Ancora condanne per l’arrembaggio alla Montecristo

ANSA – Dieci anni di reclusione sono stati inflitti dalla I Corte d’assise d’appello di Roma all’ultimo dei componenti la banda che nell’ottobre 2011 sequestrò l’equipaggio della nave italiana Montecristo mentre si trovava al largo del Golfo di Aden. La sentenza è stata emessa nei confronti del somalo Sharif Mohammed Abdi, la cui posizione processuale era stata stralciata da altre otto, per consentire l’effettuazione nei suoi confronti di una perizia psichiatrica. Il 12 dicembre scorso, la Corte d’assise d’appello ridusse le condanne per gli altri componenti la banda: quindici anni di carcere furono inflitti a Mahmed Alì Ahmed, il somalo ritenuto il capo della banda; dodici anni ciascuno, invece, ai connazionali Abdullahi Ahmed Abdi, Aptidon Hassan Gedi, Isse Karshi Mahamed, Hassan Mahmoud Abdi, Alì Ahmed Abdillahi, Mahamed Ali’ Daley e Abdi Hawiyke Hashi. L’ultimo dei somali è stato sottoposto a perizia psichiatrica. Il professor Maurizio Marasco ha concluso sostenendo che su Sharif Mohammed Abdi non sono emersi nel giovane segni di una psicopatologia in grado di escludere o scemare la capacità d’intendere e di volere all’epoca dei fatti. Ragione per cui il somalo e’ stato processato regolarmente, e alla fine condannato a dieci anni di reclusione (in primo grado, aveva avuto 16 anni) per le accuse di sequestro a scopo di estorsione, detenzione di armi da guerra e danneggiamento (già in primo grado cadde la contestata aggravante della finalità di terrorismo). L’assalto alla ‘Montecristo’ avvenne la mattina del 10 ottobre 2011: a bordo di uno ‘skiff’, calato da una ‘nave madre’, pirati somali ritenuti vicini alla frangia terroristica ‘Al Shabaab’ abbordarono il mercantile italiano dopo aver esploso colpi d’arma da fuoco in direzione dell’equipaggio. Grazie ad un blitz dell’esercito britannico, l’azione fu bloccata e i pirati furono arrestati.

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