Algeri punta sui droni arabi e cinesi

Nell’ottica ormai consolidata di differenziare prudentemente i suoi fornitori militari,  l’Algeria sembra aver acquistato recentemente artiglieria di produzione cinese e starebbe valutando anche l’acquisizione di droni da Pechino. L’analisi di alcune immagini diffuse sul web dimostra la presenza di semoventi d’artiglieria Norinco PLZ-45 da 155 millimetri ripresi in convoglio nei pressi di Algeri dove ha sede il centro logistico dell’esercito di Blida che accoglie tutti i nuovi mezzi in arrivo dall’estero prima di venire distribuiti ai reparti come ha rivelato il sito sudafricano Defenceweb. Il PLZ-45 dispone di un’arma la cui gittata massima è 39 chilometri, è stato sviluppato per l’esportazione negli anni ’90 ed è già stato venduto a Kuwait e Arabia Saudita. Le trattative intorno ai droni i Pechino sono state rivelate invece dal giornale Echorouk che precisa come i droni in discussione siano gli Xianglong (drago volante) già testati in volo nei mesi scorsi nel sud desertico dalla base di Tanrasset secondo quanto riferito da una fonte militare (Guada il video).

Lo Xianglong è un drone strategico  da sorveglianza, propulso da un jet e  appartenente al segmento High Altitude Long Endurance (HALE, lo stesso dei Global Hawk statunitensi) prodotto da Guizhou Aircraft Corporation of China e già in servizio con le forze aeree cinesi. Lungo 14 metri con un’apertura alare di 25 ha una velocità massima di 750 chilometri orari, un’autonomia di oltre 10 ore. Tactical Weekly ha riportato recentemente che il Ministero della Difesa algerino ha in programma di acquisire 90 UAV inclusi velivoli armati. Un numero considerevole e si tiene conto che i maggiori Paesi europei hanno flotte limitate a una o due dozzine di velivoli teleguidati. Tra i droni presi in considerazione da Algeri, oltre a quelli cinesi, anche gli Uinited 40 Block 5 prodotti da Adcom Systems Yabhon negli Emirati Arabi Uniti che appartengono al segmento Medium-Altitude Long Endurance (MALE, lo stesso dei Predator e Reaper statunitensi)  ma in passato l’interesse algerino si era rivolto versoi i Predator di General Atomics e i più piccoli droni sudafricani Seeker della Denel.

L’ultimo acquisto in termini di velivoli teleguidati potrebbe riguardare  i russi E-95 realizzati dalla società Eniks Kazan. circa i quali i negoziati con Mosca sarebbero ancora in corso secondo quanto riportato dal quotidiano el-Watan che indica in 30 esemplari l’interesse algerino e in 65 milioni di dollari il valore della commessa. Gli E 95 non sono però UAV ma aerobersagli acquisiti quindi per addestrare al tiro contraereo artiglierie, batterie missilistiche antiaeree e piloti.  Anche se “ridotte” a “soli” 60 velivoli, le aspirazioni  algerine in fatto di droni resterebbero comunque estremamente rilevanti. Minacciata dai gruppi insurrezionali legati ad al-Qaeda, Con un bilancio della Difesa che nel 2013 ha superato i 10 miliardi di dollari, ’Algeria punta a potenziare i mezzi per la sorveglianza del suo ampio territorio e dei suoi confini (specie quelli con Malì, Niger  Libia dove sono schierati 12 mila militari) e già dispone per questi compiti  6 Beech King Air 350ER equipaggiati con il radar Gabbiano T-200 (Selex ES), telecamera infrarosso  e altri sensori. In pieno potenziamento militare grazie a un bilancio difesa che crescerà del 6 per cento entro il 2017, l’Algeria punta a dotarsi di velivoli da trasporto strategico, elicotteri tanker e aerei da intelligence, sorveglianza e ricognizione (ISR). In Italia ha acquistato la nave da assalto anfibio portaelicotteri (LPD) Kalaat Beni-Abbes varata recentemente da Fincantieri e in consegna entro quest’anno alla Marina algerina.

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