Suicidi in calo nelle forze statunitensi

Il numero dei soldati Usa che si sono tolti la vita nel 2013 ha registrato un netto calo nel 2013: il 22% in meno rispetto al 2012, pari a 261 vittime contro i 318 dell’anno prima. Lo ha reso noto il Pentagono sulla base di dati preliminari sottolineando come nonostante la sensibile riduzione non si è verificato quel crollo nei casi di suicidio che si auspicava con il ritiro dalla truppe dell’Iraq (fine 2011) e il quasi completo ritorno a casa del contingente americano dall’Afghanistan.

Ad incidere nella cause che hanno spinto i soldati americani a togliersi la vita non sono più tanto gli stress da combattimento (solo il 13% ha avuto esperienza di battaglia mentre il 57% è stato schierato al fronte negli ultimi dieci anni) ma quanto i problemi di familiari, come i divorzi, e finanziari che deve affrontare chi è tornato casa. La maggior parte delle vittime sono maschi, bianchi sotto i 25 anni, di basso grado e sposati. In termini percentuali i suicidi registrano 18 casi ogni 100 mila militari contro 22.7 del 2012. Suicidi in aumento invece del 5%  tra i militari della Riserva e Guardia Nazionale che in molti casi rientrano alla vita civile dopo un periodi di richiamo e non accedono ai programmi di assistenza per i veterani afflitti da PTSD (sindrome da stress post traumatico) o altri distirbi dovuti a cause di servizio.

Foto: US DoD

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