Siria: armi chimiche in ritardo e strage tra i ribelli

La Siria ha proposto una nuova scadenza per la consegna del proprio arsenale chimico da distruggere, già in ritardo di diverse settimane rispetto al piano Onu-Opac deciso lo scorso novembre. In particolare, dopo le sollecitazioni ad accelerare le operazioni e gli avvertimenti di Usa e Ue per non aver finora rispettato gli impegni presi, e dopo il tentativo di Damasco di ottenere uno slittamento di 100 giorni, la Siria – si apprende all’Opac – ha dichiarato ieri di poter far uscire il materiale chimico dal proprio territorio entro il 13 aprile, eccetto quello stoccato in due siti di deposito, inaccessibili per motivi di sicurezza, per il quale le autorita’ siriane hanno fissato un’ulteriore scadenza al 27 aprile. Nessuna risposta ufficiale e’ arrivata finora dall’Opac che mantiene la “barra ferma” sul piano di distruzione delle armi chimiche di Bashar al Assad entro il 30 giugno 2014, data sulla quale la Siria e’ gia’ in ritardo.Dopo la consegna degli agenti chimici ai cargo danese e norvegese al porto di Latakia, infatti, il materiale dovra’ raggiungere il porto di Gioia Tauro per essere imbarcato sulla nave Usa Cape Ray che lo distruggerà in mare aperto in circa 60-90 giorni. Ieri la Siria ha consegnato ai cargo il quarto carico dall’inizio del piano, ma si tratta ancora di quantità limitate rispetto all’intero arsenale.

Sul campo di battaglia sono circa 3.300 le persone rimaste uccise negli scontri tra forze ribelli contrapposte nel nord della Siria dall’inizio dell’anno. Il bilancio è fornito oggi dall’ong Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), organismo vicino agli insorti. I combattimenti contrappongono in particolare lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isis), che opera anche nel vicino Iraq come emanazione di al-Qaeda, e altre formazioni islamiche, tra le quali il Fronte al Nusra, che la stessa al-Qaeda ha riconosciuto come propria branca in Siria. Secondo l’Ondus, l’elenco degli uccisi comprende non solo caduti nei combattimenti ma anche vittime, compresi i civili, di attentati compiuti con autobomba e di esecuzioni sommarie. I civili morti sarebbero 281, 924 i miliziani dell’Isis e 1.395 i membri di altri gruppi ribelli, tra i quali anche formazioni al di fuori dell’area dell’estremismo islamico. Di altri 700 uccisi non è possibile stabilire l’appartenenza, perché le diverse formazioni cercano di nascondere il numero reale dei loro caduti.

con fonte Ansa

Foto: International Business Time

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