Dieci cose da fare (e alla svelta) per salvare i marò

di Fausto Biloslavo,  da Il Giornale del 28 gennaio

Sul caso marò il ministro de­gli Esteri, Emma Bonino, fa la vi­spa Teresa o Alice nel paese del­le meraviglie. Ospite ieri matti­na di Radio 24, alla domanda sulle reazioni diplomatiche più robuste chieste anche dal no­stro Giornale , risponde in ma­niera disarmante: «Non ho mai capito bene cosa voglia dire». Sappiamo bene che il ministro Bonino ha ereditato la patata bollente dal precedente gover­no e non tutte le colpe sono sue. Purtroppo, però, nel tentativo in buona fede di risolvere il ca­so si è limitata, abbandonando la linea del Piave del processo in Italia, ad infilarsi nel panta­no giudiziario indiano. I risulta­ti sono sotto gli occhi di tutti. Se il ministro «non ha capito bene cosa voglia dire» sbattere i pu­gni sul tavolo, per non fare la so­li­ta figura da Italietta, ci permet­tiamo di spiegarglielo elencan­do 10 possibili reazioni.

LE NAVI. Dopo due anni nes­sun­governo è stato capace di ri­tirare le navi italiane dalla flotta anti pirateria al largo della So­malia. Non solo garantiamo si­curezza ai mercantili di Delhi, ma in almeno due occasioni di sequestri (Enrica Ievoli e Savi­na Caylin) abbiamo liberato marinai indiani a bordo di navi italiane. Non mettere più a di­sposizione le nostre unità mili­tari, in nome dei marò trattenu­ti in India, avrebbe svegliato ben prima l’Unione Europea, che ha dato vita alla missione.

MISSIONE ONU. In Libano ab­biamo 1300 uomini e coman­diamo la missione dei caschi blu, compreso un battaglione indiano. L’Onu non si è mai sprecato più di tanto per i marò. Tornarcene a casa risparmian­do un bel po’ di soldi sarebbe un segnale forte al Palazzo di Ve­tro.

AFGHANISTAN. Per gli india­ni l’Afghanistan è una spina nel fianco a causa dei talebani. Se annunciavamo di ritirare in an­ticipo il nostro contingente la patata bollente della transizio­ne nella zona Ovest finiva nella mani degli americani. Solo ieri, dopo che l’India l’ha preso a pe­sci in faccia per un recente scon­tro diplomatico, l’ambasciato­re Usa a Delhi ha espresso soli­darietà per i marò.

NEGOZIATO UE. Ci sono volu­ti quasi due anni per minaccia­re ( a parole), il blocco del nego­ziato di libero scambio India-Unione Europea. E lo ha fatto il vicepresidente della Commis­sione di Bruxelles, Antonio Tajani, non il governo italiano. Il ministro Bonino ha posto il problema marò all’Europa, ma non si vedono grandi passi uffi­ciali.

AFFARI. I privati possono fare quello che vogliono,ma per da­re l’ese­mpio sarebbe un segna­le forte bloccare qualsiasi inizia­tiva economica o commerciale con l’India sponsorizzata da sol­di pubblici o con l’impegno di rappresentanti governativi.

NUCLEARE . L’India tenta da anni di entrare nel Gruppo dei fornitori di know how nucleare (Nsg). L’Italia non ha mai an­nunciato che per i marò si impe­gnerà ad ostacolare l’ingresso della potenza nucleare india­na.

CONSIGLIO DI SICUREZZA . Gli indiani puntano da tempo a diventare membri permanenti del Consiglio di sicurezza del­l’Onu. L’Italia dovrebbe oppor­si con una «guerriglia»diploma­tica fino a quando non viene ri­solto il caso marò.

RIUNIONI INTERNAZIONA­LI. Militari, diplomatici, funzio­nari governativi continuano a partecipare a riunioni interna­zionali a tutti i livelli assieme agli india­ni. L’Italia potrebbe condizionare ogni volta la sua presen­za chiedendo che al­l’ordine del giorno sia inserito il caso marò e condannan­do lo stallo indiano.

BOICOTTAGGIO. In Italia nessun rap­presentante istitu­zionale dovrebbe partecipare ad ini­ziative organizzate dall’ambasciata o dal consolato india­ni o con la presenza, come ospiti, di rap­presentanti di Delhi.

PROCESSO . Selasi­tuazione precipitasse e venisse applicata la legge che prevede il patibolo la strada obbligata è l’arbitrato internazionale, che andava percorsa da tempo. Nel braccio di ferro con l’India non sono da escludere neppure ri­torsioni come quelle adottate recentemente da Delhi contro l’ambasciata americana sulle multe ai diplomatici e il ritiro dei tesserini delle corsie vip per viaggiare. E come extrema ratio possiamo sempre ritirare il no­stro ambasciatore ed espellere quello indiano.

www.gliocchidellaguerra.it

Foto Reuters e Ansa

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