Quali nuovi vertici per i servizi segreti?

Adnkronos –  Incassata la fiducia del Parlamento nelle caselle che il nuovo governo presieduto da Matteo Renzi dovrà riempiere c’è la scelta del sottosegretario con delega ai Servizi segreti e la nomina del nuovo direttore dell’Aise (Agenzia informazioni e sicurezza esterna). Per l’incarico di Autorità delegata -può essere ricoperto da un sottosegretario o da un ministro senza portafoglio che non può esercitare ulteriori funzioni di governo- la fumata bianca potrebbe arrivare già oggi o mercoledì. Anche se qualcuno, più prudente, ipotizza che la scelta possa slittare alla prossima settimana, dopo un altro approfondimento sulla questione. Nella rosa dei sottosegretari che completeranno l’esecutivo, la casella Intelligence è, infatti, tra le più delicate. Nelle ultime ore per la delega ai Servizi segreti sono rimbalzati i nomi di Luca Lotti, responsabile organizzativo Pd, e di Lorenzo Guerini, stretto collaboratore di Renzi, mentre la scorsa settimana si era affacciata anche l’ipotesi di un incarico a Filippo Bubbico, sottosegretario uscente all’Interno. Ma le fonti più accreditate vedono al momento la riconferma del sottosegretario uscente, Marco Minniti (nella foto in alto).

Sul suo tavolo, fanno notare fonti qualificate, ci sono importanti dossier che chiedono continuità di indirizzo politico e di gestione strategica. Nei 10 mesi dell’esecutivo presieduto da Enrico Letta – è il ragionamento che viene fatto in ambienti politici bipartisan- Minniti ha dimostrato di saper fare squadra con il Comparto Intelligence, nel costruire una nuova cultura della sicurezza partecipata. Un indirizzo chiaro, all’insegna della trasparenza e del confronto con la società. Un settore tanto delicato, si fa notare, richiede la conoscenza piena del mondo Intelligence. L’Autorità delegata fa infatti parte del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica (Cisr) e presiede il Collegio di vertice, composto dal Direttore generale del Dis, ambasciatore Giampiero Massolo, e dai direttori dell’Aise e dell’Aisi. Il Comparto Intelligence, del resto, si è rivelato strumento essenziale per poter affrontare le minacce emergenti, anche in relazione al cybercrime e alla necessità di tutelare il sistema paese e i suoi assets strategici. Grazie anche alla sinergia con le migliori università del Paese, con il progetto ‘Intelligence live’ -fortemente sostenuto dallo stesso Minniti, che ha partecipato a diversi incontri- il Dis prosegue il suo roadshow negli atenei italiani confrontandosi con i giovani e il mondo della ricerca. Una politica di apertura che ha già dato i propri frutti, come dimostrano i recenti studi dell’Eurispes, che indicano l’alto gradimento mostrato dai cittadini per i Servizi, Numeri che toccano quota 51%, di fiducia verso gli 007 tanto da fare decidere all’Istituto di ricerche diretto da Gian Maria Fara di dedicare al Comparto Intelligence uno studio a parte rispetto al ‘Rapporto Italia 2014’, che sarà pubblicato nei prossimi mesi. Intanto il 20 febbraio si è avuto il cambio della guardia ‘pro tempore’ a Forte Braschi. Il generale Adriano Santini (nella foto centrale), dal febbraio 2010 alla guida dell’Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna (Aise), ha terminato giovedì scorso il proprio mandato quadriennale. In attesa della nomina del successore -la questione potrebbe approdare sul tavolo di Palazzo Chigi già in uno dei prossimi Consigli dei ministri- la guida dell’Agenzia è stata affidata all’attuale vicario, prefetto Paolo Scarpis. Il suo incarico è a tempo, due mesi circa. Il vice direttore dell’Aise rimarrà in carica fino alla nomina del successore di Santini.

E’ il primo caso di un alto funzionario dell’Interno, ex questore di Milano e poi prefetto di Parma, salito ai vertici di quella che fu l’Intelligence militare. In questi anni al fianco di Santini, il ‘reggente’ dell’Aise è stato molto apprezzato anche dal personale del Comparto Intelligence. Con Enrico Letta premier, la rosa dei possibili successori alla guida dell’Aise si focalizzava su alcuni nomi, compresa la ‘soluzione interna’, con l’attuale numero due dell’Agenzia, il generale Alberto Manenti, che gode della stima del Comparto Intelligence ed è considerato tra coloro che più conoscono la ‘macchina’ dell’Aise. Nella lista del nuovo numero 1 del Servizio segreto esterno c’erano poi l’ammiraglio Filippo Foffi (nella foto a sinistra) comandante della Squadra Navale, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito generale Claudio Graziano, e il generale di squadra aerea, Carlo Magrassi, capo di gabinetto dell’ex ministro della Difesa, Mario Mauro. Ora tutto è in mano al governo Renzi. E toccherà al nuovo governo indicare il nuovo direttore dell’Aise, con gli ‘addetti ai lavori’ che attendono di capire se sarà privilegiato un militare o un funzionario interno. La rosa di nomi potrebbe però allargarsi ad altre personalità rispetto a quelle indicate come probabili in queste settimane. La scelta dei vertici dell’Intelligence è competenza della presidenza del Consiglio e del sottosegretario con delega ai Servizi. Considerata l’importanza degli incarichi, è tuttavia prassi che le nomine vengano decise con il più ampio accordo possibile tra i partiti. Forse alcuni nodi si scioglieranno prima di lunedì, quando alle 11, a Roma, presso l’Aula Magna dell’Agenzia informazioni e sicurezza interna (Aisi), il nuovo premier sarà con il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, alla cerimonia inaugurale dell’Anno Accademico 2014 della Scuola di formazione del Sistema di informazione per la Sicurezza della Repubblica. Sarà la prima visita di Renzi in casa dei Servizi.

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