News da Mosca

Contratto peruviano per 24 Mi-171Sh

Lo avevamo annunciato su AD nr. 139 maggio 2013 con l’articolo “Mil Mi-171 per il Perù” e proprio lo scorso mese il Ministero della Difesa peruviano ha annunciato di aver finalizzato il contratto per i 24 elicotteri Mi-171Sh da trasporto e assalto. L’acquisto dei Mi-171Sh prevede, oltre al classico pacchetto di formazione di piloti e tecnici in Russia, parti di ricambio, simulatori, attrezzature e persino la realizzazione in Perù di un centro regionale di manutenzione e riparazione per gli elicotteri russi che sarà aperto nel 2016. Secondo il Ministero della Difesa peruviano, le consegne dei primi elicotteri inizieranno dalla seconda metà del 2014 con la rimanente parte a seguire nel 2015. Il Mi-171Sh è un derivato da esportazione del Mi-171; è alimentato da due motori turboalbero Klimov TV3-117VM ed è utilizzato per il trasporto merci e per il trasporto aereo delle forze d’assalto; una volta convertito per tale compito può trasportare infatti un massimo di 32 soldati completamente equipaggiati per un carico massimo di 4000 kg. L’elicottero può essere configurato per eseguire fuoco di supporto alle truppe, scorta delle colonne militari, MedEvac e per le operazioni di soccorso in tutte le condizioni climatiche. Il Mi-171Sh può trasportare fino a 12 barelle e può essere adoperato inoltre anche in missioni anti incendio in abbinamento con un secchio antincendio “Bamby Bucket”, trasportando fino a 3500 litri di acqua. Secondo quanto riportato dalla stampa locale peruviana, il piano militare nazionale prevede di utilizzare gli elicotteri Mi-171 nelle valli dei fiumi Mantaro, Apurìmac ed Ene e nelle province di Junin, Yauli, Jauja, Concepción e Huancayo, al fine di intensificare le operazioni di intelligence volte a reprimere l’organizzazione terrorista Sendero Luminoso. Per la cronaca, i 24 nuovi esemplari di Mi-171Sh si aggiungono ai sei dello stesso tipo ordinati nel luglio 2010, allora richiesti insieme a due elicotteri d’attacco Mi-35P, che integrarono la flotta esistente di Mi-25 e Mi-17 entrati in servizio rispettivamente nel 1983 e nel 1984; nel dettaglio i Mi-171S sono stati divisi in parti uguali tra Aeronautica ed Esercito, mentre gli Hind esclusivamente per la forza aerea.

 Due Mi-17V-5 per il Nepal

Il Nepal ha firmato un contratto con la società statale russa Rosoboronexport per la fornitura di due elicotteri Mil Mi-17V-5 (“Hip-H” per la NATO) da destinare al proprio Esercito.  Secondo quanto riferito da ITAR-TASS, l’accordo sarebbe stato raggiunto lo scorso 19 dicembre durante un vertice tenutosi presso l’Ambasciata russa a Kathmandu, al quale avrebbero partecipato una delegazione del Direttorato per le relazioni pubbliche dell’Esercito nepalese e una rappresentanza della Rosoboronexport giunta da Mosca. Secondo il quotidiano The Himalayan Times inoltre, il parlamento avrebbe già approvato la spesa destinata ai due Mi-17 nel febbraio dello scorso anno, quando l’esecutivo guidato dall’allora premier Ram Prasad Shrestha avrebbe stanziato 30 milioni di dollari (3 miliardi di Rupie nepalesi) per l’acquisto di velivoli militari da trasposto destinati all’Esercito. L’importo esatto del contratto non viene indicato, ma è molto probabile che la somma per l’acquisto dei due Mi-17V-5 non superi i 33 milioni di dollari.  Per dovere di cronaca è bene riportare che l’esercito del Nepal possiede attualmente non meno di cinque Mi-17 acquistati in Russia nel 2001; la versione Mi-17V-5 rappresenterebbe perciò una novità assoluta per la flotta dell’esercito nepalese. Il Mi-17V-5 è difatti la versione da esportazione del Mi-8MTV5, costruita originariamente per le esigenze del Ministero della Difesa indiano; è dotato di nuove turbine VK-2500 che riescono ad operare efficacemente in condizioni di volo “hot and high”, in ambienti desertici o marittimi. Per questa versione del Mi-17 è stato sviluppato un nuovo autopilota, un radar meteorologico allo stato dell’arte, un nuovo sistema di NVG (night vision goggles – occhiali per visione notturna) e di un sistema di navigazione che mostra tutte le informazioni di pilotaggio e navigazione su quattro schermi multifunzionali a colori, riducendo in modo significativo il carico di lavoro dell’equipaggio.

Nuova versione “artica” del Mi-8

L’importanza geostrategica che la Russia ripone nell’Artico e nelle sue considerevoli risorse naturali (ancora) non sfruttate sta indirizzando lo stabilimento Ulan-Ude Aviation Plant (UUAP), sito nell’omonima città della Siberia sud-orientale, allo sviluppo di una versione del pluri-utilizzato elicottero Mil Mi-8 idonea nello specifico ad essere usato in zone artiche contraddistinte da un clima estremamente rigido, al fine di supportare le forze militari ad un dispiegamento più efficace nella zona. Le modifiche in questione, secondo quanto espresso dall’ufficio stampa dello stabilimento, riguarderanno dei motori più potenti, un nuove generatore elettrico ausiliario, un sistema di protezione per il ghiaccio e un carrello dotato di sci per l’atterraggio sulla neve. “I sistemi di riscaldamento dell’elicottero e di coibentazione della cabina di pilotaggio – ha dichiarato Sergey Solomin, ingegnere capo dell’UUAP – saranno basate su tecnologie utilizzate dai nostri veicoli spaziali. L’elicottero in questione dovrà riuscire ad operare anche con un motore guasto; e all’interno della stiva, tramite un’unità ausiliaria di 30 Kw che fornirà calore, l’equipaggio potrà sfruttare persino un angolo cottura”. L’operazione di sviluppo di una versione artica del Mi-8 si concilia con la visita allo stabilimento del Comandante in capo delle Forze Aeree russe, il Tenente Generale Viktor Bondarev, e con le recenti dichiarazioni del Presidente della Federazione russa Vladimir Putin a proposito del rafforzamento della presenza russa e al contestuale completamento dello sviluppo di infrastrutture militari nella regione artica entro quest’anno al fine di assicurare gli interessi nazionali in un territorio recentemente conteso da Danimarca (ovvero Groenlandia, da cui sussiste tuttora una dipendenza politica) e Canada. L’obiettivo della Russia, che ha deciso di ripristinare aeroporti e basi navali dell’estremo Nord (chiuse dopo il crollo dell’URSS), è quello di schierare una forza stabile entro il 2020 che possa proteggere i propri interessi politici ed economici nella regione artica. L’innalzamento delle temperature porterà infatti ad una riduzione dei ghiacci e contestualmente agevolerà l’accesso e la costruzione di depositi di petrolio e gas offshore.

Corsi di formazione per i piloti dell’Il-38N

I piloti della Flotta [navale russa] del Nord saranno oggetto di un corso di riqualificazione nel 2014 relativo alla versione aggiornata dell’aereo antisom Ilyushin Il-38N. Secondo le parole del portavoce della Flotta del Nord, Capitano Vadim Serga, il primo equipaggio avrebbe completato la parte teorica del programma e mentre scriviamo sarebbe in via di realizzazione la parte pratica relativa all’addestramento in volo. L’aereo, secondo quanto dichiarato da Serga, è stato migliorato con una nuova generazione di sonde idroacustiche e magnetiche rimovibili, che superano le controparti occidentali, ed è in grado inoltre di asservire a compiti di pattugliamento marittimo con missioni SIGINT e di guerra elettronica (EW). L’Ilyushin Il-38N è equipaggiato tra l’altro con il nuovo sistema Novella, che comprende un analizzatore ad alta risoluzione termica, sensori MAD per la rilevazione di anomalie magnetiche e altri sistemi elettronici che consentono al velivolo di rilevare bersagli di superficie fino ad una distanza di 320 Km e bersagli aerei fino ad una distanza di 90 km. Novella è il nome del moderno sistema radio elettronico antisom installato sull’Il-38N, sviluppato e prodotto da dalla OJSC System Engineering Scientifica Research Institute di San Pietroburgo; la sua versione d’esportazione denominata Sea Dragon è installata attualmente sugli Il-38 delle forze aeree indiane. Secondo gli analisti militari il nuovo Il-38N potrebbe essere utilizzato per mappare i fondali del Mar Glaciale Artico in virtù delle attuali controversie tra Russia, Canada, Danimarca, USA e Norvegia sulle rispettive competenze territoriali, che potrebbero sfociare in prolungamenti dei rispettivi territori nazionali e dunque essere utilizzati per successivi approvvigionamenti di risorse naturali nel sottosuolo.

Nuovo ordine di Yak-130?

In occasione di una visita formale allo stabilimento di produzione della Irkut Corporation, il Comandate delle Forze aeree russe Viktor Bondarev ha dichiarato che l’aviazione russa ha la ferma intenzione di ordinare un nuovo lotto di addestratori avanzati Yakovlev Yak-130 (Mitten per la NATO).L’attuale contratto in vigore con la Irkut Co. prevede infatti la consegna di 55 Yak-130 entro il 2015 (ricordiamo che il contratto fu firmato il 7 dicembre 2011 tra l’allora Ministro della Difesa Anatoly Serdukoy, e l’allora presidente della Irkut Corporation Alexey Fedorov), e finora sono 42 i velivoli consegnati ai reparti di volo russi.

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Bondarev ha inoltre confermato che la VVS avrà al più presto una nuova pattuglia acrobatica basata sui nuovi addestratori (così come anticipato da AD dello scorso mese in “Nuova pattuglia acrobatica russa nel 2014”). Lo Yak-130 è un addestratore avanzato con spiccate doti di maneggevolezza, idoneo alla formazione dei piloti militari che debbano volare su aerei da combattimento di generazione “4+” e “5″ russi o occidentali; ha un raggio di azione di 1300 km, un’autonomia di 2500 km e può trasportare un carico operativo fino a 3000 kg, tra cui una vasta gamma di armi aria-aria e aria-terra; è pertanto un velivolo idoneo alle missioni ricognitive e di attacco leggero. Ricordiamo infine per dovere di cronaca che lo Yak-130 è stato scelto come addestratore anche dalle forze aeree di Algeria (ordinati 16), Bangladesh (ordinati 24), Bielorussia (ordinati 4) e Siria (un numero imprecisato di velivoli in attesa di una stabilizzazione politica che possa dare il via libera alle consegne).

Foto:  Polarflight, Russian Helicopters e Yak

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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