Presto guardie private sui mercantili francesi

Il Parlamento francese esaminerà in febbraio la proposta di legge presentata dal Ministro dei trasporti Frédéric Cuvillier (nella foto in basso) che autorizza il ricorso a guardie private di sicurezza a difesa dei mercantili francesi e della “bandiera marittima francese” giacché – si legge nella proposta – “è essenziale che gli armatori possano garantire ai loro clienti di trasportare le merci nella massima sicurezza. In caso diverso si perderebbero fette consistenti di mercato con gravi danni per l’economia di settore e del paese”.
La Francia è uno degli ultimi Paesi rimasti a consentire il solo ed esclusivo impiego dei fanti di Marina per la difesa ravvicinata dei cargo dai pirati. Un impegno a cui è assegnata solo una compagnia della “coloniale”, cioè 152 fanti di Marina, sufficienti a far fronte solo al 70 per cento della trentina di richieste annue provenienti dagli armatori di quei mercantili che devono affrontare mari pericolosi come l’Oceano Indiano, gli stretti malesi o il Golfo di Guinea.

Il Disegno di legge prende spunto da un rapporto presentato al parlamento nel 2012 in cui si evidenziavano i vantaggi rappresentati dall’impiego di società private in termini di flessibilità, costi e di minor coinvolgimento dello Stato in situazioni a rischio come quella che coinvolge da due anni i due marò italiani. Cuvillier ha reso noto in una conferenza stampa che tra 2 e 7 navi mercantili francesi vengono attaccate ogni anno dai pirati e che la necessità di team di guardie armate è superiore alle domande formulate oggi dagli armatori alla Marina per ottenere squadre di militari. Secondo il ministro la nuova legge, consentendo un impiego delle armi strettamente regolamentato e limitato all’autodifesa, potrebbe creare 400 o 500 posti di lavoro.

Una stima ritenuta eccessiva da Bruno Delamotte, amministratore delegato della società di sicurezza Risk&Co che al quotidiano L’Opinion ha parlato “micro-mercato” per le aziende francesi del valore “di qualche centinaia di migliaia di euro all’anno, non di più “ e sottolineando che la pirateria è un fenomeno in forte riduzione. Secondo Delamotte solo una piccola parte delle circa 300 navi mercantili che battono bandiera francese saranno interessate a imbarcare guardie armate di cui non vi sarebbe bisogno se i cargo dotati di murate alte 20 metri navigassero nelle acque a rischio alla velocità di 20 nodi, irraggiungibili e inaccessibili per i barchini dei pirati. Secondo Delamotte una simile velocità comporta però altissimi consumi di carburante e quindi costi ben maggiori rispetto ai 3mila dollari al giorno di necessari all’imbarco di un team di guardie private la cui presenza a bordo fa risparmiare inoltre molto denaro sulle polizze assicurative.

Delamotte sottolinea inoltre che dei posti di lavoro offerti dalla nuova legge ben pochi saranno occupati da francesi poiché “gli armatori sono più interessati a personale di sicurezza straniero come turchi, filippini, bielorussi che costano meno dei francesi”. Non privo di polemiche, l’intervento di Delamotte mette in discussione anche le regole d’ingaggio relative alla legittima difesa. “Oggi le squadre di protezione aprono il fuoco a una distanza media di 600 metri affrontando pirati armati di kalashnikov. Bisognerà attendere che siano a bordo perché venga riconosciuta la legittima difesa? Un fucile di precisine verrà autorizzato e considerato un’arma per l’autodifesa o verranno consentite solo armi corte e fucili a pompa?  E poi chi avrà il diritto di ordinare di aprire il fuoco? Il comandante della nave o il capo del team di sicurezza? Ci sono molti aspetti ancora da chiarire” ha concluso Delamotte toccando temi che sono al centro del dibattito sulla sicurezza marittima non solo in Francia.

Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli

Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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