Anche i cinesi alla "Golden Cobra"

da  Pechino, Andrea Ghiselli

A metà febbraio si è tenuta in Thailandia l’esercitazione militare “Golden Cobra”, la più importante nella regione Asia-Pacifico, che quest’anno ha visto , per la prima volta, la partecipazione della Cina che in passato si era limitata a inviare osservatori. Pechino ha inviato 17 membri del People’s Liberation Army per fornire supporto logistico e medico durante lo svolgersi dell’esercitazione. Un contributo apparentemente modesto se comparato con il numero di soldati americani e tailandesi, rispettivamente 9.000 e 4.000, coinvolti in operazioni aeree, navali e terrestri insieme a quelli di Giappone, Malesia, Sud Corea e Singapore. Tuttavia, vari commentatori, pur offrendo differenti spiegazioni, sono d’accordo nel dire che questo è probabilmente un primo passo verso un maggiore coinvolgimento di Pechino e che il suo significato diplomatico e politico va ben oltre il mero numero dei soldati presenti quest’anno all’esercitazione multinazionale.

Secondo l’esperto russo Alexander Gramzinovo, dietro alla presenza di soldati cinesi ci potrebbe essere un lavoro di lobby da parte tailandese. La Tailandia ha infatti, rapporti stretti sia con Pechino che con Washington e la possibilità di fare da ponte fra le due potenze non può che aumentare il suo prestigio. Inviando un piccolo gruppo di soldati invece, Pechino potrebbe aver colto l’occasione di dare un’occhiata più da vicino al modus operandi delle forze armate di altri Paesi  coinvolti e avviare un processo di apprendimento simile a quello in atto dal 2008 con le operazioni anti pirateria nel Golfo di Aden. Il condurre, anche solo in modo ancora limitato, esercitazioni con forze straniere è il modo migliore per cominciare la “internazionalizzazione” del PLA già evidente con l’invio di contingenti presso alcune missioni dell’ONU.

Il generale cinese Xu Guangyu concorda con Gramzinovo nell’evidenziare i benefici della partecipazione alla “Golden Cobra” e ritiene che gli USA puntano a coinvolgere gradualmente la Cina nel mantenimento della stabilità regionale, soprattutto per quanto riguarda il controterrorismo, lotta al contrabbando e in generale nell’affrontare quelle che vengono definite minacce non tradizionali alla sicurezza. “L’esercito cinese si è finalmente unito ai giochi” ha commentato l’esperto navale Li Jie da Pechino con una presenza simbolica ma che potrebbe migliorare l’immagine della Cina in un periodo di rapporti tesi e difficili con i propri vicini.

 

 

Foto:  Esercitazione Golden Cobra (PLA e News.cn)

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