Il riposizionamento di al- Qaeda
Adnkronos/Aki – Un riposizionamento geografico, un ricambio generazionale e un cambiamento di strategia da parte di al-Qaeda. Questi i tre fattori che definiranno il nuovo volto del terrore, dopo i colpi assestati all’organizzazione dall’uccisione nel 2011 di Osama bin Laden in Pakistan e al contempo la ‘ripresa’ in Yemen, Iraq e nel Sinai e il fiorire di gruppi nel caos della guerra in Siria. A sostenerlo in un’intervista ad Aki – Adnkronos International è Christopher Swift, docente di Studi sulla Sicurezza nazionale della Georgetown University. ”Il volto futuro del terrore sarà plasmato da tre cambiamenti all’interno del movimento di al-Qaeda: uno spostamento geografico, un ricambio generazionale e, in alcuni casi, anche un cambiamento di strategia”, afferma Swift. Il primo fattore, sottolinea, ”riguarda il ritiro di al-Qaeda dalla periferia geografica e culturale del mondo islamico e il suo trinceramento nel suo nucleo arabo sunniti. Il secondo, prosegue Swift nella sua analisi, ”prevede il passaggio da una generazione di leader che viene dall’epoca dei combattimenti contro l’Unione Sovietica in Afghanistan a una che ha combattuto gli Stati Uniti, e la Nato, in Afghanistan e in Iraq”. Si tratta, secondo l’esperto, di una ”generazione più spietata, più professionale, ma anche più pratica e concreta”. Secondo l’esperto, il risultato delle conseguenze dei primi due fattori è nel terzo, ovvero nell’emergere di ”nuovi sforzi da parte di al-Qaeda nella Penisola Araba (Aqap), e di altri, volti a sradicare i dettami ideologici del jihad globale nelle realtà delle insurrezioni locali”. ”Di conseguenza – conclude – assistiamo a una localizzazione del jihad globale che consente ad alcuni affiliati di al-Qaeda di ricostituirsi e sopravvivere nonostante i danni al nucleo di al-Qaeda in Pakistan”
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