L'India non ammette Finmeccanica a Defexpo

da Il Sole 24 Ore
Non solo marò. Oltre alla sempre più complessa vicenda dei fucilieri di Marina Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, ad  accentuare i contrasti tra Roma e Nuova Delhi contribuisce anche la decisione del ministro della Difesa indiano, AK Antony, di bandire tutte le aziende del groppo Finmeccanica dalla manifestazione fieristica dedicata agli armamenti ed equipaggiamenti navali, terrestri e della sicurezza interna Defexpo 2014 che apre i battenti nella capitale indiana il 6 febbraio. Una misura assunta in accordo con il ministero della Giustizia a seguito alla vicenda delle supposte tangenti per vendere all’india 12 elicotteri da trasporto VIP Agusta Westland AW-101 anche se la messa al bando non riguarda solo il gruppo industriale italiano ma 15 aziende indiane e internazionali del settore Difesa e Sicurezza non accettate tra gli espositori perché hanno avuto condanne o hanno in corso inchieste per corruzione.

La vicenda degli elicotteri AW-101 non è certo nuova, per questo suscita non poche perplessità il fatto che la decisione sia stata annunciata solo pochi giorni prima dall’apertura di Defexpo quando le società italiane avevano già pagato le spese di partecipazione e gli spazi per gli stand.  Costi che verranno rimborsati, come assicura il ministero della Difesa indiano, a differenza delle spese sostenute per inviare a Delhi tutti gli allestimenti necessari e che ora dovranno rientrare in Italia senza essere stati utilizzati. Pesa inoltre la decisione indiana di mettere al bando dalla manifestazione biennale (dove sono attese quest’anno 455 aziende del settore inclusi i “big players” internazionali) non solo Agusta Westland, oggetto delle inchieste indiane e di un processo che sta per aprirsi a Busto Arsizio, ma tutte le aziende della galassia Finmeccanica.

Il gruppo italiano è coinvolto in diversi programmi indiani con commesse e possibili forniture che includono elicotteri, cannoni, sistemi elettronici, aerei e missili per un valore complessivo stimato dalla stampa indiana di 6 miliardi di dollari. Un eventuale stop alla collaborazione determinerebbe serie difficoltà anche allo sviluppo degli ambiziosi programmi militari  indiani. Ciò nonostante Nuova Delhi ha riservato altre amarezze al gruppo di Piazza Montegrappa annunciando la “rivalutazione” dell’acquisizione di 98 siluri pesanti Black Shark prodotti da Whitehead Alenia Sistemi Subacquel (WASS) di Livorno. Un contratto da 300 milioni i dollari, foriero di possibili ampliamenti, che avrebbe dovuto vedere 30 siluri prodotti in Italia e 68 negli stabilimenti della Bharat Dynamics Limited a Hyderabad.

I Black Shark sono considerati la scelta migliore dalla Marina indiana (così’ come le forze aeree di Delhi considerano apertamente il “meglio sul mercato” l’elicottero AW-101) ma La sospensione del contratto per i Black Shark potrebbe diventare definitiva qualora l’India mettesse nella blacklist tutte le aziende del gruppo Finmeccanica. Una situazione non gradita dalla Marina indiana che ha già diversi problemi nello sviluppo dei sottomarini francesi tipo Scorpène e che potrebbe rimettere in gara il siluro tedesco Sea Hake della Atlas Elektronik, uscito sconfitto nel confronto con il siluro di WASS.  Il mercato indiano si conferma quindi complesso e difficile ma non solo per gli italiani come dimostrano le difficoltà che incontrano i francesi di Dassault a portare alla firma il mega contratto per 124 cacciabombardieri Rafale selezionato da oltre un anno ma non ancora acquisito dagli indiani.

Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli

Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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