PAROLA DI MINISTRO LIBICO
Il 4 febbraio il ministro dell’Interno italiano, Angelino Alfano, ha incontrato al Viminale il vice premier e ministro dell’Interno del governo libico, Sadiq Abdulkarim che ha ringraziato il nostro Paese per il sostegno al difficile processo di transizione democratica in corso in Libia e ha confermato la volontà di rafforzare ulteriormente la cooperazione con il governo italiano. Il ministro Alfano ha rinnovato al collega libico la richiesta di un maggior impegno da parte del governo di Tripoli nel contrasto alla tratta di esseri umani e agli altri traffici illeciti ribadendo la disponibilità dell’Italia a fornire assistenza nel settore della formazione e della ricostruzione delle forze di polizia. Ventiquattro ore dopo 1.123 immigrati clandestini sono salpati verso le nostre coste dalla costa libica a bordo di 9 gommoni. Un vero e proprio record ! Ovviamente sono stati tutti soccorsi dalle navi militari, la nave per operazioni anfibie (LPD) San Marco e il pattugliatore Vega dell’Operazione Mare Nostrum (nome che mai come oggi appare del tutto inappropriato) e portati nel porto di Augusta ingrassando così le mafie nordafricane e i gruppi terroristi islamici il cui coinvolgimento in questi traffici è stato denunciato nel dicembre scorso dal ministro della Difesa, Mario Mauro.
Alla faccia della cooperazione tra Italia e Libia!
I casi sono tre. O i ministri libici ci prendono per i fondelli (e non sarebbe la prima volta fin dai tempi di Gheddafi) e quindi meriterebbero una “tirata d’orecchie”, oppure non hanno nessun controllo sul Paese e nessuna influenza sui trafficanti. Allora tanto vale che evitino di assumere impegni e che Alfano e il governo italiano si cerchino altri interlocutori sulla nostra ex “quarta sponda”. Infine, come ultima ipotesi occorre considerare anche la possibilità che il governo presieduto da Alì Zeidan sia in combutta con i trafficanti. In ogni caso è evidente (come Analisi Difesa sostiene da mesi) che senza respingimenti diretti sulle coste libiche l’esodo continuerà all’infinito creando all’Italia difficoltà di ordine pubblico, sociali e finanziarie e alla Marina Militare una costante mobilitazione, insostenibile in termini di risorse. Dopo i circa 50 mila arrivi dell’anno scorso il Ministero dellIinterno ha reso noto che nel mese di gennaio sono sbarcati sulle coste italiane 2.156 stranieri, contro i soli 217 del gennaio 2013. Complessivamente nel 2013 gli sbarchi sono stati il 325% in più rispetto al 2012 e le forze di polizia italiane hanno arrestato 200 persone tra scafisti, organizzatori e basisti procedendo al sequestro di 158 natanti.
Il governo. invece di agire per tutelare gli interessi nazionali impedendo questo “assalto” alle nostre coste che ci vede di fatto complici dei trafficanti, continua a ripetere che “l’Europa deve intervenire”. A forza di cedere o regalare la nostra sovranità nazionale i governanti italiani sono divenuti incapaci di assumersi anche la pur minima responsabilità e hanno delegato a un’Europa sempre più evanescente persino la tutela della sicurezza nazionale. Possibile che a Roma non si siano ancora resi conto che sull’aiuto dei partner europei possiamo contare quanto sulla cooperazione del governo libico?
Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli
Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.