In Ucraina si rivede la Blackwater che ha (ri)cambiato nome

da Il Sole 24 Ore

Sobillatori, spie e mercenari. La crisi ucraina ha riacceso le polemiche tra Russia e Stati Uniti che si scambiano accuse reciproche di puntare alla destabilizzazione del Paese dell’Est Europa utilizzando gli strumenti classici delle operazioni clandestine.
Ieri i servizi di sicurezza ucraini hanno annunciato la cattura di un’agente segreto russa, Maria Poleda  di 23 anni, che avrebbe agito come “agente destabilizzatore” nelle aree meridionali del Paese tenendo i contatti con i capi della rivolta filo-russa mentre mercoledì il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, aveva riferito di “forti prove” che alcuni dei manifestanti filorussi cha hanno occupato gli edifici governativi di Donetsk nell’est dell’Ucraina sono stati “pagati e non erano residenti locali” ammonendo che un intervento della Russia nell’Ucraina Orientale “apertamente o in segreto”, costituirebbe “una grave escalation”.

Mosca ha risposto denunciando  la presenza a Donetsk di 150 esperti americani della private military company Greystone Limited. Secondo il Ministero degli esteri russo che cita “informazioni disponibili” nelle regioni sud-orientali dell’Ucraina sarebbero schierati contro i manifestanti filorussi le forze regolari e la neocostituita Guardia Nazionale dell’Ucraina “con la presenza illegale di militanti armati del movimento ultra nazionalista Settore di Destra”. Il comunicato definisce “particolarmente allarmante il fatto che a queste forze siano affiancati circa 150 esperti americani della società militare privata  (PMC) Greystone, “travestiti da unità ”, i reparti speciali antisommossa del ministero degli Interni di Kiev. La compagnia militare privata Greystone Limited (che ha negato di avgere e di avere mai avuto in passato suoi operatori in Ucraina) si occupa di addestramento di forze dell’ordine e operazioni di sicurezza ed opera solitamente (come tutte le private military/security companies statunitensi) a contratto col Pentagono, il Dipartimento di Stato o con clienti stranieri approvati dall’amministrazione statunitense.Greystone è una “costola” della PMC Academi, nome che dal 2011 ha sostituito il brand “Xe Services” col quale nel 2009 venne ribattezzata la famigerata Blackwater protagonista (tra molte polemiche per l’uccisione di civili a Baghdad)  dell’epoca d’oro  dei “military contractors” in Iraq.  L’Ucraina si sta rivelando il terreno ideale per l’impiego di compagnie private soprattutto perché l’impiego di forze regolari russe o di Paesi della Nato innalzerebbe immediatamente la tensione militare.

Circa la presenza di “mercenari” o comunque professionisti delle operazioni di destabilizzazione occidentali al fianco degli insorti ucraini si erano diffuse molte voci fin dall’inizio della rivolta di Kiev contro il presidente Viktor Yanukovich. Voci c he sembrarono trovare conferme quando venne resa nota la telefonata in cui il ministro degli Esteri estone, Urmas Paet, riferiva Catherine Ashton che a sparare sulla folla e sui poliziotti non erano stati cecchini governativi ma bensì vicini ai ribelli. onferme più solide giunsero il 10 marzo scorso quando un gruppo di paramilitari con uniformi senza insegne ma che parlavano in inglese e dotati di equipaggiamento decisamente “made in USA”, inclusi i fucili M-4 (guarda il video), intervennero proprio a Donetsk (guarda il video) per evacuare funzionari del nuovo governo ucraino da un edificio amministrativo circondato da una folla di filo-russi inferocita per il “nuovo corso” instauratosi a Kiev.

C In quella circostanza un diplomatico russo riferì all’agenzia Interfax che 300 operatori statunitensi di compagnie militari private erano arrivati all’aeroporto Boryspil di Kiev. Una presenza che si può quindi ipotizzare più discreta nelle fasi calde della rivolta di Maidan divenuta successivamente più consistente e sulla quale Mosca ha tutto l’interesse ad alzare i toni perché supporta la tesi della cospirazione dell’Occidente all’origine della rivoluzione ucraina. L’evacuazione dei funzionari ucraini da Donetsk venne probabilmente effettuata d’urgenza e non ci fu il tempo di adottare  uniformi meno visibili e tipicamente “yankee” di quelle normalmente in dotazione. Oggi, con maggiore prudenza, i contractors della Greystone sembrerebbero indossare le stesse uniformi delle forze regolari ucraine evitando così di dare troppo nell’occhio.

Non è la prima volta che i russi si trovano di fronte  contractors militari statunitensi la cui presenza venne segnalata al fianco dell’esercito georgiano durante il conflitto dell’agosto 2008, ma la “flessibilità” assicurata dall’impiego di “mercenari” sembra però piacere anche a Mosca che pare abbia utilizzato guardie private del Vnevedomstvenaya Okhrana, (ente del ministero degli interni russo che impiega ex militari per la sorveglianza di basi e installazioni militari) per assumere il controllo della Crimea nei primi giorni di marzo. Come gli americani di Greystone a Donetsk, anche i paramilitari russi in Crimea impiegavano uniformi privi di insegne e  distintivi consentendo così al Cremlino di definirli “forze di autodifesa della Crimea”.
Foto Daily Mail e Reuters

Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli

Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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