Le prospettive di OTO Melara

“Un’azienda strategica e l’unica in Italia per tipo di prodotto senza la quale il Paese sarebbe costretto a ricorrere a fornitori esteri perdendo il know-how acquisito in questo settore”. Con queste parole l’ad di OTO Melara,  ing. Roberto Cortesi, ha sottolineato in un recente incontro con la stampa il ruolo dell’azienda di Finmeccanica illustrandone gli obiettivi prioritari: mantenere e consolidare i risultati acquisiti, puntare ad una crescita ragionata con partnership se necessario, innovare la gamma dei prodotti introducendone di nuovi. Tutto questo in un’ottica precisa di offrire prodotti che consentono l’univocità dell’interfaccia uomo-macchina, gli stessi concetti progettuali e dove possibile anche la stessa logistica. A partire dagli anni ’60, l’OTO ha introdotto per prima l’alluminio nella costruzione delle artiglierie navali, da azienda soltanto meccanica è passata all’elettronica, ha introdotto l’uso del titanio nelle artiglierie navali, ha realizzato la blindo Centauro che ha favorito un cambio dottrinario nelle forze corazzate/blindate perché veniva introdotta una piattaforma ruotata ad alta mobilità con prestazioni di fuoco analoghe a quelle di un carro (all’epoca il calibro da 105 mm di cui era dotata la Centauro era lo stesso dei carri occidentali). Nel 1985 l’azienda  entra a far parte di un consorzio paritetico con l’Iveco, formando l’attuale CIO Iveco-OTO Melara. Il cammino evolutivo vede poi la realizzazione di munizioni guidate per seguire traiettorie non balistiche, munizioni guidate a lunga gittata e da ultimo prodotti nella categoria degli unmanned con particolare attenzione alle piattaforme terrestri.

OTO Melara ha 1.108 addetti distribuiti a La Spezia (997) e Brescia (111) con un mix ottimale tra ingegneri e tecnici distribuiti nei settori aeronautico, elettronico e meccanico. Il bilancio finanziario presenta ricavi a 395 milioni di euro (43% estero), ordini a 442 milioni di euro (42% estero), portafoglio ordini per 1.056 milioni, il 9% impegnato in ricerca e sviluppo ed un rapporto export/import del 5:1. Uno dei punti di forza dell’azienda è quello di avere la capacità di anticipare le esigenze future dei clienti con prodotti innovativi a cui gli altri competitors presenti sul mercato non hanno pensato ed anche se la scelta dei clienti alla fine rientra nella sfera di accordi politici, il puntare sulla eccellenza tecnologica riesce ad essere una carta di sicuro  successo. Nel corso dell’incontro Cortesi ha affermato di essere fiducioso per il mercato nei prossimi dieci anni perché lo ritiene in crescita magari non nelle stesse aree dove l’azienda si è già affermata ma anche in nuove aree ancora non “aggredite” dal nostro marketing. Altra caratteristica positiva è quella del trasferimento di tecnologia ad altri paesi, un’attività familiare all’atteggiamento dell’OTO che la considera un punto di forza per la vendita dei propri prodotti (ad esempio la cessione della licenza del cannone navale da 76 mm ad alcuni Paesi o della torretta HITFIST da 30 mm alla Polonia).

Lo sguardo al futuro induce ad una certa serenità ma non tranquillità e si deve guardare anche alla sfida rappresentata dalla crescita di alcuni concorrenti che stanno migliorando le capacità industriali e sono in grado di proporre nuovi prodotti non di elevato contenuto tecnologico ma molto competitivi sotto il profilo del costo attirando quindi l’attenzione dei Paesi con minori esigenze. Ne consegue che l’obiettivo dell’OTO Melara è quello di incrementare la presenza all’estero con prodotti di nicchia ad elevata tecnologia ricercando partner con i quali sviluppare sinergie focalizzate nell’evitare sovrapposizioni di prodotto; è il caso dell’accordo di collaborazione per il munizionamento intelligente Vulcano stipulato da OTO Melara e la tedesca Diehl. L’accordo in questione porterà alla produzione, industrializzazione e marketing dei proietti Vulcano da 155 mm e 127 mm con guida GPS e SAL (Semi Active Laser); l’azienda tedesca fornirà i sensori SAL e questo doppio sistema di guida consentirà al munizionamento in questione precisioni metriche. Nella linea prodotti in fase di sviluppo si è parlato del semovente Centauro-Vulcano, del DRACO e del sistema Porcospino. Il primo è una piattaforma ruotata 8×8 della famiglia Centauro/Freccia su cui è montata una torretta con una bocca da fuoco 155/39 mm, equipaggio di soli tre uomini grazie ad un elevato automatismo della torretta sia per quanto attiene il caricamento automatico dei proietti che delle cariche di lancio modulari. Il mezzo possiede una cadenza di tiro di oltre 8 colpi al minuto, ha un peso in ordine di combattimento di 30 tonnellate  ed una velocità su strada di circa 105 km/h.

Il DRACO è invece un sistema d’arma multifunzionale antiaereo e antimissile che monta una torretta armata con il cannone 76/62 mm Super Rapido di origine navale. Considerato come il discendente del semovente OTOMATIC, il veicolo è inteso come mezzo estremamente mobile per l’impiego nelle forze medio-leggere. Anche in questo caso viene sfruttato lo scafo 8×8 Centauro ma la torretta può trovare alloggiamento su altri blindati 8×8 di classe analoga, sullo scafo Dardo o altri IFV similari o posto in shelter. Il cannone può raggiungere la cadenza di 80 colpi al minuto mentre il tempo di reazione è inferiore ai 5 secondi. Il Porcospino è invece un sistema CRAM (Counter Rocket Artillery and Mortar) armato con una mitragliera a sei canne rotanti M61A-1 da 20 mm ideato per la difesa delle basi/postazioni avanzate dal tiro di razzi e colpi di mortaio grazie all’elevata cadenza di tiro dell’arma.  L’azienda spezzina è ormai un punto di riferimento per le artiglierie navali per il suo cannone da 76/62 mm (3 pollici) e quello da 127/54 mm Compatto (5 pollici) caratterizzati negli anni da un costante lavoro di innovazione ed evoluzione tanto a essere giunti a sistemi che impiegano in entrambi i calibri munizionamento guidato per estendere il raggio di azione e per una maggiore precisione.

Dal cannone 127/54 mm Compatto è stato estrapolato il modello LW (Light Weight), più leggero di 10 t e protetto da uno scudo stealth ma le migliorie introdotte hanno portato alla realizzazione di un sistema nuovo a tutti gli effetti con quello che viene chiamato 127/64 LW Vulcano che ha dato luogo ad una famiglia di proietti guidati e non guidati in sette versioni: due non guidate (BER – Ballistic Extended Range) e cinque guidate (GLR – Guided Long Range). Le GLR impiegano la guida GPS/INS, la stessa guida associata ad un sensore SAL a guida laser semiattiva e GPS/INS con seeker a guida IR. Anche il cannone da 76/62 mm è stato interessato da continui aggiornamenti e attualmente nel catalogo prodotti troviamo il 76/62 mm DAVIDE/STRALES e il 76/62 mm VULCANO dove nel primo esempio si tratta di un kit applicabile al modello Super Rapido in grado di sparare munizionamento iperveloce antiaereo/antimissile DART (Driver Ammunition Reduced Time of Flight) mentre il secondo impiega munizionamento guidato e non guidato a lunga gittata.Il cannone da 76/62 è poi in grado di offrire tre soluzioni operative quali il kit DAVIDE/STRALES, il kit VULCANO oppure entrambi i kit. Nell’ambito del programma VULCANO è stato completato lo sviluppo della munizione non guidata Extended Range per calibri da 127 mm navale (80 km) e 155 mm terrestre (60 km) grazie al concetto di munizionamento sottocalibrato, mentre sono in fase di sviluppo avanzato le munizioni guidate (GLR) con gittate di circa 100 km per il 127 mm e di 80 km per il 155 mm; il programma prevede la loro entrata in servizio tra il 2015 e il 2016 inizialmente per quelle non guidate.

Le linee di prodotto dell’OTO Melara riservano, oltre all’eccellenza delle artiglierie navali, un posto importante anche per le torrette terrestri che si inseriscono in un mercato definito vivace; sono prodotti noti che spaziano dai piccoli calibri (torrette HITROLE per 5,56 – 7,62 – 12,7 mm e AGL da 40 mm), medi calibri (torrette HITFIST da 25 mm, 30 mm Overhead Weapon Station, 30 mm) e grandi calibri (torrette HITFACT da 105 e 120 mm). Una linea di prodotto piutto sto recente riguarda invece i sistemi unmanned che spaziano anch’essi da mini UAV agli UGV (Unmanned Ground Vehicles) fino al recente USV per una piattaforma navale. E’ stato detto che i sistemi a controllo remoto rappresentano una nicchia ben specifica per non creare sovrapposizioni con altri sistemi UAV realizzati da altre aziende Finmeccanica e quindi quelli dell’azienda spazzina sono prevalentemente UGV in grado di offrire prestazioni di rilievo ponendo il nostro paese all’avanguardia in Europa in questo settore. Anche in questo caso troviamo mezzi robotici in grado di espletare funzioni di ricognizione e acquisizione obiettivi, bonifica ordigni e funzioni di contrasto alla presenza di agenti biologici, radiologici, chimici, nucleari.

Attualmente sono presenti quattro diversi mezzi robotici a come il TRP-2 HEAVY DUTY, TRP-2 COMBAT, TRP-2 RISTA e TRP-3 RISTA (Reconnaissance Intelligence Surveillance & Target Acquisition ). Interessanti il TRP-2 COMBAT e il TRP-2 RISTA; il primo è noto anche come MNUR FOB (Mission Need Urgent Requirement, per venire incontro alle urgenze operative in difesa della basi avanzate note come FOB – Forward Operating Base) che può essere armato con un fucile ARX-160 o con una mitragliatrice Minimi –entrambi in 5,56 mm- e con un lanciagranate da 40 mm. Il modello RISTA è invece destinato alla Forza NEC di Cavalleria trovando posto all’interno del VBM (Veicolo Blindato Medio) Freccia per compiti esploranti. Sempre nel campo degli unmanned troviamo nelle torrette HITFIST Plus dei VBM esploranti dei tubi di lancio per il mini UAV Horus sempre della OTO Melara che avrà il compito di effettuare missioni di sorveglianza e scoperta per un’ora di missione.  La novità negli unmanned è costituita da una piattaforma navale chiamata SWAD (Sea WAatch Dog) caratterizzata da dimensioni importanti (si parte da un minimo di 12 metri fino a 18) destinata a compiti di intelligence, ricognizione e sorveglianza per periodi tempo piuttosto lunghi. Lo SWAD risulta una piattaforma importante nell’esecuzione di missioni anfibie, per compiti di antipirateria sia per il controllo a distanza dalle navi- madre che per assicurare sicurezza ai natanti. Si stanno ancora studiando le soluzioni migliori per facilitarne l’imbarco e la trasportabilità.

Foto: Oto Melara

Federico CerrutiVedi tutti gli articoli

Nato a Roma, dove risiede e lavora, ha iniziato la sua carriera giornalistica nel 1965 con la rivista Oltre il Cielo occupandosi di spazio sia civile che militare e con la testata Ali Nuove. Nel 1971 ha iniziato a lavorare con Alata e dal 1979 con Difesa Oggi della quale divenne caporedattore lavorandovi fino al 1998. Ha collaborato con Rivista Aeronautica, il quotidiano Europa, il Centro Militare Studi Strategici (Cemiss) e svolto alcune attività con il SIOI. Dal 2001 è defence editor di Analisi Difesa.

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