Afghanistan: i contractors nel dopo Karzai
All’indomani delle elezioni presidenziali afghane che hanno visto una partecipazione popolare consistente ed in aumento, cresce la frenesia di conoscerne l’esito e di osservare le prime mosse del nuovo presidente. Prima fra tutte le incombenze sarà la firma (o meno) del BSA, il Bilateral Security Agreement che regolerà la collaborazione in tema di sicurezza, antiterrorismo, addestramento e finanziamento dopo l’ormai prossimo ritiro delle truppe ISAF; questione delicata che Karzai ha opportunamente lasciato di stecca al suo successore. In attesa di conoscere quali effetti comporterà l’insediamento della nuova amministrazione afghana in termini di presenza militare occidentale, forti ripercussioni si avranno sicuramente anche sul dispiegamento di contractors e Private Military Companies, tanto invise all’attuale presidente. Da un lato si assisterà al proseguimento di una riduzione del numero del personale privato al seguito delle truppe NATO, parallelo al loro progressivo disimpegno: Meno soldati, meno personale di supporto.
Dall’altro, una ridotta presenza occidentale, assieme ai ritardi nell’addestramento di nuove reclute dell’Afghan Public Protection Force (APPF) e all’onnipresente rischio sfaldamento di reparti delle Forze Armate afghane renderà sempre più impellente il bisogno di sicurezza. Infatti, la transizione tra PMSC e APPF che avrebbe dovuto vedere il completo trasferimento di tutti i contratti di sicurezza (ad eccezione della protezione diplomatica) entro il 20 Marzo 2012, proseguirà oltre la fine del 2014, senza una definitiva e precisa scadenza. I circa 20.000 effettivi di APPF, hanno finora assunto responsabilità limitate per conto del DoD americano come la sicurezza di qualche convoglio e di qualche FOB. Rivolgendosi nuovamente al privato quindi, si potrà ricorrere ad eventuali “surge” senza amplificarne gli effetti mediatici, anche per quanto riguarda le perdite subite.
Attualmente, presso l’area di responsabilità di CENTCOM, sono impegnati circa 99.000 contractors del Dipartimento della Difesa americano. Di questi 78.136 operano in Afghanistan con una riduzione dell’8,6% rispetto a fine 2013. Più in dettaglio: 23.763 sono cittadini americani, 29.228 afghani e 25.145 di altri paesi. Quelli che si occupano di sicurezza statica, scorta convogli o protezione VIP sono 11.332 (15%) mentre altri 1.899 (2%) di addestramento a vari livelli. Alla fine di marzo, i soldati americani presenti in Afghanistan erano circa 33.000 e 19.000 quelli degli altri paesi NATO. Il rapporto contractors-militari è quindi ~ 1,5:1. Per quanto riguarda i caduti in uniforme (statunitensi e non) sono 3.418 mentre i contractors, secondo un conteggio del Dipartimento del Lavoro statunitense.
Ovviamente, i contractors del Dipartimento della Difesa (e i caduti conteggiati) non costituiscono la totalità degli operatori di sicurezza privata in Afghanistan, tuttavia, essendo alle dipendenze del maggior contraente, tali numeri sono sicuramente significativi e rappresentativi della realtà di quel teatro.
Foto CNN, Nextnewsnetwork
Pietro OrizioVedi tutti gli articoli
Nato nel 1983 a Brescia, ha conseguito la laurea specialistica con lode in Management Internazionale presso l'Università Cattolica effettuando un tirocinio alla Rappresentanza Italiana presso le Nazioni Unite in materia di terrorismo, crimine organizzato e traffico di droga. Giornalista, ha frequentato il Corso di Analista in Relazioni Internazionali presso ASERI e si occupa di tematiche storico-militari seguendo in modo particolare la realtà delle Private Military Companies.