La brigata Garibaldi nella “terra dei fuochi”

Nell’area addestrativa di Persano (SA) si è conclusa a fine febbraio una complessa esercitazione che aveva come scopo quello di effettuare una serie di attività con forze della Brigata bersaglieri Garibaldi supportate da assetti specialistici finalizzate al conseguimento delle capacità full spectrum operations ma soprattutto acquisire le capacità per operare in scenari di controllo del territorio. La esercitazione “Rescue Bugle” (cornetta di soccorso) è servita per testare l’integrazione dei mezzi e del personale della forza armata nell’utilizzo duale, cioè l’impiego in scenari non tipicamente militari ma specificatamente orientati per prevenire e contrastare fenomeni correlati ad inquinamento e contaminazione ambientale di varia natura per garantire la sicurezza e la salute della popolazione locale.

Il tema dell’esercitazione prevedeva l’impiego di un complesso minore motorizzato per la conduzione di attività in uno scenario del tipo homeland security sotto il comando di un raggruppamento (Brigata Bersaglieri  Garibaldi) e nell’ambito di una specifica missione; il tipo dell’esercitazione era LIVEX dove accanto al complesso minore motorizzato erano stati inseriti assetti specialistici come elementi del 21° reggimento  Genio guastatori di Caserta, il 10° RE.MA., il 7 rgt. NBC di Civitavecchia, il 41° rgt. SORAO di Sora per il controllo del territorio con i mini-UAV “Raven”, 28° rgt. Pavia di Pesaro per le trasmissioni e un posto di medicazione del 10° rgt. di Manovra di Persano. Nell’esercitazione, che ha interessato 359 uomini, era stato inserito anche un elicottero dell’AVES AB.412. A nessuno sfuggiva che i lineamenti dell’esercitazione attraverso eventi simulati ma molto mirati potevano prefigurare l’impiego di personale della forza armata per il contrasto alla criminalità organizzata e ambientale in Campania e per fronteggiare il drammatico fenomeno dei versamenti abusivi di rifiuti tossici e nocivi.

La Brigata Garibaldi
La presentazione dell’esercitazione è stata fatta dal generale di brigata Angelo Scardino che ha tracciato il profilo della Brigata Garibaldi sottolineando che si tratta di una brigata pesante in grado di intervenire nei teatri ad alta densità ed in grado di reagire prontamente in scenari war, CRO e di homeland security per sottolineare come la brigata sia una forza da combattimento in grado però di sviluppare anche attività duale di pubblica utilità in supporto a situazioni di emergenza sul territorio nazionale.

Attualmente la Brigata è articolata su due reggimenti bersaglieri (1° e 8°), il 4° rgt. carri (Ariete), l’8° rgt. artiglieria (Pasubio con PzH2000), uno di manovra logistico, il 19° cavalleggeri guide, il 21° Genio guastatori. Più volte il gen. Scardino ha richiamato l’attenzione sulla tipologia dell’addestramento del personale preparato ad essere d’aiuto alle popolazioni civili, una capacità che richiede un particolare approccio ai diversi scenari richiesti; nella Rescue Bugle erano presenti ad esempio uomini del rgt. carri non perché ci fosse bisogno di quel tipo di mezzi ma per rendere anche gli equipaggi capaci a fronteggiare situazioni particolari come per dire che tutti devono essere in grado di rispondere pienamente a quanto viene loro richiesto. Molte componenti della brigata sono in grado di rispondere ad eventuali richieste di intervento per contrastare situazioni di controllo del territorio e per circoscrivere fenomeni di inquinamento ambientale perché sono addestrate a farlo per avere acquisito la capacità di comprendere come intervenire e con quali strumenti. Il personale è in grado di rilevare la presenza di aggressivi chimici e di verificare se c’è una minaccia reale e se l’area è contaminata.  La Garibaldi è presente con proprio personale in tutti i teatri operativi aperti (Kosovo, Afghanistan, Libano, Mali) ed è pronta ad accogliere il personale libico attualmente in addestramento a Cassino (operazione Coorte) che a Persano completeranno il loro iter formativo.

L’area addestrativa

L’area addestrativa di Persano, la più grande in Italia, ha un’ampiezza di 2.200 ettari con una lunghezza di sette chilometri e tre di larghezza lungo un’asse viario rettilineo e consente per la morfologia del terreno un addestramento non riscontrabile in altri poligoni.

L’area è stata suddivisa in diversi boxes areas, virtuali scatoloni di natura spesso selvaggia che consente scenari di manovra, esercitazioni a fuoco reale, corsi di sopravvivenza, un box per l’addestramento controguerriglia (COIN) molto importante per alcuni teatri operativi. Il concetto dei boxes è presente anche in altri poligoni ma qui è possibile riunirli in un unico coacervo non riscontrabile altrove. Il poligono dispone anche di una vasta area per l’addestramento al fuoco in grado di accogliere una compagnia per abituare il personale ad operare con molti elementi. Persano è in effetti un’area diversificata e complessa in grado di coprire le diverse tipologie di addestramento richieste dai moderni scenari e sulle quali applicare le lezioni apprese sul terreno.
E’ stata creata ad esempio la Striscia Addestrativa Sfruttamento del Terreno (SAST) dove la truppa si esercita su percorsi studiati come non altrove oppure sulla Striscia Addestrativa Soldato Atleta (SASA)  dove il personale che ha già superato la fase iniziale con la striscia precedente. Il Genio ha poi attivato una pista C-IED per insegnare alla truppa come difendersi dalla minaccia dei micidiali ordigni esplosivi improvvisati (IED) ed ha poi allestito un’altra pista per la guida off road con particolare riferimento alla condotta dei mezzi Lince che non sono semplici da guidare.

Come in Afghanistan
Il generale Scardino nella presentazione ha poi voluto sottolineare due chicche del comprensorio militare di Persano e cioè la creazione di un combat out post e la realizzazione di un villaggio rurale. La prima è la perfetta ricostruzione di una FOB (base avanzata) come quelle presenti in Afghanistan solo più piccola (50×50 metri) dove sono state inserite tutte le particolarità operative e dove la truppa si eserciterà con periodi di permanenza analoghi a quelli in teatro per dare un realismo che non si trova altrove.

La seconda è la realizzazione di un villaggio rurale arabo con tanto di moschea, casa dell’imam, casupole e mercato; quest’ultimo elemento del villaggio è piuttosto importante sotto il profilo della lotta al terrorismo in teatro perché spesso nei giorni di mercato esplodono attacchi di insorgenti e quindi ci si deve addestrare per fronteggiare attacchi. Avviato da un paio di mesi il villaggio è veramente interessante sotto il profilo addestrativo perché consente di montare diversi tipi di scenari per contrastare il combattimento nei centri urbani; successivamente il villaggio verrà ampliato e verranno introdotte casupole più alte per un migliore addestramento in quanto è dall’alto che spesso gli insorgenti attaccano.

Psy ops, mini-droni e radar portatili
Per tornare all’aspetto duale dell’esercitazione e cioè il concorso all’impiego in attività i pubblica utilità, la Rescue Bugle schierava elementi del 28° reggimento Pavia per fornire informazioni in tempo reale alle popolazioni in quanto è necessario informare non soltanto il Comando Operativo ma anche la popolazione con messaggi sicuri per eliminare gli inconvenienti di informazioni errate.

Altra pedina fondamentale per il controllo del territorio è stato l’impiego dei mini-UAV in carico al 41° rgt. SORAO che con i piccoli droni Raven ha provveduto alla copertura del territorio e delle aree protette. Il Raven (RQ-11B), lanciabile a mano, è realizzato dalla Aerovironment statunitense, è lungo 1,04 m ed ha una apertura alare di 1,31 m, ha un’autonomia di 2 ore e un raggio d’azione di 10 km. La missione può essere programmata o condotta dal pilota con la console di terra. Presente sul terreno di un’ipotetica area protetta anche un radar Ranger del tipo trasportabile da un solo uomo, progettato per il border control, sorveglianza e per la lotta al narcotraffico ed al terrorismo. Montato su tripode può operare in modalità stand-alone, controllo remoto via cavo, fibre ottiche o connessione radio. Il Ranger è in grado di operare sia di giorno che di notte ed è in grado di individuare oggetti in movimento come persone (fino a 12 km) o veicoli (fino a 20 km). Fuori catalogo prodotti della Selex ES è stato sostituito – come prodotto – dal Lyra 10.
Un altro elemento importante dell’esercitazione è stata la presenza di intruder (infiltrati) del 19° Cavalleggeri guide che fornito personale per la ricognizione del territorio eseguito mediante un mascheramento che se pensato per l’attività militare è molto utile per contrastare anche eventuali infiltrazioni di uomini e materiali nelle aree protette e per individuare chi appicchi il fuoco a residui tossici già presenti sul terreno. Chiamati gli “invisibili”, questi uomini sono un’eccellenza delle Guide perché sono particolarmente addestrati a operare in completo isolamento e sono totalmente autosufficienti. Radar, mini-UAV, gli “invisibili” sono delle pedine interconnesse per il controllo del territorio sia di giorno che di notte, appoggiate a tutta l’architettura operativa predisposta dalla forza armata. Come ultima capacità duale presentata anche per il controllo della folla (antiriots) per evitare che manifestanti manovrati dalla criminalità si infiltrino tra la popolazione annullando le loro legittime richieste di legalità.

Foto: Esercito Italiano

Federico CerrutiVedi tutti gli articoli

Nato a Roma, dove risiede e lavora, ha iniziato la sua carriera giornalistica nel 1965 con la rivista Oltre il Cielo occupandosi di spazio sia civile che militare e con la testata Ali Nuove. Nel 1971 ha iniziato a lavorare con Alata e dal 1979 con Difesa Oggi della quale divenne caporedattore lavorandovi fino al 1998. Ha collaborato con Rivista Aeronautica, il quotidiano Europa, il Centro Militare Studi Strategici (Cemiss) e svolto alcune attività con il SIOI. Dal 2001 è defence editor di Analisi Difesa.

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