe speciali sostenute da milizie lealiste locali, nelle strade di Ramadi.Il conflitto ritorna a esplodere nelle aree più calde che videro gli statunitensi combattere le battaglie più aspre della campagna irachena. Il governo iracheno è riuscito a comptromettere l’opera di riconciliazione nazionale portata avanti con successo nel 2008 dal generale David Petraeus che era riuscito a separare e poi contrapporre le milizie tribali sunnite dagli “stranieri di “al-Qaeda” con la costituzuione dei “comitati del Risveglio”. L’incapacità del governo sciita di integrare queste forze negli apparati dello Stato e l’emarginazione dei politici sunniti ha riportato intere province nelle mani dei qaedisti che trovano di nuovo alleati nelle tribù sunnite di al-Anbar. L’anno appena conclusosi è stato – secondo l’Iraq Body Count – il più sanguinoso in Iraq dal 2008, con 9.475 civili uccisi.
(con fonte Ansa)
![](https://www.analisidifesa.it/wp-content/uploads/AD.jpg)
RedazioneVedi tutti gli articoli
La redazione di Analisi Difesa cura la selezione di notizie provenienti da agenzie, media e uffici stampa.